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(15 Novembre 2010) Enzo Apicella
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(L'unico straniero è il capitalismo)

Solidarieta' contro ogni muro

(29 Settembre 2006)

L’immagine che Padova sta offrendo di sé in questi giorni ha del surreale. La giunta di centro-sinistra, all’interno della quale siede un assessore all’immigrazione di Rifondazione Comunista, erige un muro intorno a ciò che ormai tutti conoscono come il “ghetto” di via Anelli, un luogo in cui negli ultimi anni si sono concentrate le contraddizioni più gravi ed esplosive di una città che ancora non riesce a fare i conti con se stessa.

Un muro “contro lo spaccio e la delinquenza”, nella più banale e grottesca logica repressiva della tolleranza zero che affronta i conflitti sociali come fenomeni da isolare, ingabbiare, cancellare. Spaccio, delinquenza, immigrazione: questi sono i nemici della “sicurezza” dei cittadini benpensanti e indifferenti che vengono difesi dai custodi armati dell’ordine. Sempre pronti, come abbiamo visto domenica scorsa, a reprimere con violenza qualunque legittima manifestazione di dissenso alla vergogna dei ghetti e dei check-points militari nel cuore della città.

Per chi vive, attraversa e studia quotidianamente questa città ed i suoi conflitti, l’osservazione critica della tragicommedia che si sta consumando politicamente e mediaticamente da ormai due mesi risulta un dejà-vu a tinte fosche. In cui ogni attore – protagonista o comparsa che sia – sembra imbrigliato nel suo ruolo in maniera grottesca e prevedibilissima da un regista del tutto privo di fantasia.

Il copione è già stato scritto. L’abbiamo visto rappresentato altrove, su altri palcoscenici tirati a lucido e tinti di rosa pallido, su cui veniva mal recitata la farsa (sinistra) della sicurezza (di sinistra).

Nella crisi politica che investe i tradizionali partiti di sinistra travolti dalla loro stessa totale incapacità di formulare reali alternative, nelle città e nelle metropoli occidentali si moltiplicano veri e propri ghetti: spazi di reclusione e contenimento delle diversità e delle soggettività non assimilabili ad un modello di cittadinanza sociale sempre più escludente e labile. Lo spettro della difesa della sicurezza, sentimento socialmente costruito dalle agenzie stampa degli amministratori pubblici all’insorgere di qualsiasi instabilità politica, diviene anche a sinistra il pretesto per censurare di fatto l’esistenza strutturale di anomalie e dis-integrazione sociale.

Dalla chiusura anticipata dei bar delle piazze, storico ritrovo di centinaia di studenti all’ora dello “spritz”, ordinata dalla giunta per motivi di ordine pubblico e decoro, alla riqualificazione di via Anelli, l’amministrazione padovana di centro sinistra sembra rispondere più alle emergenze sociali indotte di volta in volta dai media locali che a una effettiva volontà di riconoscere e risolvere le reali problematiche della città. Come l’apertura di spazi sociali per studenti e precari, l’apertura ai processi migratori che arricchiscono e contaminano il tessuto urbano, l’apertura alle esigenze sociali e di socializzazione di chi vive ogni giorno fino in fondo questa città.

Per ora abbiamo solo visto chiusure: di spazi, di dialogo, di manette. E troppi manganelli roteare sulle nostre teste.

Esprimiamo solidarietà a chi è stato picchiato, arrestato e processato per i fatti di domenica.

Sabato prossimo saremo in piazza, per aprire un varco nel muro del presente.

Collettivo scienze politiche – Lab. FUO.CO.

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