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(24 Novembre 2011) Enzo Apicella

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Accordo infame sulle pensioni

(28 Luglio 2007)

Gli oltre 300 scioperi spontanei nelle fabbriche di questi ultimi mesi, lo sciopero generale richiesto dai lavoratori di base, quello proclamato dalla CUB ed altre sigle sindacali di autorganizzate lo scorso 13 luglio, i molteplici appelli in rete di migliaia di delegati RSU non sono bastati ad evitare che i vertici di CGIL CISL e UIL asserviti ed organici a questo sistema economico e finanziario firmassero un infame accordo a perdere sulle pensioni, il sindacato concertativo per compiacere al “ governo amico “ ha scritto la pagina più sporca degli ultimi trentanni.

Il tanto sbandierato “ scalone “ è stato superato in peggio sommando una serie di “ scalini “ a breve termine che di fatto amplificano la manovra a carico della stessa generazione di lavoratori.

Non solo si innalza l’età pensionabile portandola a breve termine a 62 anni di età, 61 per le donne; si innalzano anche gli anni contributivi necessari per accedere alla pensione.

Aumentano anche i contributi a carico dei lavoratori dipendenti, dalla busta paga verrà tolto un ulteriore punto percentuale che sommato ai tre punti tolti nell’ultima finanziaria del governo Prodi vedrà ridurre i salari dello 0,40%.

A fronte di un aumento delle trattenute dei contributi previdenziali in busta paga dall’anno 2010 sarà adottato un nuovo calcolo dei coefficienti che prevede una riduzione dell’8-10% delle pensioni, per ridurle ulteriormente negli anni sino a raggiungere nel 2020 col massimo della contribuzione e dell’età lavorativa una pensione che a malapena raggiungerà il 60 % dell’ultimo stipendio percepito.

La stessa promessa di allargare considerevolmente la “ platea “ delle categorie e lavoratori sottoposti a lavori “ usuranti “ e godere di benefici è illusoria e priva di fondamento.

Già dal 1995 ( riforma Dini ) prevedeva un’indagine approfondita del mondo del lavoro per appurare quali e quante fossero le categorie di lavoratori addetti a mansioni usuranti; ebbene a distanza di 12 anni non è stato fatto un passo avanti, nonostante che dal 1995 nella quotidiana guerra del lavoro abbiano perso la vita 20.000 lavoratori e centinaia di migliaia abbiano contratto invalidità permanenti in nome dello sfruttamento e del profitto.

Anche ai pochi lavoratori a cui attualmente è riconosciuto un lavoro usurante sarà innalzata l’età pensionabile e sarà stilata un’apposita graduatoria di sbarramento che darà l’opportunità di pensionamento solamente a 5.000 lavoratori all’anno.

Questo infame accordo sulle pensioni affossa definitivamente la previdenza pubblica e lega il futuro previdenziale all’andamento della finanza e della speculazione, sia attraverso il furto del TFR, sia perché le pensioni future non avranno alcun riferimento con i pur aumentati costi contributivi a carico del lavoratore, ma saranno legati ai cosiddetti nuovi coefficienti di calcolo e cioè: andamento del PIL ( Prodotto Interno Lordo ) aspettativa di vita di ognuno e andamento degli investimenti speculativi dei fondi pensione ( rendimento TFR in borsa ).

Con questo infame accordo la pensione esce dalla logica della contrattazione collettiva e diventa una questione individuale.

La stessa sporca menzogna che vede contrapposti gli interessi di lavoratori di diverse generazioni mettendo i giovani contro i vecchi è aberrante poiché con questo pretesto oggi si “ bastonano “ i lavoratori cinquantenni in seguito verranno “ bastonati “ pure i giovani.

In realtà giovani e vecchi lavoratori e pensionati devono unirsi per abbattere questo sistema economico basato sullo sfruttamento, devono liberarsi di rappresentanti che vendono loro ed il loro futuro per un piatto di lenticchie e devono riprendersi l’onere della loro rappresentanza in prima persona senza delegare ad agenti della borghesia infiltrati in seno al sindacato al solo compito di svendere gli interessi dei lavoratori.

E’ NECESSARIO DIRE NO A QUESTO ACCORDO

AI REFERENDUM SULL’ACCORDO VOTIAMO NO

BUTTIAMO FUORI DALLE FABBRICHE I SINDACALISTI VENDUTI

I DELEGATI ONESTI VANNO IN GALERA QUELLI VENDUTI FANNO CARRIERA

Comitato per il rilancio della Previdenza pubblica
Venezia

Fonte

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Commenti (1)

DONNA E LAVORATRICE PRECOCE.

SONO ARRABBIATISSIMA. HO COMINCIATO A LAVORARE CHE ERO MOLTO GIOVANE.(MENO DI 18 ANNI) SPOSATA CON FIGLI, HO FATTO TANTI SACRIFICI PER RIUSCIRE A MANTENERE IL POSTO DI LAVORO, CON QUALCHE ASPETTATIVA PER MOTIVI FAMIGLIARI PRIMA DEL 96 (SENZA LA POSSIBILITA' DI RISCATTO) HO, PER FORZA DI COSE, RALLENTATO GLI ANNI DI CONTRIBUZIONE. NEL 2009 AVRO' 57 ANNI E 35 DI CONTRIBUTI, MA NON POTRO' ANDARE IN PENSIONE PRIMA DEL 2012 CON LA PENSIONE DI VECCHIAIA (SARA?!!!!!). CONSIDERATO CHE DEVO ACCUDIRE UN FAMIGLIARE DISABILE AL 100% E CHE DA UN PO' DI ANNI SONO COSTRETTA AL PART-TIME PER QUESTO MOTIVO, AVREI VOLUTO AVERE LA POSSIBILITA' DI PENSIONARMI PUR ANCHE CON QUALCHE PENALIZZAZONE. MI SONO INFORMATA PRESSO IL CAF SULLA EVENTUALITA' DI LASCIARE COL SISTEMA CONTRIBUTIVO, MA MI HANNO RISPOSTO CHE NON E' POSSIBILE IN QUANTO LA MIA PENSIONE NON SAREBBE SUPERIORE AL 20% DI QUELLA SOCIALE, ANZI FORSE SOTTO DI QUESTA. AVENDO NOTEVOLI PRBLEMI FAMIGLIARI ED ECONOMICI, DITEMI VOI COME POSSO FARE PER POTERMENE ANDARE PRIMA POSSIBILE?. I MIEI COLLEGHI PIU' GRANDI DI ME DI 1 O 2 ANNI HANNO POTUTO ANDARSENE TUTTI, PIU' PASSANO GLI ANNI E MENO POSSIBILITA' CI SONO. PERCHE' NON ESISTONO PIU' I LAVORATORI PRECOCI? PERCHE' NON E' USURANTE ACCUDIRE UN FAMIGLIARE DISABILE?

(28 Luglio 2007)

EMMA

ROCISO@TIN.IT

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