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(20 Aprile 2010)
Conferma della chiusura di Termini Imerese, progressivo svuotamento di Pomigliano, un “colpo secco” a Torino con la riduzione di migliaia di posti di lavoro a Mirafiori, che dal giorno successivo del summit del 21 aprile al Lingotto viene messa in cassa integrazione per un mese: ecco le anticipazioni della strategia Fiat per i prossimi cinque anni. Un ennesimo “rilancio produttivo” fatto sulla pelle dei lavoratori, che dovranno ancora una volta essere sempre “tagliati”, in numero sempre minore a sostenere l’aumento dei ritmi di produzione, della flessibiltà e precarietà del lavoro.
Nessun lavoratore Fiat è più al sicuro, perché la politica Fiat della acquisizione di nuovi mercati esteri è chiaramente basata sul trasferimento delle produzioni, e sul mantenimento in Italia della produzione di modelli poco più che residuali. I nuovi modelli li andranno a fare altrove, dove la manodopera costa meno o dove i governi pretendono che alla disponibilità di nuovi mercati corrispondano in contropartita conseguenti investimenti produttivi.
L’Italia sembra essere considerata un sorta di “repubblica delle banane” dove la Fiat ha preteso finanziamenti e regali per miliardi di euro da tutti i governi senza alcuna contropartita. Anzi, si permette in contemporanea non solo l’usuale uso sfacciato della cig, ma di dismettere stabilimenti e licenziare lavoratori/trici.
Contro questo inaccettabile futuro c’è un’unica piattaforma degna di questo nome:
- Nessuno stabilimento Fiat deve chiudere, ma per tutti gli attuali deve essere garantito il futuro produttivo.
- Divieto di licenziamento per tutti i lavoratori.
- Se la Fiat vuole continuare a vendere in Italia è in Italia che deve far lavorare i nuovi modelli.
- Le produzioni vanno ridistribuite su tutti gli stabilimenti.
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE
Mercoledì 21 aprile
Presidio dalle ore 10
davanti l’ingresso dell’Otto Gallery, via Nizza 230
Confederazione cobas
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Rdb - rappresentanze di base
Sdl - sindacato dei lavoratori intercategoriale
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