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(1 Marzo 2004)
Gli ispettori del lavoro trasformati in consulenti delle aziende, i sindacati esclusi dalle commissioni di conciliazione, i lavoratori irregolari lasciati soli a trattare con i dirigenti dell'impresa per arrivare a un "equo" accordo.
E ancora: niente più ispezioni improvvise da parte dell'Inps, ma una cortese lettera che avverte il solo imprenditore che sono state denunciate delle irregolarità e che - dopo ben 15 giorni - ci sarà un controllo.
E' questa la "riforma" dei servizi ispettivi disegnata dall'articolo 8 della legge 30, che il governo si appresta a varare in via definitiva la prossima settimana.
Uno dei punti più gravi della riforma è quello che prevede la possibilità per le aziende di rivolgersi alle direzioni provinciali del lavoro per ricevere consulenza e formazione.
Il problema nasce dal fatto che non è prevista la separazione di funzioni tra ispettori e consulenti, e che quindi si potrà innescare un bel conflitto di interessi.
Insomma, oggi faccio il corso e guadagno un'integrazione salariale, domani vengo nella stessa azienda e faccio le ispezioni.
Il nuovo ispettore non è più obbligato, quando fa i controlli, a redigere un verbale per la denuncia di eventuali irregolarità.
Attualmente il verbale va non solo a tutti gli enti competenti, ma anche al giudice del lavoro, che può utilizzarlo come prova per disporre, ad esempio, la trasformazione del rapporto di lavoro (da cococo, mettiamo, a lavoratore dipendente, nel caso si sia verificato un uso abusivo della collaborazione).
Con la nuova legge l'ispettore potrà redigere il verbale o soltanto gentilmente invitare l'imprenditore a rispettare le regole. Inoltre, in caso arrivi una denuncia all'ente di controllo, non è prevista, come oggi, una visita a sorpresa.
Il nuovo decreto unificherà anche tutti i servizi ispettivi - dall'Inail all'Inps, dalle Asl a quelli degli assessorati regionali - sotto una unica direzione centralizzata dipendente dal ministero dell'interno.
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