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(8 Novembre 2012)
Sinistra Critica aderisce alle manifestazioni della scuola convocate per il prossimo sabato 10 novembre.
Il governo Monti prosegue sulla strada della dismissione dell’istruzione pubblica e del massacro dei lavoratori segnata da Berlusconi e Gelmini, confermando l’attuazione di tutti i provvedimenti del governo precedente (responsabile di 8 miliardi di tagli in tre anni e di oltre 150mila licenziamenti) e tagliando ulteriori risorse non ancora quantificabili (secondo la Flc-Cgil oltre un miliardo di euro).
QUALE SCUOLA PROGETTANO?
La proposta di legge n. 953 (inizialmente presentata dalla deputata Aprea del PdL) prevede lo smantellamento degli organi collegiali, annullando le conquiste di democrazia ottenute con anni di lotte da insegnanti e studenti. La scuola che ha in mente questo parlamento, complici entrambi i principali schieramenti politici, prevede la partecipazione dei privati agli organi di autogoverno degli istituti, smascherando finalmente il concetto di “autonomia” sbandierato dal centrosinistra come un avanzamento democratico e che invece si traduce nell’aziendalizzazione delle scuole, messe in competizione tra loro sul mercato a spese del diritto allo studio e dell’indipendenza del sapere.
QUALI CONDIZIONI DI LAVORO?
Il blocco del contratto collettivo, scaduto nel 2009, peggiora la già scandalosa situazione retributiva dei dipendenti della scuola, peggio ancora per i precari neoassunti che devono rinunciare anche ai miseri scatti di anzianità per i primi cinque anni. La mancata retribuzione delle ferie per i supplenti, la vicenda vergognosa dei docenti inidonei per motivi di salute che vengono adibiti ad altre mansioni coprendo
quelle attribuite al personale ATA, le reitera del blocco contrattuale, la mancata erogazione della vacanza contrattuale non fanno che attuare l’agenda Monti-Profumo per la scuola con l’accordo della maggioranza (destra + centrosinistra) che sostiene il governo.
Come se non bastasse il governo ha proposto nel disegno di legge di stabilità l’aumento dell’orario di lezione a 24 ore a parità di salario, aumentando di un terzo l'orario di lavoro dei docenti senza alcuna contrattazione. Il ministro Profumo ha dovuto fare marcia indietro dopo le imponenti mobilitazioni del mondo della scuola di queste settimane, ma la proposta di legge rimane in discussione in Parlamento. La commissione cultura ha proposto di stralciare gli articoli relativi
all'aumento dell'orario di lavoro, tuttavia la commissione bilancio non si è ancora pronunciata in questo senso.
Il ministro ha inoltre dichiarato di voler andare avanti con l'idea dell'aumento dell'orario di lavoro in sede contrattuale, e di voler ridurre, operando ulteriori tagli, di un anno il percorso di studi per accedere al diploma.
QUALE RICAMBIO GENERAZIONALE?
L’ennesima riforma del sistema pensionistico attuata dalla ministra Fornero colpisce in modo particolare le lavoratrici e i lavoratori della scuola, costringendoli a rimanere al lavoro oltre i 67 anni, rallentando il turn-over, costringendo i precari ad andare in pensione con un reddito da fame.
PERCHE’ UN CONCORSO?
Per coprire questa situazione il ministro Profumo ha tirato fuori dal cilindro un concorso per i docenti, propagandando oltre 11mila assunzioni di giovani insegnanti, che non coprono neanche i pensionamenti previsti. Inoltre si ledono i diritti di coloro che hanno già vinto un concorso precedente o si sono abilitati nelle scuole di specializzazione a numero chiuso e che quindi hanno già ampiamente maturato il
diritto ad essere assunti a tempo indeterminato.
QUALI CONDIZIONI DI STUDIO?
Le politiche contro la scuola pubblica sono politiche contro i lavoratori e le lavoratrici, sia direttamente perché colpiscono i diritti di chi lavora nella scuola, sia indirettamente perché negano il diritto allo studio per i lavoratori e le lavoratrici di domani,puntando a costruire una massa ignorante e asservita al dominio dei padroni sui luoghi di lavoro e ai poteri forti nella società.
Queste politiche vengono giustificate con la necessità di fronteggiare la crisi e aggiustare i conti pubblici per il pagamento del debito, accumulato negli anni al fine di favorire speculatori e capitalisti. Le lavoratrici e i lavoratori, le studentesse e gli studenti non sono responsabili della crisi economica e non hanno contribuito alla formazione del debito, sono anzi in credito di democrazia e di diritti, e con la lotta se li devono riprendere!
OCCORRE LOTTARE PER
il rifinanziamento immediato della scuola pubblica statale restituendo gli 8 miliardi di euro indebitamente sottratti dal governo Berlusconi;
la difesa del contratto collettivo nazionale, respingendo ogni tentativo di aumento dell'orario di lavoro e chiedendo lo sblocco dei rinnovi contrattuali imposto per legge nella scuola e in tutti i settori pubblici;
l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti e un sistema di reclutamento che garantisca l’assunzione a tempo indeterminato dei precari entro tre anni di servizio prestato per supplenze;
una scuola pubblica e democratica, che garantisca un'istruzione di qualità a tutte e tutti.
Contro le politiche di austerità imposte dalla BCE e dalla Commissione europea, uniamoci alle lavoratrici e lavoratori che scenderanno in piazza per rivendicare i propri diritti, il lavoro e il salario.
Verso lo sciopero generale europeo del 14 novembre!
Sinistra Critica - Organizzazione per la sinistra anticapitalista
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