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(21 Settembre 2012) Enzo Apicella

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(Il saccheggio del territorio)

NELL’INTERESSE DEGLI OPERAI IL 17 APRILE ANDIAMO A VOTARE E VOTIAMO SI

(14 Aprile 2016)

referendum

Alle elezioni politiche ed amministrative, finché non c’è un partito operaio la nostra scelta è disertare le urne, non partecipare a scegliere quale borghese ci dovrà ancora rapinare ed opprimere.

Con questo referendum possiamo invece manifestare la nostra protesta, sappiamo che è solo una protesta formale, con un’urna e una scheda, ma è una occasione che ci conviene sfruttare.

Per una serie di condizioni particolari sono in contrasto i padroni grandi e piccoli legati al turismo ed all’ambiente e i grandi padroni “petroliferi”. I “turistici” mascherano i loro interessi con la salvaguardia dell’ambiente, i grandi petrolieri addirittura con la salvaguardia dell’occupazione.

Ci conviene appoggiare la difesa dell’ambiente anche perché nella natura che i petrolieri sono pronti a consumare, distruggere, mutilare c’è prima di tutto la nostra pelle, quella degli operai. Morire sul lavoro, essere consumati e mutilati sulle linee di produzione è la realtà della condizione operaia sottomessa alla ricerca del massimo profitto, la stessa leva che porta alle trivellazioni senza limiti, all’avvelenamento del mare. Gli ambientalisti che non capiscono questo legame non capiscono niente su come funziona la società, ma se il Si al referendum può servire a stoppare la furia distruttrice dei grandi padroni del petrolio gli operai non si possono tirare indietro e bisogna andare a votare.

Il governo di Matteo Renzi si augura che astenendosi il quorum non venga raggiunto, il modo più semplice per schierarsi nei fatti con le grandi compagnie petrolifere, dopo aver servito le banche, leccato i piedi a Marchionne, ora tocca ai petrolieri. Andare a votare e votare SI serve da parte operaia per vendicarsi (sempre con i miserabili strumenti di scheda ed urna) del governo dei licenziamenti facili, delle pensioni a morire, della condizione di povertà in cui come operai siamo costretti. Una occasione che non possiamo farci sfuggire, se il referendum raggiunge il quorum e vincono i SI il sorriso borioso diventerà una smorfia.

Alla favola che se vince il si verranno cancellati tanti posti di lavoro non crede nessun operaio, quante fabbriche sono state chiuse, quanti licenziamenti per i profitti sono stati prodotti? Centinaia di migliaia senza che ciò abbia sollevato grandi problemi. Poi basta con questo ricatto del lavoro, non moriremo certo per un lavoro da schiavi.

La scheda e l’urna non potranno certo liberarci dai padroni, nemmeno ci illudiamo di un qualche miglioramento della nostra condizione con questi strumenti. Abbiamo imparato che ciò che conta è la forza, ciò che conta è la conquista del potere come operai per spazzare via tutti i ricchi industriali, petrolieri e banchieri. Ma dobbiamo imparare nel frattempo a sfruttare anche i passeggeri contrasti fra borghesi grandi e piccoli.

votare a questo referendum SI e vincere può servire per allargare questi contrasti e rendere i nostri nemici più deboli di fronte ad una ripresa di una sempre più imminente ribellione operaia.



Partito Operaio 7 aprile 2016

operaicontro.it

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