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Guerra e pace

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(25 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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(Imperialismo e guerra)

Per lo scambio di prigionieri in Colombia

Manifestiamo sotto il consolato colombiano a Milano!

(22 Dicembre 2007)

Da oltre 150 anni una sanguinaria oligarchia, telediretta dagli Stati Uniti, sottomette a ferro e fuoco il popolo colombiano. Assenza totale di una vera democrazia, crescita esponenziale dell'ingiustizia sociale e svendita della sovranità e delle enormi risorse del paese all'imperialismo sono la radice di un pluridecennale conflitto sociale ed armato, duramente combattuto tra lo Stato colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, FARC-Esercito del Popolo, nate nel 1964 come risposta popolare all'aggressione perpetrata dal regime di Bogotá contro ogni forma di opposizione.
Nell'ambito di un conflitto interno, le parti contendenti sono solite catturare in battaglia (o in altre circostanze) dei combattenti o esponenti della compagine avversa. Il conflitto colombiano, in questo senso, non rappresenta un'eccezione.
Attualmente, quasi una cinquantina tra ufficiali della polizia e dell'esercito colombiani, nonché tre agenti della CIA e diversi politici del regime sono detenuti nella selva, in potere delle FARC; parimenti, circa cinquecento guerriglieri e guerrigliere si trovano imprigionati nelle carceri dello Stato. Da anni le FARC propongono alla controparte di sedersi a dialogare, in un'area smilitarizzata (i municipi di Pradera e Florida) che garantisca condizioni di sicurezza essenziali ai rispettivi portavoce, al fine di concordare uno scambio di prigionieri che permetta loro di recuperare la libertà.
Nonostante in passato si siano già concretizzati accordi di questo tipo, sia in Colombia sia in altri scenari di guerra, e lo stesso II Protocollo Aggiuntivo delle Convenzioni di Ginevra lo raccomandi vivamente in caso di conflitto interno, il governo di Alvaro Uribe, notoriamente legato al Cartello di Medellín prima, ed ai gruppi paramilitari poi, si è sempre rifiutato. Dimostrando di non avere la benché minima volontà politica di arrivare ad un accordo umanitario, Uribe non solo ha provocato la morte di alcuni prigionieri in potere della guerriglia con scellerati tentativi di riscatto a ferro e fuoco, ma si è anche burlato per anni dei loro familiari che esigono un accordo tra le parti belligeranti. Ignorando il clamore del popolo colombiano e dell'opinione pubblica internazionale, Uribe ha sabotato l'unica possibilità concreta di sbloccare questa grave situazione in tempi brevi: infatti, revocando con ridicoli pretesti a Hugo Chávez un ruolo di mediazione tra le parti, che il Presidente bolivariano stava generosamente svolgendo e che in soli tre mesi aveva ottenuto più risultati di quanti ne avesse raccolti il mafioso governo colombiano nei cinque anni precedenti, il guerrafondaio Uribe ha dimostrato di non volere lo Scambio e di prostrarsi, per l'ennesima volta, ai diktat di Washington.
L'imperialismo, nel frattempo, usa la Colombia come quinta colonna reazionaria in America Latina: con il famigerato Plan Colombia, ariete militare dell'ALCA e dei Trattati di Libero Commercio, gli USA provocano il Venezuela bolivariano e gli altri processi di cambiamento, tentando in modo neo-coloniale di ribaltarne con qualunque mezzo gli assetti e di vanificarne le spinte di trasformazione economico-sociali e politiche. Il burattino Uribe, a capo di un governo illegittimo ed illegale, è il più fedele servo del guerrafondaio Bush ed è il peggior nemico della speranza dei familiari dei prigionieri politici e di guerra.

Sabato 19 gennaio 2008, dalle ore 15.00 in Foro Bonaparte 12 a Milano, mobilitiamoci tutti sotto il consolato della Colombia per esigere con forza la smilitarizzazione dei municipi colombiani di Pradera e Florida, lo scambio di prigionieri tra le parti belligeranti, il ripristino della mediazione del Presidente Chávez e la fine delle provocazioni dell'asse Bush-Uribe contro il Venezuela bolivariano!

Coordinamento Nazionale Bolivariano
http://www.venceremos.it/revolucionbolivariana/

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