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Assalto al palazzo d'inverno

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(17 Novembre 2009) Enzo Apicella

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il giocattolo di Veltroni si è già rotto

(20 Gennaio 2008)

La grande novità della nascita del Partito Democratico con le attese di cambiamento e soprattutto della integrazione tra pensiero cattolico e tradizione socialdemocratica, si è già sgonfiata.
Sono già nate correnti, quella cattolica e quella dalemiana, la presenza degli integralisti teodem è un estremismo che nemmeno nella destra è presente, il segretario Veltroni non appare appoggiato dal partito, non ha pieni poteri e si vede: il “dialogo” sulla riforma elettorale è fallito per veti e diffidenze, interne proprio al PD. La millantata novità del compromesso storico realizzato, dell’incontro fra culture diverse, è già diventata una estenuante mediazione che sa di antico e di non comprensibile.
Vi è un vizio antico nella politica italiana ed è quello che destra e sinistra hanno sempre cercato l’appoggio della Chiesa e così facendo hanno dato ai preti un potere enorme, di arbitri e contemporaneamente di giocatori, inquinando nel profondo la cultura degli italiani che non possono vivere laicamente la politica.
Lasciare le appartenenze religiose fuori dalla politica è l’unica cura possibile per la nostra democrazia già malata di inciuci, furberie, doppiezze, massoneria, poteri forti (quello mediatico al 1° posto), clericalismo.
Personalmente considero Veltroni un personaggio che sembra uscito dalla vecchia DC, un moroteo con un piede a destra e l’altro a sinistra, che però risulta farsesco in quanto la storia non si ripete e la maggior parte dei cattolici non lo segue.
Credo che il partito di Veltroni sia nato morto. L’unico spazio che c’è per fronteggiare la destra appoggiata dal Vaticano è quello antagonista di un nuovo corso politico che metta al primo posto la sostenibilità dell’economia, la riconversione e l’autonomia energetica con fonti rinnovabili,la difesa del potere d’acquisto dei lavoratori e della loro salute, la fuoriuscita dal precariato, la fine dell’immigrazione, l’abolizione di interventi militari all’estero, l’abolizione del Concordato, la laicità della politica.
E questo va fatto con metodi nuovi, che impediscano il riformarsi di gruppi dirigenti inamovibili, a partire dalla regola che tutte le cariche interne e anche quelle parlamentari debbano durare solo due cicli e poi si diventa ineleggibili, senza se e senza ma, e per ogni decisione importante ci sia la consultazione della base da organizzare via internet.
Questo spazio c’è e la scomparsa della sinistra l’ha creato. E’ urgente occuparlo!

20 gennaio 2008

Paolo De Gregorio

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Simoniaci e barattieri nel regno dell'ipocrisia.

Nel canto XIX dell’”Inferno” Dante mette i simoniaci, coloro che fanno turpe mercato delle cose sacre, che sono fitti dentro fori da cui sporgono le piante di piedi accese e le gambe “infino al grosso”.
Nel canto XXI e XXII si trovano i barattieri, coloro che per lucro o per utile personale fecero mercato delle cose pubbliche, che stanno tuffati nella pece bollente, sotto la guardia di diavoli, armati di raffi.
Nel canto XXIII vi sono gl’ipocriti, che camminano eternamente gravati da una cappa di piombo.
Assistendo allo scandalo dei politici e di individui alla politica collegati nella gestione di posti di lavoro nella pubblica amministrazione e di appalti, vediamo sfilare un’enorme schiera nello stesso tempo simoniaca, barattiera ed ipocrita.
Questa schiera, che spesso si è riempita la bocca dicendo di voler affermare una politica economico-sociale più giusta, in cui tutti possano avere le medesime opportunità, in una società più libera ed equa, di fronte a quanto emerge dalle indagini della procura di S. Maria Capua Vetere, prima di Catanzaro e Potenza, rivendica la correttezza della gestione di posti di lavoro, di appalti, di fondi europei e ministeriali, in modo clientelare e da comitati di affari.
L’applauso del parlamento italiano al discorso dell’ex ministro della giustizia del 16.01.08 è eloquente.
Il modo di presentare i fatti sui giornali, nei radio giornali, nei telegiornali ha mostrato una schiera informativa perdonista su realtà, deplorevoli dal lato morale, politico, giuridico.
In generale i mass-media, al di là del finto can can, tendono all’accettazione di situazioni, indegne di una società civile, che si faccia carico della vita di tutti i cittadini.
In questo mondo di simoniaci, barattieri ed ipocriti emerge una verità: non siamo uguali.
Non lo siamo di fronte alla legge, non lo siamo di fronte al lavoro, non lo siamo di fronte alla vita.
Fu chiaro Berlusconi, nella scorsa campagna elettorale,quando affermò che non si poteva pensare che il figlio dell’operaio fosse uguale al figlio del professionista.
Viviamo in una società in cui comitati d’affari, in alcuni casi camuffati da partiti, gestiscono potere economico, finanziario, politico, informativo a vantaggio dei loro aderenti.
Viviamo in una società in cui la libertà, l’uguaglianza, la giustizia valgono solo per alcuni, non per tutti.
La società in cui viviamo non potrà mai dare all’essere umano quella civiltà in cui ognuno possa essere veramente libero nella conoscenza dai bisogni materiali e spirituali.
In questa realtà, al di là della propaganda, si formano individui che basano la vita sulla furbizia, sulle vie traverse, sull’ipocrisia, sulla slealtà, con il sorriso sulle labbra ed il serpente tra le mani.
Le persone che vivono ispirandosi alla dignità dell’essere umano, sulla tenacia, sulla costanza, sulla coerenza, sulla lealtà, sulla chiarezza, che dicono quel che pensano e pensano quello che dicono vengono messi ai limiti della dimensione sociale.
Per iniziare il duro e difficile cammino verso la libertà è importante cominciare a rendersi conto del mondo che ci circonda, studiarlo, conoscerlo e lavorare per modificarlo.
L’essere umano non deve vivere prigioniero di fame, sete, miseria, tabù, superstizioni e perdersi nel buio di un destino fatale.
L’essere umano deve vivere libero da ogni necessità materiale, deve librarsi nella conoscenza e nell’amore ed illuminarsi ne “il caldo respiro della speranza”, che porti al “dolce sapore del cielo”.
E’ amorale ed indegno di una società che vi possa essere più di metà della popolazione, che debba essere il motore del vivere economico-sociale, prendendo le briciole della torta.
Vogliamo una dimensione sociale in cui ogni essere umano possa “veder le stelle”.

(22 Gennaio 2008)

Iuppiter

iuppiter10@hotmail.com

Mondo nuovo e vecchio mondo.
Ideali ed utopie.

Nuovo Mondo e vecchio mondo.
Ideali ed utopie.


Il capitalismo, progressivo rispetto alle realtà socio-economiche precedenti, non ha risolto in più di duecento anni di storia i problemi materiali e spirituali dell’umanità.
L’umanità è ancora alla ricerca di una vita libera dai bisogni materiali e morali.
La democrazia si è dimostrata incapace di sanare i mali della società.
L’uguaglianza democratica è una chimera!
La borghesia e la classe media detengono il potere.
Il povero è in realtà privo di diritti.
Negli ultimi anni, nonostante i piagnistei, i ricchi sono diventati più ricchi ed i poveri più poveri.
I salari hanno perso potere d’acquisto, il mercato del lavoro è stato colpito da una precarietà stringente, l’utilizzo della forza lavoro nelle unità produttive è stato sempre più assoggettato alle esigenze della produzione e l’essere umano è costretto a vedere il processo produttivo più come una schiavitù che come mezzo di liberazione dalle sue necessità.
“Come il selvaggio deve lottare con la natura per soddisfare i suoi bisogni, per conservare e riprodurre la sua vita, così deve fare anche l’uomo civile e lo deve fare in tutte le forme della società e sotto tutti i possibili modi di produzione.”
Il Capitale
K.Marx.
I governi cambiano, promettono, illudono, ma non smettono di arricchire profitto e rendita.
Solo la realtà dei lavoratori segue un corso non da esseri umani.
Le illusioni divengono delusioni e s’impantanano nella cupa rassegnazione.
Sempre più si scopre che è utopia pensare che questo sistema possa un giorno liberare l’umanità dai suoi bisogni e proiettarla nella vera libertà, basata sulla soddisfazione delle necessità materiali e spirituali.
Le costituzioni democratiche si rivelano per delle grandi menzogne e finzioni, parole vuote senza significato per la stragrande maggioranza dei cittadini.
La storia s’incarica di demolire utopie e chimere e renderle chiare nella loro essenza.
Il capitalismo non può essere l’ultima frontiera dell’umanità, perché non ha garantito, non garantisce, non potrà mai garantire una vita vera ad ogni essere umano.
Chi dice e pensa diversamente si crogiola nell’utopia, conveniente, ma pur sempre chimera.
Il “Mondo Nuovo” è oltre la realtà del profitto.
“Per “Nuovo Mondo” noi intendiamo un mondo di amore, libertà, fratellanza, uguaglianza, pace.
Intendiamo un mondo dove tutti collaborano alla vita sociale e produttiva e quindi tutti lavorano, tutti hanno una casa.
Tutti hanno un tempo per il lavoro, un tempo per la conoscenza,un tempo per lo svago e il tempo libero.
Il nuovo mondo è una società dove liberamente si esprime il pensiero e dove al centro della vita economico-sociale non c’è il profitto, ma l’essere umano ed i suoi bisogni materiali ed intellettivi, dove esiste la libertà dal bisogno materiale e morale, intesa come libertà nella conoscenza.”
Giuseppe Calocero
Il caldo respiro della speranza.
Il “Mondo Nuovo” è ideale, ma basato sull’analisi scientifica dell’attuale realtà sociale, è ragione non fede.
Se ognuno si liberasse della cappa delle ideologie dominanti, dei tabù, delle superstizioni, dei falsi moralismi e librasse la sua mente ed il suo cuore nella libertà della conoscenza vedrebbe con chiarezza la nuova frontiera dell’umanità e si approprierebbe dell’etica del futuro, del mondo nuovo.
L’unico modo per superare il dissidio tra profitto e produttori e dare all’umanità una società libera, eguale, fraterna, pacifica.
“Il comunismo è, in quanto compiuto naturalismo, umanismo, e, in quanto compiuto umanismo, naturalismo. Esso è la verace soluzione del contrasto dell’uomo con la natura e con l’uomo; la verace soluzione del conflitto fra esistenza ed essenza, fra oggettivazione ed affermazione soggettiva, fra libertà e necessità, fra individuo e genere.
È il risolto enigma della storia e si sa come tale soluzione.”
Manoscritti economico-filosofici.
K.Marx.
Le persone che amano il genere umano, che non si crogiolano nel loro egoismo ed individualismo, nel limite misero del possesso di qualcosa, devono uscire dal labirinto delle ideologie e mettere in campo cuore e cervello per risolvere l’enigma e dare soluzione alle speranze del genere umano.
Il senso dell’avere non potrà ancora per molto alienare tutti i sensi fisici e spirituali, che sono sociali e quindi emancipati.
Con l’emancipazione dai bisogni l’umanità ritroverà la sua intima ricchezza.

(28 Gennaio 2008)

iuppiter

iuppiter10@hotmail.com

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