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Pro mutuo mori

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(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
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Morto un altro militare italiano in Afghanistan.

Ritirate subito le truppe dai fronti di guerra

(14 Febbraio 2008)

L’uccisione di un altro militare italiano sul fronte di guerra in Afghanistan (sono ormai tredici i soldati uccisi in questi anni), conferma la validità della richiesta del ritiro immediato delle truppe italiane dall’Afghanistan e dagli altri teatri di conflitto” è quanto sostengono in un appello gli attivisti No War organizzatisi – dopo la manifestazione del 9 giugno – in un Patto permanente contro la guerra di cui fanno parte Cobas, Sinistra Critica, Rete dei Comunisti, Action, il Pcl di Ferrando, i centri sociali del Nord est, le RdB/CUB, la Rete 28 aprile della Cgil, la rete Disarmiamoli ed altre associazioni. Il Patto permanente contro la guerra chiede di votare contro il decreto di rifinanziamento in blocco “Sul carattere colonialista delle missioni militari italiane all’estero già il la nostra assemblea nazionale del 27 gennaio ha chiarito che non sono accettabili né credibili distinguo sulle missioni”. Il giudizio sulle missioni italiane all’estero è severo “Le denunce di Peacereporter confermano non solo che le truppe italiane sono impegnate in combattimenti in Afghanistan ma che i soldati italiani si sono resi responsabili di vittime anche tra i civili. Nei Balcani la partenza ormai prossima di un nuovo contingente militare italiano nel quadro della Missione Europea (che3 si aggiunge a quelli già presenti da nove anni sul terreno), andrà a tutelare militarmente la secessione del Kosovo così come richiesta dalla ridefinizione della mappa geopolitica della regione auspicata dagli USA e dalle potenze dell’Unione Europee. In Libano la situazione peggiora settimana dopo settimana”. Il Patto permanente contro la guerra chiama dunque tutte le reti, le associazioni e le organizzazioni “protagoniste della mobilitazione di questi mesi (inclusa quella pienamente riuscita dello scorso 26 gennaio) all’iniziativa sotto il parlamento contro il decreto che rifinanzia le missioni militari all’estero.

La sinistra vota per il ritiro delle truppe? Potevano farlo due anni fa

La decisione dei partiti della Sinistra Arcobaleno di votare no al decreto che rifinanzia la missione militare in Afghanistan, non entusiasma gli attivisti No War del 9 giugno.
“Avrebbero dovuto votare contro nel luglio 2006 o a marzo del 2007” dice Sergio Cararo “in quelle occasioni si poteva mettere concretamente in crisi la partecipazione italiana alla guerra permanente in Afghanistan e sugli altri fronti di guerra. La capriola che fanno oggi PRC, Verdi, PdCI ha il forte profumo di opportunismo a fini elettorali”
Duro anche il giudizio di Walter Lorenzi della rete Disarmiamoli “La responsabilità politica della morte dei militari italiani e delle migliaia di civili di questi ultimi due anni di guerra ricade sui partiti, sui singoli senatori e deputati che nel 2006 e nel 2007 hanno votato a favore del rifinanziamento di tutte le cosiddette “missioni di pace”. Analogo il giudizio della Rete Disarmiamoli che in un comunicato sottolinea che “Non sarà certo un’ennesima capriola pre elettorale, tanto meno un tardivo distinguo sulla sola missione afgana a salvare un ceto politico direttamente compromesso con la politica militarista e neo colonialista del decaduto governo Prodi”. Dunque ancora niente segnali di pace tra i movimenti No War che il 9 giugno sfidarono gli stati maggiori dei partiti della sinistra manifestando in migliaia per conto loro e relegando i partiti in una manifestazione assai poco partecipata a Piazza del Popolo.

13/2/08. Roma.

RCA

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