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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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Nietzsche e Marx non si davano la mano…

(25 Marzo 2008)

Che il Partito della Rifondazione Comunista (PRC) ormai seguisse una strada di liquidazionismo ideologico lo si sapeva da tempo, ma devo ammettere che sono rimasto allibito e sconvolto quando ho letto l’articolo sull’ultima pagina di “Rifondazione” il mensile della Federazione Svizzera del PRC. Mi riferisco all’articolo sul filosofo Friedrich Nietzsche che viene quasi esaltato.

Andiamo con ordine: il 24 agosto 2000 il quotidiano del PRC “Liberazione” esce con un articolo in onore al filosofo suddetto per i 200 anni dalla morte. Lo stesso faceva un altro quotidiano: Il “Secolo d’Italia” edito dai post-fascisti di Alleanza Nazionale. E già qui c’è da chiedersi come mai due giornali con una linea così diversa abbiano gli stessi idoli! Non sono infatti i fascisti ad aver rubato un simbolo alla sinistra, sono i “comunisti” che vanno a inginocchiarsi ai simboli della destra! Se non mi sbaglio questa tradizione – che Bertinotti tanto apprezza – si chiama “apertura al dialogo”, io invece la chiamo senza tanti giri di parole: revisionismo, liquidazionismo, ignoranza e distruzione della nostra identità! Il 30 maggio 2002 “Liberazione” si ripete: evidentemente non ci sono altri filosofi in giro! In occasione della pubblicazione di un libro del giornalista craxiano Massimo Fini sulla figura di Nietzsche, l’organo di Rifondazione concede un’intera pagina per esaltarne il pensiero. Anche questa volta in contamporanea con un altro quotidiano… sì, il solito “Secolo d’Italia”! A me verrebbe la pelle d’oca… E adesso siamo nel 2007 ed ecco che anche il fratellino di “Liberazione” stampato in Svizzera torna su questo nuovo idolo dei sedicenti comunisti.
L’estrema destra e i rifondarli concordano nel sostenere che Nietzsche era un sant’uomo che i nazisti hanno sfruttato. Nessuno si chiede però, fra le tante filosofie presenti sul mercato (sì il mercato, perché ormai è una moda citare filosofi per farsi vedere colti), perché Hitler abbia scelto proprio quella di Nietzsche.
Vogliamo conoscere un po’ di più questo grande filosofo osannato da tutti? Nietzche esalta l’immoralità come strumento di abbattimento della morale borghese. E’ evidente che in quanto marxista io sia contro la morale borghese, tuttavia il movimento operaio mi ha insegnato che alla morale borghese va contrapposta una nuova morale, quella della libertà emancipatoria. Insomma, se è vero che il filosofo tedesco vedeva la crisi in cui era finito il sistema borghese della fine dell’800 e i suoi valori (e questo accadeva anche per un aumento delle contraddizioni di classe in quella società), nello stesso tempo Marx ed Engels, padri del socialismo scientifico cui tutti noi dovremmo riferirci (dialetticamente, e non pensando che questi maestri siano delle mummie) parlavano di comunismo per uscire da quella situazione. Nietzsche, invece, cosa faceva? Come giustamente dicono i marxisti-leninisti italiani (che forse hanno studiato un po’ più di filosofia di tanti che pensano di rifondare il comunismo allontanandosi da Marx), Nietzsche predicava l’uscita da quella crisi sociale “attraverso l’accentuazione e l’esaltazione proprio di quei caratteri che stanno alla base della società classista: l’individualismo, il dominio di una aristocrazia di uomini eletti sulla maggioranza considerata alla stregua di schiavi senza anima né valore, senza alcun diritto alla felicità e al benessere, la spietatezza, la sopraffazione, la guerra e la conquista fine a sé stesse, come metodo di selezione naturale di una razza superiore (il cosiddetto superuomo), spingendo tali valori fino alle più estreme e folli conseguenze, al di là di ogni concetto di bene e di male, pur di farli trionfare”. Nietzsche non solo non ritiene necessario lottare contro le disuguaglianze di partenza (di classe) ma addirittura ritiene impossibile un riscatto per chi è in una condizione di sfruttamento. Nietzsche era quindi agli antipodi delle idee egualitariste di Rousseau, ad esempio. Leggiamo questa citazione: “Tutto ciò che blandisce, che allevia e che porta avanti il ‘popolo’ o la ‘donna’, opera in favore del suffragio universale, cioè a dire del dominio dell’uomo inferiore”.

Se io affermassi pubblicamente anche solo la metà della frase appena letta sarei espulso da tutti i partiti non solo comunisti ma anche borghesi. Se invece questo discorso lo fa Nietzsche i “comunisti” gli regalano un’intera pagina di giornale, cercando i punti di contatto con la nostra tradizione.

Le femministe, poi, che tanto sbraitano in Rifondazione sui cosiddetti “maschi oppressori”, dovrebbero urlare anche quando il loro giornale si permette di fare propaganda per un filosofo di destra! Nietzsche infatti è misogino: la donna è considerata inferiore e serve unicamente a partorire soldati che servono come carne da macello per stabilizzare il potere dei super-uomini. Proprio ideali di sinistra, non c’è che dire! Carne da macello, dicevo? Già, perché Nietzsche non era certamente pacifista e aborriva la non-violenza (toh, la non-violenza, quella nuova ideologia che guida Rifondazione…). Per creare il super-uomo infatti ci vuole la guerra che rigenererebbe l’umanità: per Nietzsche bisogna “modellare l’uomo del futuro per mezzo della disciplina ed anche per mezzo dell’annientamento di milioni di bruti e informi”. Chi ha il coraggio di fare un discorso del genere al Congresso del proprio partito? Proprio il massimo della coerenza! Liquidare la nostra ideologia, significa cadere nella confusione e nell’interclassismo, il che è sempre a favore della reazione!
E dopo aver detto tutto ciò, secondo voi, c’è da meravigliarsi se qualche decennio più tardi i nazisti recupereranno il pensiero di Nietzsche? Trovo quindi non solo sbagliato ma pericoloso che si cerchi di far accettare al pubblico di sinistra un pensatore che si trova agli antipodi della nostra cultura di emancipazione sociale! La volontà di Rifondazione di farci credere che fra Nietzsche e Marx vi siano elementi di contatto è un grave opportunismo che va condannato senza mezzi termini.

Dicembre 2007

Massimiliano Ay
(membro del Comitato centrale del Partito Svizzero del Lavoro)
http://www.sisa-info.ch/ay

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Commenti (5)

Ignoranza e malafede

Questo articolo, una rimasticatura di quanto già scritto dal Bolscevico, giornale mao-folkloristo, che solo in Canton Ticino, può ancora venire preso seriamente, unisce una discreta dose di ignoranza e malafede.
Che Nietzsche fosse politicamente reazionario è indubbio, che la sua riflessione filosofica rappresenti una espressione della crisi della modernità capitalistica. Non è un caso che una parte importante di cultura, sicuramente di sinistra ed anche marxista, abbia ritenuto di doversi confrontare criticamente con questo pensiero.
Quanto alla malafede, l'autore si dimentica di ricordare che uno dei filosofi italiani che sostiene maggiormente una lettura di sinistra di Nietzsche è Gianni Vattimo, presentato come candidato di prestigo dal PdCI alle elezioni europee. Oppure che l'autore di una fondamentale e per nulla liquidatoria biografia filosofica di Nietzsche sia stata scritta da Domenico Losurdo, intellettuale sponsorizzato dall'Ernesto. Sia Vattimo e che Losurdo sono assolutamente ostili agli orientamenti del PRC.
Allora tutti "liquidatori" e "opportunisti"? Come direbbe Totò (noto comico monarchico): "ma mi faccia il piacere!".

(28 Marzo 2008)

Franco Ferrari

franlui56@virgilio.it

Sull'interpretazione

Ciao, io non sono un grande esperto di filosofia, anche se infine, come tutti, ne possiedo una mia.. non sono neanche un gran esperto di movimento e di comunismo anche se ho sempre "simpatizzato" pur n appartenendo alla classe dei lavoratori, ho 27 anni, ho studiato sulle spalle dei miei, e non ho mai lavorato tranne qualche piccola esperienza qua e là. è un periodo in cui sto riflettendo molto sulla mia coerenza in fatto di "simpatie" e bisogno di trovare un lavoro che sia attinente a quello che ho studiato, disegno industriale - comunicazione. quindi marketing, quindi pubblicità, quindi vendita. quindi spesso questo mi porterà lontano dal fare ciò che credo sia giusto.

Di recente ho letto "Così parlò Zarathustra" e in effetti l'ho trovato a tratti davvero illuminante, anche se spesso mi è venuto qualche dubbio proprio per il suo contrapporre il superuomo al resto degli esseri umani.

Riflettendoci poi, sono arrivato alla conclusione (personale) che in ogni idea di movimento, in ogni gruppo, in ogni partito c'è sempre (a volte implicito) un modello antitetico.. nel senso che in maniera astratta ciò che resta fuori dal superuomo può essere interpretato a seconda del punto di vista, un fascista o un comunista.

Io credo però (a mia interpretazione) che questo superuomo di cui parla Nietsche sia il risultato del cammino che il vecchio uomo normale, inizialmente identico a ciò che supera, compie per arrivare a conoscere se stesso e per prenderne il controllo. é individualismo, ma in questo caso il suo scopo è essenzialmente quello di essere davvero pronto al rapporto con l'altro. Cinicamente, come succede in ogni movimento, chi non intraprende questo cammino resta fuori.

Non so se questo libro all'epoca in cui fu scritto fosse a suffragio di pochi eletti, ma parlando al presente, se ognuno lo leggesse e decidesse di superarsi (non di superare gli altri, perché il superuomo supera l'uomo e non "gli uomini") non credo che porterebbe per forza di cose al dominio di una aristocrazia di uomini eletti, alla spietatezza, alla sopraffazione, alla guerra e alla conquista fine a sé stesse.

Certo è sempre una questione di interpretazione, però se è vero che alla morale borghese va contrapposta una nuova morale, può essere altrettanto vero che all'interpretazione fascista può essere contrapposta un'interpretazione nuova.

Purtroppo non conosco l'effettivo sfruttamento che i Nazisti possano aver fatto del filosofo, posso immaginarlo, credo però che da sempre certi "simboli" sono sovraccaricati di significati che di per sè non hanno. fa parte della propaganda.

Mi scuso se nel difendere ciò che di Nietsche mi è parso buono forse ho oltrepassato il confine però penso che l'apertura al dialogo non sia una cosa cattiva, soprattutto perché in questo caso il dialogo avviene innanzitutto con Nietsche e non con l'interpretazione di qualcun'altro. è un dialogo muto, è una lettura, ed è quindi soprattutto un dialogo con se stessi.

(28 Marzo 2008)

ntoflip@yahoo.it

Nietzsche??? concordo in parte

Io penso che Nietzsche, sia stato strumentalizzato molto nel corso del tempo, non critico le vostre analisi, esatte, al massimo in alcuni punti se ne estremizza il pensiero .

Penso che questo filosofo non abbia dettato nessuna filosofia politica, a differenza di Marx, secondo me ha descritto la parte cupa della natura umana, quella più cruda e malvagia che in molti fanno finta che non esista o credono di poterla eliminare; ha sostenuto l'abbattimento di valori presistenti, e non smentendo comunque la forma reazionaria con cui s'esprime, credo che non possa essere criminalizzato a causa di chi ha esaltato ed esasperato il suo pensiero, questo dipende molto dal soggetto che apprende le sue nozioni e con quale spirito o desiderio si accinge alla lettura e ne mette in pratica gli insegnamenti: ritengo errato dire Nietzsche=Hitler, è come se dicessimo Marx=Stalin.

Sono pienamente concordo che non può essere un fondamento del pensiero "de sinistra" e che c'è un mercato dell'editoria che sa quali pensatori è meglio pubblicare.

Un ultimo appunto: secondo me si può ragionare a sinistra non partendo da Marx(non buttandolo nel cesso, sia chiaro), sempre che nel terzo millennio si voglia cercare una certa unità fra comunisti, anarchici e socialisti per "rivoluzionare" sia il pensiero che il sistema capitalista

Un cordiale saluto e contento d'avervi scoperto.

(1 Aprile 2008)

roob

r.servizi@gmail.com

Nietzsche e gli operai

Leggete, leggete le cose che scriveva Nietzsche sugli operai e vi passerà del tutto la voglia di considerararlo tra i maestri da tenere presente

Il Nostro considerava gli operai meri strumenti della produzione, essere inferiori da cui ricavare carburante per fare marciare gli ingranaggi della società.

Non sono tra i Puristi del socialismo ma non condivido questa moda della contaminazione del pensiero socialista, un pensiero di liberazione umana con il pensiero della sopraffazione dei più forti sui più deboli., E non ditemi che banalizzo le idee del filosofo tedesco.

(1 Aprile 2008)

pietro ancona

pietroancona@tin.it

Basta prendere filosofi di destra come esempio!

Losurdo è uno di coloro che considera la riscoperta di Nietzsche da parte di certi "comunisti" parte integrante del revisionismo del PRC. Nietzsche di sinistra non ha niente!

(12 Giugno 2008)

Gianni

gianni_stella@hotmail.com

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