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(5 Giugno 2008)
“Ogni volta che cambia Ministro siamo costretti a ricordargli il galateo e le norme che regolano le relazioni sindacali nel pubblico impiego, lo faremo anche con Brunetta, così come abbiamo fatto con il suo predecessore Nicolais”. Pierpaolo Leonardi Coordinatore generale della Confederazione RdB/CUB risponde così alla notizia di stampa secondo cui, nel pomeriggio di oggi, il neo Ministro per la Funzione Pubblica Brunetta incontrerà separatamente, e prima dell’incontro ufficiale con tutte le organizzazioni – compresa quindi la RdB CUB -, i Segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl escludendo quindi proprio la RdB/CUB ed il suo Coordinatore Leonardi.
“E’ molto grave quanto sta accadendo in materia di relazioni sindacali alla Funzione Pubblica – prosegue Leonardi -. Prima lo sgarbo della convocazione ad personam per la presentazione del Piano Industriale, poi questa dell’esclusione della RdB/CUB e l’inclusione dell’UGL che, nel pubblico impiego può vantare a malapena meriti politici, non certo di peso sindacale come dimostrano i recenti risultati nelle elezioni per le RSU in cui la RdB/CUB mantiene il 5% in 6 comparti ed aumenta sensibilmente i voti, mentre l’Ugl ottiene due comparti solo grazie ad apparentamenti con altri sindacati autonomi”
“Con Nicolais fummo costretti a rimanere nel Ministero 48 ore per costringere il Ministro del centro sinistra a ripristinare corrette relazioni sindacali, se il centro destra utilizzerà gli stessi metodi, noi non ci tireremo indietro, siamo un sindacato indipendente e, a differenza di altri, non abbiamo governi amici” conclude Leonardi.
Roma, 4 giugno 2008
Rappresentanze Sindacali di Base Pubblico Impiego - Confederazione Unitaria di Base
Brunetta veicola la propria "violenta" attività riformistica in un modo piuttosto involuto. Non sapendo affrontare il dialogo, divelle il dialogo. Con una piattaforma sciaguratamente antiliberale e anche antieconomica di piano industriale, non può allargarsi a dei destinatari non consenzienti: deve gestire la propria ottica in un contesto di pesi e contrappesi, dove sa di aver ragione. Tanto basta. Ora è una cosa pretendere uno Stato funzionante (dove il funzionamento è comunque equitativo e non vagamente liberista), altra cosa pensare ad una rivoluzione bianca di assenza di contratti e di cottimisti del servizio pubblico.
(8 Giugno 2008)
Domenico Bilotti
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