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Trayvon

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(20 Luglio 2013) Enzo Apicella
Assolto il vigilante George Zimmerman che nel 2012 uccise il 17enne nero Trayvon Martin

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Stop alla repressione

(12 Luglio 2008)

L’operazione repressiva contro i disoccupati organizzati del Coordinamento di Lotta per il Lavoro è un atto politico che va ben al di là degli episodi specifici contestati ai 10 arrestati.
Occupare simbolicamente un palco vuoto o bloccare una strada sono, da sempre, particolarmente nell’area napoletana, forme di mobilitazione e di protesta con cui i movimenti di lotta hanno rappresentato in forma pubblica le loro ragioni sociali. Evidentemente – questa volta – la Questura e la Procura della Repubblica, in sintonia con il nuovo operato del governo del Cavaliere, hanno voluto lanciare un monito verso quanti animano il conflitto su tutto l’arco dei problemi e delle contraddizioni sociali.

Questo episodio repressivo segue a quello subito, la settimana scorsa in Piazza Plebiscito in occasione della venuta di Berlusconi a Napoli, dai disoccupati di Banchi Nuovi, UDN e dalle altre sigle dei movimenti dei senza/lavoro. Del resto avevamo già assaggiato, nel corso delle giornate di lotta a Chiaiano, la mano pesante degli apparati repressivi dello stato (denunce, pestaggi polizieschi, alcuni arresti..) ed anche in quella occasione il messaggio, direttamente impulsato, con modalità bipartizan, da Berlusconi a Bassolino, era quello di fare terra bruciata contro ogni tentativo di difesa collettiva delle proprie condizioni di vita a fronte di un uso antisociale della cosiddetta emergenza/rifiuti. Lo stesso dispiegamento dell’Esercito nel cantiere dell’Inceneritore di Acerra e nella cava di Chiamano è un preoccupante segnale di militarizzazione dello scontro.
Questa volta è toccato ai disoccupati che stanno lottando per affermare concretamente un vero Piano di Raccolta Differenziata il quale rappresenterebbe per tutta l’area metropolitana di Napoli anche un ottimo volano occupazionale verso il dilagare della disoccupazione e della precarietà.

Questo ennesimo atto repressivo non deve passare sotto silenzio.

Non è più possibile affrontare la repressione e la criminalizzazione delle lotte sociali in ordine sparso ed in forma frammentata. Le migliaia di provvedimenti giudiziari e penali, accumulati negli ultimi anni, dal 2001 ad oggi, contro centinaia di attivisti dei movimenti sono una zavorra che inibisce lo sviluppo e la generalizzazione delle lotte e dei loro obiettivi.
Quanti, a vario titolo, sono interessati alla ripresa di un protagonismo sociale basato sul conflitto, la mobilitazione e le lotte devono pronunciarsi, inequivocabilmente, a fianco dei movimenti sociali per spezzare questa allucinante politica dispotica ed autoritaria.
Accanto alla piena libertà degli arrestati di questi giorni occorre rilanciare, sul piano generale, una battaglia, politica e culturale, per la piena LIBERTA’ di MOVIMENTO.

I diritti e le mobilitazioni dei lavoratori, dei precari, dei migranti e delle comunità popolari non sono equiparabili o interpretabili con gli strumenti del Codice Penale. Le rivendicazioni e gli obiettivi che reclamiamo parlano il linguaggio dell’autorganizzazione, della lotta e della radicalità e non saranno, in alcun modo, depotenziati e distrutti!!

Federazione Campana dell’RdB/CUB, Laboratorio Occupato Insurgencia, Laboratorio Occupato SKA, Centro Sociale Officina 99, Red Link, Rete dei Comunisti, Confederazione COBAS, Collettivo No_Border, Collettivo Operatori Sociali……..

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