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Rifugiato o clandestino?

Rifugiato o clandestino

(5 Aprile 2011) Enzo Apicella

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(La tolleranza zero)

Arrivano i “nostri”

(6 Agosto 2008)

3.000 militari a spasso nelle nostre città a contrasto della microcriminalità che, nonostante le statistiche continuino a registrare in calo, è quella che “fa notizia” e soprattutto porta voti e consensi.

Della grossa criminalità è meglio non occuparsene, troppi rischi, troppe commistioni, troppi interessi. Il denaro, anche se frutto di traffici illeciti, ritorna a profumare di pulito se investito in attività produttive “lecite” e i mafiosi in colletto bianco continueranno a proliferare nonostante i parà per le strade.

I padroni continueranno a ammazzare ed a arricchirsi sulla fatica della gente che lavora ma nessun granatiere busserà alla loro porta. Ammazzare un operaio non è reato, è fatalità. Sfruttare il lavoro altrui è opera meritoria, garantita e tutelata dalla legge. Abbassare i salari fino al livello della mera sopravvivenza non è rapina, ma una conseguenza inevitabile del mercato e della libera economia.

Le vecchine sono terrorizzate dai balordi e dagli scippatori, i tabaccai vivono con angoscia l’ora in cui dovranno ritornare a casa con l’incasso della giornata… tranquilli 3.000 soldati ben addestrati …proteggeranno centri per gli immigrati e stazioni, consolati americani e israeliani, luoghi di ritrovo di turisti danarosi e altri “obiettivi sensibili”.

Occuperanno le posizioni armati solo di “armi a canna corta” perché - insomma - non siamo mica a Beirut o a Kabul!

L’importante per ora è far passare il principio che è qualcosa di naturale che professionisti della guerra abituati a uccidere a comando, reduci dalle “eroiche” azioni di pacificazione a Bagdad e in Somalia, si ritrovino a pattugliare le nostre strade e i nostri quartieri.

L’importante è far capire che lo stato è presente e pronto con la sua macchina militare anche sul “fronte interno”, e con una struttura molto più affidabile e molto meno “democraticamente” controllabile delle "regolari" forze di polizia.

Col tempo, poi, verranno i checkpoint magari davanti alle fabbriche più combattive, ai centri sociali, alle università, la difesa manu militari delle basi Usa e dei cantieri Tav, l'impiego a difesa dell'ordine pubblico e della “legalità democratica” … e delle vecchine e dei tabaccai - statene certi - nessuno si preoccuperà più.

4 agosto 2008

Gattoselvaggio a cura di Mario Gangarossa
http://www.sottolebandieredelmarxismo.it/

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