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(4 Settembre 2011) Enzo Apicella

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(Il nuovo ordine mondiale è guerra)

Georgia: la foglia di fico del "diritto" non copre il frutto del profitto!

(29 Agosto 2008)

Ormai, l’interdipendenza capitalistica e’ tale che ogni scontro armato regionale viene utilizzato nella dislocazione di forze tra blocchi continentali imperialisti.
E’ quello che e’ puntualmente accaduto anche con l’ invasione Russa della Georgia.
E’ evidente che, a 20 anni dalla rottura del vecchio equilibrio bipolare, di fronte al fallimento dell’ideologia del pensiero unico pacificatore espressione dell’unilateralismo armato U.S.A., non riesce a definirsi il puzzle di un nuovo equilibrio strategico tra le potenze.
Questa difficolta’ e’ certamente dovuta all’aumento dei contendenti il profitto mondiale, dato l’ingresso di almeno 2 blocchi imperialisti ( U.E. e Cindia ) e di decine di medie potenze nel gioco della spartizione mondiale.
Una complicazione planetaria che allunga i tempi della nuova stabilizzazione pluripolare.
GEORGIA
La foglia di fico del diritto non copre il frutto del profitto.

Tutto lo scacchiere geostrategico degli approvvigionamenti energetici e’ stato scosso dalla guerra lampo Russa in Georgia, lambendo il tracciato dell’oleodotto Baku-Tblisi-Ceyhan che dall’Azerbaijan alla Turchia e’ una delle arterie fondamentali delle forniture all’occidente.
Questo il dato materiale, al di la dello “scontro” di “civilta’” tra un’America sostenitrice delle “autonomie” ed una Russia impegnata contro i “ribelli “separatisti.
Un dato materiale che oltre ad aver gia’ provocato, di fronte all’indifferenza delle “societa’ civili” di ogni latitudine, migliaia di morti, ha accelerato tendenze profonde da tempo riscontrabili.
Tutti i padroni del mondo si richiamano alla violata “legalita’ internazionale”, ma ciascuno di loro tira acqua al mulino dei propri interessi, sfruttando la situazione per rafforzarsi, o per tentare di uscire da situazioni di difficolta’.
La “guerra elettorale”di Bush ha provocato l’ennesimo tentativo di ricompattamento Russo nella ricerca di un rinnovato ruolo internazionale da grande potenza, sancendo un suo parziale disimpegno dalla N.A.T.O., che probabilmente non gli impedira’ di continuare ad impegnarsi nel “Quartetto” di stabilizzazione e spartizione medio-orientale.
L’U.E. prova a svolgere un ruolo di mediazione politica unitaria che, senza rompere il circuito degli affari e della dipendenza energetica ad est, la pone oggettivamente come controaltare dell’”armatismo permanente” U.S.A.
Cina e India nicchiano nella condanna dell’”invasione russa” perche’, essendo economicamente presenti ed interessati alla zona che si estende dal Caucaso all’Asia centrale, tendono, con il loro silenzio, ad isolare U.S.A. e U.E.; l’analisi strategica che ispira queste due potenze e’ quella di controbilanciare la presenza EuroAmericana in Asia centrale ed in mediooriente, aree dove stanno espandendo presenza e profitti economici, finanziari e militari ( Cina e India, tra l’altro, sono i principali partner economici dell’Iran ).
In questo scenario, c’e’ chi intravede l’inizio di una nuova “guerra fredda”……
A noi pare che la moltiplicazione di guerre e guerriglie etnico-locali giocate per delega dalle potenze negli angoli strategici del pianeta preludano da un lato a nuovi equilibri frutto dei rapporti di forza temporaneamente composti, dall’altro alla possibilita’ di futuri allargamenti dei conflitti armati anche
tra blocchi continentali, imposti dall’inasprimento della concorrenza interimperialistica e dalla impossibilita’ di una sua soluzione diplomatica.
Di certo, le chiacchiere di “complotto americano”, di “invasione russa”, di “sanzioni”, di ripristino della “legalita’ internazionale” non spiegano piu’ nulla, di fronte al prevalere della forza sull’ideologia.
La foglia di fico del ricorso al “diritto delle nazioni” non riesce piu’ a nascondere il frutto succoso del profitto mondiale.
Il guaio e’ che i produttori di questo profitto mondiale, i proletari, sono l’unica potenza assente sul campo, sfruttati, divisi, intruppati in mille eserciti, ingannati da troppi nazionalismi, fondamentalismi, millenarismi religiosi.
I tempi lunghi della riscossa, della riappropriazione della consapevolezza, dell’internazionalismo, della trasformazione della coscienza di classe da “in se’” a “per se” non possono essere accorciati solo dall’estensione e dall’approfondimento delle contraddizioni capitalistiche.
Essenziale e’ la presenza dell’organizzazione rivoluzionaria!
E’ a questo che lavoriamo, denunciando ancora una volta il silenzio dei nostri pacifisti sul “sangue di serie b”, impegnati evidentemente nella impossibile riesumazione della loro sinistra, quando non direttamente a megafonare le sorti progressive e “pacifiche” della loro Europa.

comunisciolti ( arrivederci a novembre... )

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