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(21 Settembre 2012) Enzo Apicella

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TAV: l'Umbria destinata ai viaggi lumaca

(9 Settembre 2008)

Il servizio del Trasporto Regionale dell’Umbria si impernia principalmente sulle linee Roma – Ancona, Roma –Foligno, Roma –Perugia –Terontola e Terontola – Orvieto - Roma

Tali servizi vengono effettuati da treni con carrozze fatiscenti ed inefficienti causa la mancata manutenzione ed il mancato rinnovo già da tempo promesso del parco. E’ stato infatti bloccato l’acquisto più volte annunciato di nuove mille carrozze indispensabile per il rinnovo graduale di un parco rimorchiato per pendolari costituito da circa 4000 carrozze in esercizio alcune da circa venti anni altre addirittura da oltre quaranta anni, per contro il finanziamento ottenuto dallo Stato è stato invece utilizzato da F.S. per dimostrare un fittizio miglioramento del bilancio.

Una rilevante parte del parco di cui sopra, composta da circa 2300 carrozze, denominate carrozze “a media distanza”, saranno prossimamente oggetto di un notevole impegno economico, ma solo per un rinnovo a carattere esclusivamente estetico senza peraltro intervenire nella ristrutturazione degli impianti in particolare oggetto dei sotto elencati guasti quali:

• Sostituzione degli impianti di climatizzazione di cui tutte queste carrozze sono dotate ma che da anni sono in circolazione per 1/3 con l’impianto fuori uso e le restanti con l’impianto mal funzionante sia d’estate che d’inverno;
• finestrini bloccati con impianto di condizionamento guasto;
• porte esterne fuori servizio per lunghi periodi;
• porte interne rotte e pericolose per i viaggiatori;
• porte intercomunicanti guaste nell’automatismo faticose e pericolose da manovrare;
• degrado della pulizia delle carrozze ai massimi livelli con sedili impraticabili per la presenza di inqualificabili macchie scure, oltre ogni limite non solo di decoro ma soprattutto di una minima salvaguardia dell’igiene;
• ritirate impraticabili se non addirittura fuori servizio il cui fetore invade persino l’ambiente riservato ai viaggiatori. Non è prevista alcuna sostituzione delle attuali ritirate a scarico aperto con le ritirate a trattenuta dei reflui nonostante le direttive della normativa europea ne abbiano già imposto l’impiego sui treni al fine di limitare i noti problemi ambientali.

Altro grave disservizio su queste linee è rappresentato dai quotidiani ritardi che tali treni accumulano lungo il percorso, senza una visibile giustificazione, ma che mette regolarmente in difficoltà i viaggiatori che giunti a Foligno, devono prendere la coincidenza per Perugia.

Anche il tanto auspicato “ agente unico di macchina” individuato da F.S. come elemento determinante per la riduzione dei costi, di fatto non porta alcun vantaggio, in quanto il capo treno è obbligato a stare in cabina di guida come 2° agente, non potendo svolgere l’attività di controllo biglietti ed infatti nei treni Regionali un buon numero di viaggiatori non paga il biglietto, in quanto si è diffusa la notizia, tra l’altro corrispondente alla realtà, che su tali treni non si effettua il servizio di controlleria né a bordo né a terra.

E’ da rilevare, inoltre, che la città di Perugia ad ogni cambio di orario dei treni risulta sempre più in difficoltà se non addirittura emarginata nei collegamenti con Roma soprattutto per i pendolari, e ciò accade nell’assoluta indifferenza di Taluni alti Vertici della Regione.

Tanto più che dal 2010, con la fine prevista dei lavori per l’ Alta Velocità, la liberalizzazione del Trasporto Ferroviario, tanto declamata dal Presidente di F.S. Cipolletta e dall’Amministratore Delegato Moretti, e il conseguente avvento di nuovi Vettori Ferroviari Privati, gli stessi chiederanno a RFI tracce orarie di mercato consone alle esigenze della loro “Clientela”, come conseguenza ci vorranno più di 3 ore di viaggio da Perugia a Roma, contro le attuali 2 ore e 34 minuti di percorrenza media di un treno regionale.

Questo sarà l'impatto, che avrà il progetto AV /AC la famosa “ T ” che permetterà il collegamento Torino – Milano – Venezia - Napoli in meno di quattro ore, sulle migliaia di pendolari (se ne contano oltre 5.000 soltanto tra gli Umbri) e di coloro i cui treni impostati con velocità a 160 Km orari, secondo gli Amministratori F.S. non beneficeranno più dell’attuale percorso della direttissima da Roma fino ad Orte e v.v., ma perderanno il così detto“diritto acquisito di percorrenza” ottenuto con l’ inaugurazione il 24/02/1977 della stessa nella tratta da Roma - Città della Pieve.

Infatti da Orte i treni da e per la Capitale verranno "dirottati" sulla vecchia linea detta “lenta”, già satura dei treni per Fiumicino Aeroporto e di merci oltre a non essere ancora tecnologicamente adeguata, con veri e propri viaggi-lumaca che faranno ripiombare il servizio ferroviario di alcune Regioni del Centro Italia in una situazione pari se non peggiore, visto l’incremento del traffico, a quella che si aveva più di trent'anni fa.

L'Umbria è destinata come le Marche, e in parte la Toscana, dunque ad un vero e proprio declassamento infrastrutturale in quanto sui binari della linea Direttissima potranno circolare, in un prossimo breve futuro, solo convogli che supereranno i 200 e più km/h e con trazione politensione “corrente alternata”, materiale di cui la Regione Umbria come le sopra citate Regioni confinanti non sono attualmente dotate.

Analoga situazione varrà per i cosiddetti treni “Eurostar”, che circolano attualmente in direzione di Perugia e di Ancona, “Pendolini” di prima generazione precisamente ETR 450 costruiti più di venti anni fa, ma soprattutto oggetto di scarsissima manutenzione, tanto che l’assetto a ”cassa variabile” è fuori servizio (sono pertanto pendolini che non pendolano più) e non hanno quindi più la caratteristica per la quale erano stati costruiti l’ “assetto variabile” e da cui avrebbero dovuto trarre vantaggio per garantire una velocità del 30% superiore agli altri treni sulle linee tortuose dell’Umbria; la velocità max è stata infatti ridotta da 250 km/h a 200 km/h e per alcuni materiali diminuita addirittura a 180km/h, vanificando le potenzialità offerte dalla linea della direttissima (DD).

La combinazione di questi due degradi tecnici sulla linea Roma - Foligno impedisce la percorrenza di tale tracciato nei tempi ridotti per cui tali mezzi erano stati costruiti.

Questo dimostra lo scadimento che l’Azienda F.S. ha raggiunto con quest’ultima gestione e a rappresentarlo è proprio l’incapacità ed incompetenza della dirigenza individuata e preposta alla manutenzione dei rotabili.

Inoltre è da segnalare che vi sono 12 treni pendolini di nuova generazione ETR 600, di cui doveva essere iniziata da circa un anno la consegna, usciti dallo stabilimento del costruttore e fermi sui binari di F.S., in quanto ancora non collaudati a causa di gravi difetti, ma già pagati per il 50% dell’intera commessa.

I numerosissimi viaggiatori, lavoratori e studenti pendolari (in Umbria si registra un incremento costante di viaggiatori del 6-7% circa l'anno) saranno costretti a riconsiderare, in un prossimo futuro, la scelta di utilizzare il mezzo pubblico preferendo molto probabilmente l'auto (con un pesante impatto economico ed un aumento di traffico ed inquinamento) o cambiando radicalmente la loro vita , con la ricerca di un alloggio presso la loro sede di lavoro o di studio, e ben conosciamo quanto gli affitti siano alti in città come Roma e quanta sia la penuria di case da affittare.

Le alternative più evidenti potrebbero essere due:
1. riuscire ad ottenere da RFI delle "finestre" sulla linea AV/AC per consentire il transito dei treni pendolari in una fascia oraria sia mattutina che pomeridiano- serale;
2. le Regioni dovrebbero, a loro volta, dotarsi di materiali rotabili politensione in grado di superare i 200 km/h per poter transitare sulla Direttissima, ma i cui costi di acquisizione sono elevati, stante le loro caratteristiche tecniche, e che dovrebbero essere sostenuti anche in gran parte con contribuzione dello Stato, il tutto superando nodi politici ed economici di grande rilievo.

Lecito inoltre figurarsi ripercussioni sul turismo, inevitabile effetto collaterale di un sostanziale allontanamento della Regione Umbria dalla Capitale e di un vero e proprio isolamento ferroviario.

Forse un definitivo addio a un diritto “acquisito in più di trent’anni”, alla mobilità e alla libera circolazione dei cittadini o per il così detto “mercato” l’art. 3 della ns. Costituzione che così cita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distin- zione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni perso- nali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, li- mitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo del- la persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politi- ca, economica e sociale del Paese.” per taluni Amministratori di F.S. è stato abrogato? Il Coordinamento dei Comitati Pendolari Umbri é pronto a dar battaglia per salvaguardare i diritti di coloro che si spostano con il mezzo ferroviario all’interno e all’esterno della Regione Umbria.

Coordinamento comitati pendolari umbri
http://www.pendolariterni.it

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