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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

Napoli, 23 ottobre: comunicato sul movimento studentesco

(24 Ottobre 2008)

Oggi, giovedì 23 ottobre, ancora un gran giorno di mobilitazione a Napoli e nel resto di Italia. Per tutta la giornata si sono alternati cortei improvvisi, blocchi del traffico, picchetti fuori da istituti e università. Diverse migliaia di studenti, dottorandi, precari, ricercatori, lavoratori, hanno occupato le strade, i dipartimenti, le aule; interrotto i corsi, affollato le assemblee. Hanno discusso, si sono confrontati, arrivando sempre allo stesso risultato: la legge 133/03 deve essere ritirata. È questo il parere di tutti quelli che vivono e lavorano nelle scuole e nelle università: la controriforma Tremonti-Gelmini è l’ultimo atto di distruzione della scuola pubblica: non va modificata, va bloccata! E per farlo bisogna bloccare tutto, fino a che il governo non torni sui suoi passi!

Come Rete dei dottorandi e ricercatori abbiamo sostenuto la protesta studentesca e partecipato all’occupazione dell’Orientale. La giornata è quindi iniziata molto presto stamattina: alle 8:00 gli studenti medi avevano già dichiarato lo sciopero, venendo in corteo a Palazzo Giusso. Sono quindi partiti i blocchi dei corsi in tutti gli altri edifici dell’Orientale, mentre alla Facoltà di Lettere della Federico II si è mosso un altro corteo fino alla sede dell’Università Centrale. Lì si è svolta un’assemblea partecipatissima, che ha visto l’intervento di diverse delegazioni dalle università in lotta. Sempre in corteo si è tornati a Porta di Massa.

Alle 15, assemblea all’Orientale: a dispetto della repressione minacciata dal governo, c’erano altrettante persone del giorno prima. Un Palazzo Giusso gremito di studenti ha visto intervenire docenti, dottorandi, ricercatori, precari della SICSI… e naturalmente gli studenti, che all’unanimità hanno accettato la proposta di bloccare i corsi della SICSI, e di percorrere in migliaia, in corteo spontaneo, le strade del centro.

Anche domani gli studenti napoletani esigeranno dappertutto il blocco della didattica, come già ottenuto nel resto d'Italia, per sviluppare ancora di più la protesta, fino al completo ritiro del provvedimento!

Rete dei dottorandi e ricercatori - Napoli

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