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(30 Luglio 2011) Enzo Apicella

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La speculazione finanziaria distrugge la ricchezza sociale e i nostri salari

(24 Ottobre 2008)

In un recente articolo su Il manifesto, J. Halevi richiamava l’attenzione sulla inutilità del finanziamento straordinario da parte degli stati alle banche che alla fine se ne infischiano della produzione e in questi anni hanno messo in giro pacchetti azionari di ogni genere creando una enorme speculazione finanziaria con il miraggio di alti interessi.

Il Governo /( a cui preme solo il contenimento della dinamica inflazionistica e il proprio ruolo di stabilizzatore monetario in linea con i dettami di Maastricht) è chiamato a socializzare i costi della crisi (e per questo si introducono nuovi sistemi di relazione sindacale per calcolare il costo della vita e gli aumenti contrattuali al massimo ribasso per la forza lavoro), acquistando prodotti finanziari rischiosi, caricandosi i debiti delle banche senza entrare nella stanza delle decisioni, fuori dalle proprietà delle banche , estranei a qualunque decisione, abdicando ad ogni ruolo di direzione e controllo dell’economia

La finanziarizzazione dell’economia ha quindi creato un sistema che sta franando su sé stesso, al posto della liquidità destinata alle imprese e alla espansione del credito sono arrivati pacchetti azionari che favoriscono solo la speculazione finanziaria e non creano circolazione di denaro e men che mai investimento di capitali nella produzione e nel sostegno alla domanda (incremento dei salari e delle pensioni per favorire gli acquisti).

Nel frattempo la sperequazione salariale cresce a dismisura (, se gli abitanti dell’Islanda hanno perso tutti i loro risparmi, se sono a rischio le pensioni integrative di molti lavoratori inglesi, le buone uscite dei managers sono stratosferiche).

In una recente analisi dell'ufficio studi di Mediobanca ,"Indici e dati relativi ad investimenti quotati", emergono dati preoccupanti: solo chi è entrato in borsa nel 2003 ha avuto un guadagno dello 0,8%, chi invece è entrato dopo è in perdita

La crisi è stata particolarmente forte negli Usa perché nella patria del mercato tutto è stato fagocitato negli ingranaggi della speculazione finanziaria, le banche controllano le industrie, il meccanismo è quello di favorire continui processi speculativi , assicurare prestiti e mutui ad alto rischio di insolvenza per garantire la vendita di immobili (la bolla immobiliare). I tassi di interessi diventano nell’arco di pochi anni insostenibili, aumenta il tasso di interesse per i mutui a tasso variabile e cresce il numero delle famiglie insolventi. All’inizio il fenomeno è stato circoscritto ma nell’arco di un biennio il sistema è crollato e con esso Istituiti di credito e banche che si sorreggevano sui prestiti ad alto rischio.

Si è creata una sorta di illusione , la ricchezza reale non esisteva, la circolazione di capitali nascondeva la bassa ( e reale) produzione di ricchezza (di merci), la contrazione dei salari e delle pensioni si ripercuote sulle famiglie e sulla stessa circolazione di capitali, la Banca europea o l’equivalente banca Usa decidono le politiche in piena autonomia

Federico Giusti

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