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Fercam : quando il lavoro diventa un inferno

lettera aperta alla Fercam

(18 Luglio 2008)

Diciamo subito che le parole che seguiranno non avremmo mai volute scriverle. E invece la condizione dei dipendenti Fercam, camionisti in tantissimi casi non italiani, è tale che una ribellione morale, prima ancora che sindacale, ci spinge a chiedere all’Azienda di interrogarsi sulle condizioni di lavoro e di vita a cui sta sottoponendo i lavoratori da essa dipendenti.

Come cittadini, prima ancora che come Sindacato, ci chiediamo se, davvero, chi ha la responsabilità di dirigere la FERCAM considera giuste ( e nel rispetto delle leggi e normative vigenti ) le scelte che l’Azienda scarica sulla vita quotidiana di lavoratori che, prima che camionisti, sono uomini in carne ed ossa, prima che dipendenti sono padri, figli, mariti, uomini, appunto, in carne ed ossa. Carne, ossa e sangue. Sì sangue. Perché non è andar fuori dalle righe affermare, con un’espressione certo forte, ma che rende bene l’idea, che Fercam fa sputar sangue ai lavoratori che hanno la ventura di esserne dipendenti.

Qualche mese fa un noto e diffuso settimanale italiano ha pubblicato un’inchiesta sulle aziende del trasporto in Italia e, parlando dei camionisti, li ha definiti gli schiavi del Duemila. E ha provato a dimostrarlo ricostruendo e denunciando un quadro che fa del lavoro nelle aziende del trasporto un inferno dove ogni diritto e ogni dignità vengono calpestate, un mondo che fa dei camionisti bestie da sfruttare, un mondo che si presenta come una sorta di zona franca dove le regole, i diritti, le normative e le leggi non hanno alcun valore.

Che cosa significa tutto ciò in concreto ? Ma soprattutto chiediamo : come Consiglio di Amministrazione davvero vi sentite, in libertà di coscienza e di giudizio, di legittimare quanto accade tutti i giorni nel rapporto tra la Azienda che governate e i lavoratori?

Qualche tempo fa la costituzione del COBAS aziendale dentro Fercam non è nata dalla testa di quattro esaltati, ma è stata il frutto naturale delle non più sopportabili condizioni di lavoro, delle prepotenze di ogni tipo, di ordini di servizio che calpestano ogni diritto.
Il COBAS è nato perché degli uomini in carne ed ossa hanno deciso di non subire più, di tutelare i propri diritti e la propria dignità.

Ma ancora. In concreto, che succede alla FERCAM ? Ecco il punto. Un po’ di pazienza e vi diremo quello che forse non volete sentire e che noi non avremmo mai voluto dire perché vorremmo che simili cose non appartenessero alla realtà dei rapporti di lavoro.
E invece siamo di fronte alla realtà drammatica di un mondo contro cui combatteremo con tutte le nostre forze.

Ma dunque, in concreto, che succede alla FERCAM ?
Eccoci.
Ai suoi camionisti FERCAM chiede orari di lavoro di molto superiori a quelli legalmente consentiti. In un’infinità di casi le ore di guida continua superano le 9/10/12 ore e quando i camionisti provano a chiedere ai responsabili del personale che non possono proseguire si sentono rispondere di continuare a guidare e di non rompere le scatole. Ordini di servizio in palese violazione non solo del Contratto di Lavoro, ma anche delle Norme europee sui tempi di guida, per non parlare dei rischi di incidente, ovviamente moltiplicati dalla stanchezza di tante ore al volante. Una condizione che mette in pericolo la vita degli stessi camionisti e degli altri utenti della strada. Attenzione tutte queste ore, tra l’altro, non vengono nemmeno pagate. E guai a protestare. Quando questo è accaduto la risposta di chi ha la responsabilità del personale è stata : obbedite senza discutere perché tanto, in Italia, non controlla nessuno.

Per non dire di quando i camionisti vengono costretti a viaggi all’estero con orari fuorilegge. In Francia, per esempio, in questi casi, la sanzione prevista è di 6.000,00 Euro e la responsabilità è del camionista dal momento che è suo esplicito dovere individuale rispettare le normative vigenti. E dunque che accade, in questi casi ? E’ facile.

Se il camionista si rifiuta di partire arrivano a valanga le angherie dei capetti di Fercam, se il camionista parte si paga la multa e non gli bastano tre mesi di lavoro per pagarla.

Angherie ? Quali angherie ?
Contestazioni scritte di ogni tipo per le quali Fercam chiede giustificazioni scritte che regolarmente trovano questa risposta : non possiamo accettare le sue giustificazioni.

Un’espressione che prepara il terreno a sanzioni in denaro, spesso pesantissime, che si traducono in trattenute mensili di centinaia di Euro per mesi e mesi. Ma l’infamia di questi provvedimenti di Fercam nei confronti dei suoi camionisti sta nel fatto che si tratta di contestazioni prive di prove e legittimità.

Per esempio non si contano le trattenute sulle buste paga giustificate allegando semplicemente dei preventivi di spesa (attenzione : preventivi) per la riparazione di danni ai mezzi. Ma dove sono le prove dei danni? Fercam si guarda bene dal fornirle. Non basta.

Talvolta Fercam allega le fatture con i costi degli interventi sui mezzi senza alcuna prova del fatto che quell’intervento sia in relazione al danno reale, per non dire di costi scaricati sulle buste paga dei camionisti, ma che, come, per esempio, la sostituzione di una frizione, rientrano semplicemente nella casistica di una normale usura.

E che dire dei riposi di 48 ore previsti settimanalmente e di cui Fercam non tiene alcun conto, spesso trattenendo i camionisti anche all’estero e senza alcuna remunerazione ?

Si potrebbe continuare aggiungendo le parole minacciose con cui alcuni responsabili Fercam hanno apostrofato i camionisti che hanno denunciato pubblicamente queste condizioni di lavoro pesantissime e fuori da ogni legalità.

Gli è stato detto : abbiamo visto le vostre facce sul giornale, vi prenderemo uno a uno….
Siamo a Bolzano, non nella Chicago degli anni ’30…..
Ci piace pensare che queste siano state parole in libertà…., non osiamo pensare che alla Fercam qualcuno voglia dar seguito, con provocazioni inconsulte, a parole di una gravità senza pari e che pensavamo cancellate dai rapporti sociali.

Purtroppo il gravissimo episodio della scorsa settimana non lascia ben sperare. A un suo dipendente che da più di 10 anni abita, con moglie e figlia, in un prefabbricato dell’Azienda da due settimane sono state tagliate energia elettrica e acqua.
E come se non bastasse gli è stata bloccato l’uso dei servizi.

Signori della Fercam è questa la vostra civiltà ?
Ma se di quest’ultimo episodio qualcuno dovrà rispondere nelle aule di un Tribunale, delle questioni poste qui vogliamo che siano informati i cittadini, le istituzioni e tutti quelli che ritengono il lavoro umano e la fatica che esso comporta degni di rigoroso rispetto.

Noi pensiamo che una società incapace di difendere i diritti di chi lavora sia una società destinata a pericolose degenerazioni in tutti campi del vivere collettivo.
Chiediamo : si può accettare tutto ciò ?
Il Consiglio di Amministrazione di Fercam, davvero si sente di continuare su questa strada ?
Noi, per quanto ci riguarda, continueremo la nostra battaglia.

Bolzano, 16 luglio 2008

COBAS AZIENDALE FERCAM – BOLZANO
CONFEDERAZIONE COBAS – COBAS DEL LAVORO PRIVATO DEL TRENTINO/AADIGE

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