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(13 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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La diaspora palestinese in Libano e i tempi della guerra civile.

Un contributo alla storia della lotta di liberazione dei Palestinesi e dei popoli arabi.

(23 Novembre 2008)

Mariano Mingarelli ha curato la stesura di un breve ma dettagliato compendio della storia dei profughi palestinesi in Libano dal 1948 al 2000, dalla Nakba palestinese alla sconfitta delle forze di invasione israeliane ad opera della resistenza libanese.

“La diaspora palestinese in Libano e i tempi della guerra civile” è uno strumento indispensabile per chi voglia avviarsi alla conoscenza di una delle vicende storiche e politiche più complesse della nostra epoca. In una quarantina di pagine, Mingarelli ripercorre i drammatici episodi che hanno scandito oltre mezzo secolo di storia di uno dei più affascinanti Paesi del Medio Oriente e del mondo intero, storia indissolubilmente legata alla tragedia palestinese. Attualmente, i rifugiati palestinesi in Libano ufficialmente registrati sono 416.608, di cui 220.809 vivono nei campi profughi gestiti dall’ONU.

E’ interessante notare come, su oltre 4 milioni di profughi palestinesi registrati dall’UNRWA, quasi due milioni vivano nei territori occupati da Israele nel 1967. La situazione di Gaza, in particolare, appare terribile: su circa un milione e mezzo di abitanti della poverissima Striscia, infatti, più di un milione sono profughi provenienti dalle ripetute pulizie etniche effettuate negli anni dagli Israeliani nei territori della Palestina storica.

Il lavoro di Mingarelli illustra sinteticamente ma efficacemente le varie fasi della travagliata storia dei profughi palestinesi in Libano e delle guerre di aggressione condotte da Israele, con il loro corollario di stragi e distruzioni. Sin dal 1948, infatti, le milizie sioniste hanno utilizzato sistemi analoghi a quelli nazisti, come dimostrano ampiamente gli episodi riportati nel compendio, da cui riprendiamo quelli riguardanti le prime due stragi operate dai reparti sionisti come ritorsione per la solidarietà mostrata dai cittadini dei villaggi libanesi di confine verso i combattenti ed i profughi palestinesi. Il primo caso è quello del villaggio libanese di Houl, a pochi chilometri dal confine con Israele: “(…) Il 31 ottobre, militari ebrei, travestiti con abiti tradizionali arabi, entrano nel villaggio, dove vengono scambiati per volontari di ritorno dal fronte. I militari ebrei, per vendicarsi dell’aiuto dato dai residenti alla resistenza palestinese, rastrellano 85 civili, li chiudono in una casa e sparano loro uccidendoli tutti, ad eccezione di tre che si salvano. Poi fanno esplodere la casa con i cadaveri dentro e confiscano le proprietà”. Impossibile non avvertire l’analogia con la strage delle Fosse Ardeatine del marzo di quattro anni prima.

Il secondo episodio riportato risale sempre al 1948, quando “nel villaggio di Salha vengono assassinate 105 persone. Gli abitanti rastrellati sono ammassati nella moschea e costretti a volgere la faccia contro il muro, poi i soldati dello stato ebraico sparano loro alla schiena uccidendoli tutti”. E questo episodio non può non apparire come la fotocopia di Marzabotto.

Di storie come quelle di Houla e Salha è purtroppo costellata la storia dei popoli libanese e palestinese, e il lavoro di Mingarelli ha il merito di ricostruirle tutte con sobrietà e accuratezza, fino a quella vigilia di Natale del 1999, quando “nei villaggi della Bekaa occidentale aerei da combattimento israeliani sparano su bambini che stanno celebrando un festival. 8 di loro vengono uccisi, 11 restano feriti”.  
“La diaspora palestinese in Libano e i tempi della guerra civile” contiene anche informazioni sulle organizzazioni palestinesi e libanesi e sulle ingerenze dei diversi Stati arabi nelle vicende interne libanesi e in quelle palestinesi. Una lettura interessante e consigliabile a tutti.

Il compendio può essere ordinato a mariano.mingarelli@tiscali.it, al costo di 5 euro (più spese di spedizione).

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