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Pace, lavoro e libertà

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(16 Ottobre 2010) Enzo Apicella
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Appello.: 12 dicembre. uno sciopero più generale

Un appello di delegati, lavoratrici e lavoratori, iscritti e non iscritti ai sindacati di base

(11 Dicembre 2008)

Lo sciopero del 12 dicembre ha le potenzialità per essere più generale che in altre occasioni e quindi di pesare maggiormente sulle controparti padronali e governative. In quella giornata le lavoratrici e i lavoratori di tutte le categorie del lavoro pubblico e privato possono decidere di far sentire la propria voce in ogni parte del paese.
Noi delegati e delegate, lavoratrici e lavoratori, iscritti o non iscritti ai sindacati di base che hanno proclamato lo sciopero generale del 12 dicembre, ci impegniamo a costruire la partecipazione e la mobilitazione in continuità con gli obiettivi del 17 ottobre scorso.

Per il 12 dicembre la Fiom prima, la Cgil Fp poi ed infine la Cgil tutta hanno proclamato lo sciopero per l’intera giornata o di sole 4 ore a seconda delle categorie. Di fronte alla gravità della crisi sentiamo la necessità e l’urgenza di costruire risposte forti, unitarie e di massa. E’ impossibile pensare di incidere sulla situazione senza una reale partecipazione dal basso, ampia e capillare delle lavoratrici e dei lavoratori.

Le gravi responsabilità che anche la Cgil porta rispetto alla disastrosa condizione in cui versa il mondo del lavoro e del non lavoro ci sono ben chiare. Altrettanto chiara è per noi la forte dose di strumentalità che guida le scelte contingenti dei vertici della Cgil: la inconsueta “radicalità” nella denuncia delle condizioni di lavoro e di vita, a partire dalla precarietà, punta anzitutto a riconquistare un posto a quel tavolo di trattativa operante da mesi al fine di assestare il colpo di grazia al lavoro dipendente. Le ampie disponibilità a condividere un peggioramento del già iniquo sistema contrattuale vigente (triennalizzazione, legame produttività-aumenti salariali) da parte della stessa Cgil e senza alcuna consultazione dei lavoratori non ci consentono di sommare in maniera acritica la nostra mobilitazione a quella della Cgil. Infatti troppi sono stati i voltafaccia in questi anni e il prossimo può essere sempre dietro l’angolo.

Tuttavia la speranza che la Cgil possa cambiare è un sentimento che, sebbene con minore convinzione, attraversa ancora ampi strati dei lavoratori e delle lavoratrici che scenderanno in sciopero e nelle piazze il 12 dicembre. Anche noi ci saremo con parole d’ordine e obiettivi chiari ed inequivocabili, in sintonia e con quelli che il movimento nato nelle scuole e nelle università ha posto con grande radicalità e chiarezza al centro della propria mobilitazione. Piattaforma e contenuti che vogliamo far vivere in quella giornata in modo visibile, distinto e alternativo ma non certo contrapposto ai lavoratori che manifesteranno con la Cgil, con i quali è invece imprescindibile dialogare, affinché si possa ritrovare insieme il modo per decidere democraticamente, anche su ipotesi diverse, chi e per che cosa va a trattare.

Una giornata che per noi rappresenta anche un passaggio fondamentale del percorso verso la costruzione di un nuovo soggetto sindacale di base, alternativo a Cgil-Cisl-Uil, a cui intendiamo dare il nostro contributo e che necessita di una rinnovata spinta dal basso per essere realizzato.

Per questo motivo riteniamo sia indispensabile un’accelerazione del processo unitario tra Cub, SdL Intercategoriale e Confederazione Cobas, a partire da un lavoro comune nei territori per arrivare poi a una nuova Assemblea Nazionale che coinvolga nuovi settori di lavoratori, anche al di là delle aree già organizzate nei tre sindacati di base.
Servono risposte concrete alla crisi e all’aumento della disoccupazione che sta colpendo dipendenti fissi e precari con licenziamenti, cassa integrazione e cessazione dei contratti a termine, partite iva, co.co.pro, ecc.

La costruzione di un sindacato di base in grado di rappresentare una reale alternativa a Cgil-Cisl-Uil è la condizione affinché si possa ricominciare a parlare di conquiste normative e salariali, per riprenderci insomma ciò che i sindacati concertativi hanno svenduto in questi anni.

Gianbattista Bertelli (rsu Itcg Einaudi di Chiari)
Angelo Maraschi (rsu Imq, Milano)
Margherita Recaldini (rsu Comune di Brescia)
Tonino Vetrano (Linkra/Compel, Milano)
Diego Perez (rsu Ipercoop, Livorno)
Mimmo Tiberio (rsu Ibm, Milano)
Damiano Leta (SdL Intercategoriale, Milano)
Marco Galli (Cub, Varese)
Michele Salvi (rsu Consiglio Regione Lombardia)
Angelo Pedrini (Cub)
Luigia Pasi (SdL Intercategoriale)
Fiorenzo Campagnolo (rsu Agusta, Varese)
Mario Carleschi (rsu Comune di Carpenedolo)
Renzo Zambelli (rsu Ansaldo Boiler, Varese)
Andrea Gualtieri (rsu Asa, Livorno)
Giovanni Bertinotti (rsu Aermacchi, Varese)
Anna Camposampiero (lavoratrice precaria, Milano)
Fusco Mario (rsu Consorzio Incarica, Milano)
Luigi Borrelli (rsa Aeroporto G.D’Annunzio di Montichiari)
Davide Barillari (rsu Ibm, Vimercate)
Giuseppe Tampanella (Cub, Legnano)
Vincenzo Abbatantuono (insegnante precario, SdL Intercategoriale, Chivasso)


per info e per sottoscrivere l’appello : 3inuno@tiscali.it

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