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Moody's vivendi

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(18 Maggio 2010) Enzo Apicella
Dopo la guerra finanziaria guidata dall'agenzia di rating Moody's, in Grecia ha inizio il massacro di salari e pensioni

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La Grecia è vicina

(16 Dicembre 2008)

dopo aver partecipato alla manifestazione all'ambasciata greca a Roma (presenti alcune centinaia di giovani, assenti i rappresentanti delle organizzazioni "aderenti", tranne un piccolo gruppo del PDCI; pochi tafferugli solo alla fine per un corteo non autorizzato, unica notizia data al TGR) ho pensato di mandarvi un mio articoletto che uscirà sul mensile "La Voce"

Da giorni migliaia di giovani studenti e lavoratori scendono in piazza in tutte le maggiori città greche, sfidando la repressione poliziesca, per protestare contro l’uccisione da parte di agenti della stessa polizia di un giovane studente di 16 anni.

Le strade di Atene, Salonicco, Patrasso, Ioannina, Kavala, ed anche dei maggiori centri dell’isola di Creta, sono invase dai dimostranti che si scontrano con agenti in tenuta antisommossa, chiedendo le dimissioni del governo di destra del primo ministro Karamanlis, capo della formazione di destra “Nuova Democrazia”, un partito paragonabile alla nostro Alleanza Nazionale, o al Popolo della Libertà, un partito pieno di fascisti ed ex-sostenitori del famigerato regime dei colonnelli, che imperversò in Grecia una trentina di anni fa.

Ma le motivazioni della protesta non nascono solo da un episodio occasionale. Il disagio dei giovani viene da lontano: da tempo era in corso in Grecia un’incessante protesta contro i tagli alla scuola, alla ricerca ed all’università, e contro la privatizzazione strisciante della stessa università, in un movimento paragonabile alla nostra Onda studentesca, ma molto più radicale.

I giovani greci, sia studenti che lavoratori, come succede in tutta Europa, ma soprattutto nei paesi più deboli, come Grecia ed Italia, risentono gli effetti della devastante crisi del sistema capitalista mondiale. Si estendono i licenziamenti, si abbassa il valore di pensioni e salari, vengono effettuati tagli all’istruzione pubblica, all’assistenza sanitaria, a tutte le istituzioni dello stato sociale. I giovani hanno davanti un futuro fatto di lavori precari , se non di disoccupazione. Chi studia sa che non vedrà i frutti della propria istruzione. Queste politiche sciagurate del capitalismo vengono, purtroppo, portate avanti da tutti i governi europei, di qualsiasi colore, e degli altri paesi sviluppati, compresi gli Stati Uniti da cui la crisi è partita. Basti ricordare che i tagli del ministro Gelmini all’istruzione in Italia, erano stati preceduti da progetti analoghi già contenuti nei piani dei cosiddetti governi di “sinistra”: vedi, ad esempio, le riforme del ministro Berlinguer ed il progetto del senatore Nicola Rossi dei DS di cui si parla in un altro articolo di questo stesso numero.

Di fronte alle proteste i governi ricorrono alla repressione, come già successe a Genova (chi non ricorda il massacro impunito della scuola Diaz e l’uccisione di Giuliani ?) e come sta avvenendo anche in Italia in modo più strisciante contro il movimento degli studenti e contro i lavoratori che protestano coi sindacati di base.

In Grecia, però, la protesta riesce a trovare una sponda politica. Le manifestazioni sono condotte da organizzazioni di base come l’Organizzazione Comunista Ellenica (KOE), ma anche il tradizionale Partito Comunista Ellenico (KKE) è sceso in piazza a sostegno della protesta. Si tratta di una formazione che raccoglie circa il 10% dei voti e che ha mantenuto saldi principi politici ispirati al pensiero di Marx, Engels e Lenin, a differenza delle nostre fallimentari formazioni della cosiddetta “sinistra radicale”, ormai allo sbando dopo essere state gettate nella confusione più totale da vacui e presuntuosi dirigenti alla Bertinotti.

Viceversa, il Partito Socialista Ellenico (PASOK), corrispondente al nostro Partito Democratico di Veltroni e Dalema, balbetta, incerto sul da farsi. E’ certo che anche in Italia nulla di serio si riuscirà a fare ed anche le proteste studentesche e dei lavoratori cadranno nel vuoto, finchè non ci libereremo di questa finta sinistra (sia “radicale” che “democratica”) che vola talmente basso da far apparire persino un demagogo di incerta ideologia, quale Di Pietro, come l’unico vero oppositore di Berlusconi.

Vincenzo Brandi

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