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L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

(3 Dicembre 2011) Enzo Apicella
Martedì scorso il parlamento islandese ha votato a favore del riconoscimento dei Territori Palestinesi come stato indipendente.

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La disinformazione dello scrittore famoso

Ipocrisia, crudeltà, razzismo nell'articolo di Amos Oz su repubblica di ieri

(28 Dicembre 2008)

L'incipit dell'articolo del celebrato scrittore israeliano Amos Oz su Repubblica di ieri sabato 27 vuole preparare i lettori, in massima parte liberal e fautori di una pace in Medio Oriente nonostante il conclamato orientamento filoisraeliano del giornale, alla strage di oggi ed a quelle che verranno nei prossimi giorni. Scrive Amos Oz: "I bombardamenti che mirano a colpire sistematicamente le comunità civili israeliane sono un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità, Lo Stato di Israele deve proteggere i propri cittadini." Questo periodo è una pura falsificazione dei fatti nel senso che fa risalire la causa della "necessaria" reazione israeliana a crimini ingiustificati ed ingiustificabili. Ignora naturalmente lo stato di prigionia in cui sono tenute le popolazioni della striscia di Gaza, l'impossibilità di rifornirle per il divieto israeliano, ignora le continue incursioni in territorio occupato per demolire edifici e stradicare oliveti e vigneti, non tiene conto che oltre dodicimila palestinesi sono detenuti illegalmente nelle prigioni israeliane ed in condizioni spaventose e tra questi, donne e bambini. Il governo legittimo di Hamas e di tutta la Palestina occupata ha il diritto di manifestare la propria ostilità a chi lo tiene sotto il tallone. Peraltro, i poveri e modesti razzi usati dai soldati palestinesi è noto a tutti sono più una testimonianza di esistenza in vita di una volontà di riscatto che vere e proprie aggressioni atte a provocare danni significativi alle persone ed alle cose. E' un falso scrivere come fa Amos Oz che Israele ha il diritto di proteggere i propri cittadini. Questi sono protetti da uno degli eserciti più potenti del mondo coadiuvato anche da milizie private con alta specializzazione antisabotaggio ed alla guerriglia. Non sono e non sarebbero mai in pericolo i cittadini israeliani da aggressioni palestinesi come vorrebbe far credere.

Se Israele manifestasse una vera volontà di pace dovrebbe cominciare dall'allentamento del paranoico controllo dei territori, dalla fine degli omicidi mirati alla distruzione dei quadri dirigenti del futuro Stato Palestinese. Un muro immenso che costituisce una ferita indelebile alla civiltà dei rapporti umani e che si insinua profondamente nel territorio dei palestinesi non è certo il migliore strumento per la costruzione di una pace duratura.

Il cinismo del celebrato scrittore è davvero sconcertante. Nello "sconsigliare" (ma è un artificio retorico) l'invasione che ieri è stata fatta con massiccio bombardamento contemporaneo di sessanta pesanti aerei da guerra ne indica i motivi non tanto per la salvaguardia di vite umane, per il rispetto della popolazione, ma soltanto per gli effetti massmediatici negativi che la ripresa che le televisioni arabe potrebbero fare dei massacri susciterebbero nell'opinione pubblica dei paesi arabi. Naturalmente sa già che le televisioni del mondo occidentale eviteranno di mostrare la verità dei crimini commessi e si limiteranno a fare il cosidetto "panino" consistente nel mettere tra due accuse ad Hamas ed ai terroristi la reazione "legittima anche se eccessiva" degli israeliani.

Amos Oz è sionista, di famiglia sionista di destra proveniente dall'Europa Orientale. Ha un passato militare di lotta contro gli arabi.

E' considerato, a torto, in Occidente un liberal, una colomba piuttosto che un falco ed i suoi libri sostenuti dall'industria editoriale hanno contribuito alla creazione del mito della fondazione e poi della vita in Israele, una vita inquietata dall'incertezza, insidiata dal nemico. La sua presenza nella stampa italiana mira a dare una "versione" a quella parte di democratici e di persone di sinistra che non accettano che si continui a versare sangue innocente una terra contesa. In lui, come nelle comunità ebraiche italiane, mai una parola di critica per i comportamenti dello Stato di Israele. Silenzio assoluto sul Libano distrutto per ben tre volte, creazione massmediatica del mostro terrorista Hamas, legittimo vincitore di elezioni democratiche; non una parola sulla scissione provocata nei palestinesi tra "laici" e "fondamentalisti", una scelta determinata dalla volontà di non cedere mai neppure un millimetro dei territori occupati concedendo al massimo ad un Abu Mazen Quisling un governatorato senza veri poteri statali e privo di autonomia.

Ci sono in Israele intellettuali che non hanno la fama in Occidente di Amoz Oz ma che lottano e pagano di persona per un Israele umano e umanizzato e per una vera pace. Queste persone vengono discriminate. La loro vita è assai difficile nelle Università e dappertuttoo. Ne voglio citare qualcuno per fare onore a chi davvero vuole la pace e non una terra israeliana inzuppata dal sangue del popolo palestinese. Aaron Shabtai, Yitzhak Laor, Ilan Pappè, Michel Warschawski, Tanya Reinhart (purtroppo non c'è più), Jeff Halper, Uri Avnery e tanti altri che nonostante le minacce e le intimidazioni costituiscono la coscienza antifascista ed antinazista di Israele, denunziano con coraggio gli slittamenti a destra ed i crimini del governo razzista non solo verso i palestinesi ma anche verso tanta parte della popolazione ebraica che non ha il pedigree dei primi della classe angloamericani.

Pietro Ancona

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