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L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

(3 Dicembre 2011) Enzo Apicella
Martedì scorso il parlamento islandese ha votato a favore del riconoscimento dei Territori Palestinesi come stato indipendente.

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S.O.S. Gaza: non solo solidarietà

(27 Gennaio 2009)

Il senso della nostra iniziativa S.O.S. GAZA va oltre la pur legittima esigenza di intervenire anche su un piano strettamente umanitario. La realtà è che l’aggressione a Gaza è una delle tappe più feroci del progetto sionista di pulizia etnica della Palestina, con un elemento di novità che rende questo progetto ancora più odioso. Gran parte delle vittime dei bombardamenti, infatti, è costituita da bambini, e quando parliamo delle vittime non ci riferiamo soltanto ai morti, ma anche alle migliaia di feriti che rischiano la vita per l’impossibilità di curarli adeguatamente. Se a questo aggiungiamo che nella Striscia di Gaza vi sono, attualmente, 40.000 donne incinte e riflettiamo sulle condizioni in cui sono costrette a trascorrere la gravidanza, emerge con grande chiarezza il fatto che ci troviamo di fronte ad una pulizia etnica su larga scala nei confronti non solo della popolazione odierna, ma pure verso le generazioni future.

Di fronte a questa realtà, il sostegno alle strutture sanitarie e alla vita stessa dei Palestinesi non è per noi un gesto semplicemente umanitario, ma un contributo alla resistenza, come le manifestazioni, il boicottaggio dell’economia di guerra israeliana e tutte le iniziative che abbiamo costruito e continueremo a costruire. Vogliamo gestire questo aspetto della nostra attività così come abbiamo gestito tutti gli altri, vale a dire con la massima apertura ad ogni collaborazione e nella più rigorosa autonomia. In altre parole, non abbiamo e non vogliamo avere nulla a che spartire con le ignobili sceneggiate come quella cui abbiamo assistito pochi giorni or sono, quando le tv ci hanno mostrato le immagini di alcuni bambini palestinesi arrivati in Italia per essere curati dalla sanità della Regione Toscana, spacciandoli per piccoli feriti di Gaza. Non ci hanno detto, le nostre tv, che non si trattava di bambini feriti dai bombardamenti, poiché Israele aveva posto il veto nei loro confronti, ma di bambini affetti da malattie croniche, e infatti credo che, anche prima di sapere come stavano le cose, tutti avranno notato, come me, che le immagini mostravano bambini che camminavano sulle loro gambe e non presentavano la minima traccia di ferite o traumi. Questo è il livello di vergognoso inganno che abbiamo di fronte, e contro il quale dobbiamo continuare a batterci con ogni mezzo necessario.

La nostra iniziativa, insieme ai compagni dell’Unione Democratica Arabo Palestinese, è in continuità con il nostro impegno politico e si articola attraverso la raccolta di fondi per l’acquisto dei materiali necessari all’ospedale Al Awda, situato nel campo profughi di Jabalya, alla periferia di Gaza City, e con una costante pressione sul Ministero degli Esteri affinché venga favorita l’uscita da Gaza dei feriti e l’ingresso nella Striscia dei convogli umanitari, ed anche sulle Regioni, affinché sospendano le collaborazioni in essere con Israele e mettano a disposizione dei feriti palestinesi le strutture italiane, molte delle quali hanno già manifestato la loro disponibilità. Alla fine di febbraio, partirà per Gaza una delegazione di medici ed operatori sociosanitari, e per quella data vorremmo aver concluso la sottoscrizione, ovviamente sperando nel miglior risultato possibile. Per il momento, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno già contribuito, da chi ha versato 1000 euro a chi ne ha versati 10, perché ogni singolo centesimo è utile e importante. Per il futuro, come sempre, buon lavoro a tutte e tutti.

Germano Monti (Forum Palestina)

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