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Socialdemocratici: ingenui? opportunisti? alienati?

(28 Gennaio 2009)

I socialdemocratici come i colonizzatori d'Africa? Una riflessione di un giovane comunista svizzero.

Vedendo la linea politica scelta dai partiti che si dicono oggi socialdemocratici, e soprattutto conoscendo bene la mentalità della base di questi partiti, non potevo non fare il collegamento con l'atteggiamento di auto-assoluzione dei coloni francesi in Africa, che avevo incluso nel mio lavoro di maturità al Liceo.
Questo processo, quasi impercettibile, è spigato in dettaglio da Albert Memmi nel libro Portrait du colonisé-Portrait du colonisateur. Tutto l'equilibrio che c'era tra i diversi abitanti delle colonie «si basava sul razzismo, che riassume e simbolizza la relazione che univa il colonizzatore al colonizzato». Analizzando questo razzismo organizzato dalla classe dirigente, possiamo notare tre elementi importanti:
1. Trovare e mettere in evidenza le differenze tra il colonizzatore ed il colonizzato.
2. Valorizzare ed accentuare queste differenze a beneficio del colonizzatore.
3. Portare queste differenze all'assoluto convincendo il colono della loro correttezza, ed applicare una politica che tenga conto di queste differenze.
Dopo avere dimostrato la superiorità dell'uomo bianco, questa perversa tattica continuava con il togliere la personalità al colonizzato, togliergli la sua umanità, considerarlo più come un mezzo di produzione o un animale che come un uomo, e cominciare a parlare non più degli indigeni come singoli soggetti dotati di un corpo, una mente e un nome, ma a parlare globalmente "dell'indigeno", vedendoli come insieme di esseri inferiori che avevano molto da imparare dai civilizzati.
In questo modo i coloni francesi si credevano davvero superiori ai colonizzati, e vedendo il razzismo come una cosa puramente naturale, spesso non si rendevano nemmeno conto delle atrocità che commettevano. È questo l'atteggiamento di auto-assoluzione di cui parlavo, i coloni vedevano, in ogni piccolo aiuto che davono agli indigeni, un atto di carità verso qualcuno, o qualcosa, di inferiore. Credevano che aprendo una scuola dove si imparasse il francese e si studiasse la storia dei popoli europei, facessero un'opera di bene, dimenticando che nel frattempo stavano sfruttando e abitando una terra che non gli apparteneva, e che se gli africani avevano bisogno di aiuti, la colpa era solamente loro.
Potrà sembrare un paragone un po' troppo duro, ma io sono convinto che i socialisti del ventunesimo secolo siano vittime di un processo simile. L'idea di "carità", concetto tipicamente cristiano, è sempre più presente tra i socialdemocratici. Si impegnano nel difendere progetti di sviluppo nel terzo mondo, si iscrivono ad associazioni (talvolta di destra o filo-imperialiste ma loro non lo sanno) per i diritti civili nelle varie "dittature" sparse per il mondo, spediscono vestiti in Africa, raccolgono soldi per curare alcune malattie, adottano bambini a distanza, aprono un conto corrente per le vittime dello "tsunami",.. Attività quasi tutte nobili, e alcune, magari, pure molto importanti. Il problema è che sembrano però non accorgersi della loro incredibile incoerenza, poiché la necessità di questi aiuti è una conseguenza diretta del sistema che loro stessi difendono e rafforzano. Criticano e combattono, sempre meno, il liberismo economico, senza però mettere in discussione il capitalismo stesso, visto da loro come una cosa naturale, oppure imposta ma a cui ormai ci si deve per forza adattare. Credo quindi che si possa ora fare un altro paragone, comparando la situazione dei socialisti a quella della Confederazione e i suoi rapporti con la questione di Gaza. La Svizzera collabora militarmente con Israele, il quale bombarda Gaza, e però continua ad investire soldi per ricostruire edifici pubblici nella striscia che vengono periodicamente distrutti di nuovo. Il nostro paese fa quindi una sorta di carità quando però al contempo alimenta le barbarie che rendono necessari questi aiuti.
Io mi chiedo quindi quale sia la vera natura dell'attuale socialdemocrazia. Ingenuità? Carenza di analisi politica? Alienazione? Opportunismo? Disfattismo? Egoismo? Paura? Ipocrisia?
Chi una cosa, chi l'altra, credo comunque che queste parole siano di casa tra i socialisti.

Amedeo Sartorio (Gioventù comunista - Svizzera)

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