">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

L'ombra nera

L'ombra nera

(20 Agosto 2012) Enzo Apicella
E' morto ieri il disoccupato Angelo di Carlo, che si era dato fuoco per protesta 8 giorni fa davanti a Montecitorio

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

Pisa. La saint gobain mantiene quel che ha promesso: lunedì 25 maggio è stato spento il forno float

(28 Maggio 2009)

La crisi non è solamente un’astratta minaccia puntata contro i lavoratori: è una realtà che fa disastri sul piano finanziario (si pensi a chi deve pagare le rate del mutuo-casa), sul piano del reddito di chi lavora e sul piano dell’occupazione.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti da mesi: riduzione del lavoro, cassa integrazione (per chi ne ha diritto, perché i lavoratori dell’indotto e gli interinali non hanno neppure questa, seppure ampiamente inadeguata, “rete di salvataggio”), licenziamenti per riduzione del personale e per chiusura di fabbriche.

La vicenda della Saint Gobain è esemplare: l’ultima significativa realtà industriale della città di Pisa è stata tenuta senza investimenti dalla multinazionale francese, con gli impianti ormai obsoleti, che avrebbero dovuto essere sostituiti da anni. Finché, alcune settimane fa, è comparso l’annuncio della cassa integrazione e dello spegnimento del forno Float, senza nessun piano industriale per il rilancio produttivo con la costruzione di un nuovo forno.
Le dichiarazioni della Saint Gobain per questa costruzione (condizionata, però, alla prospettiva della ripresa economica) indicano il 2010 come data d’inizio dei lavori!!!
Il che significa che prima del 2011 non potrebbe esserci alcuna ripresa della produzione e che la cassa integrazione durerebbe per almeno due anni.

In una situazione del genere, con la multinazionale che, oltretutto, non ha scritto “nero su bianco” nessun impegno e nessuna garanzia, il rischio concreto è che si arrivi a una chiusura definitiva della fabbrica, approfittando della dispersione e della disgregazione della forza collettiva dei lavoratori causate dalla lunghissima durata della cassa integrazione.
Senza contare i lavoratori impegnati nella Saint Gobain Glass (45 dipendenti Saint Gobain e 22 interinali), a cui ormai da due mesi è stato detto di fare le valigie.

Ma i piani della Saint Gobain vanno oltre la situazione pisana. L’intera operazione, infatti, ha queste dimensioni: chiusura dello stabilimento Sekurit di Savignano (Cuneo), dove gli operai coinvolti sono 298; ristrutturazione dell’impianto Euroveder di Cervasca (Cuneo), con espulsione di 143 operai su 250; incertezza della continuità produttiva dello stabilimento Flovetro di San Salvo (Chieti).
È dunque importante che prosegua la mobilitazione unitaria tra i lavoratori del gruppo (dipendenti a tempo indeterminato e precari) e gli occupati nell’indotto.

I piani della multinazionale francese, che dopo decenni di presenza a Pisa minaccia una vera e propria dismissione, fanno il paio con la benevolenza accomodante dell’Amministrazione comunale, la quale ha favorito la speculazione edilizia della Saint Gobain (decine di milioni di euro), con l’approvazione di una variante urbanistica che le permette di destinare l’area industriale dismessa oltre l’Aurelia ad area “turistico-abitativa” (sono previsti 400 nuovi alloggi).

E non si può tacere la linea di politica sindacale seguita da Cgil, Cisl e Uil, che per anni hanno preferito gestire con l’azienda la fuoriuscita “dolce” (si fa per dire!) dal sistema produttivo di molti lavoratori, con la conseguenza della riduzione pesante di posti di lavoro e del ricorso sistematico al lavoro interinale e alle esternalizzazioni.

Questo ha provocato un arretramento crescente della possibilità di costruire una consapevole opposizione operaia, che oggi va assolutamente rimessa in piedi sugli obiettivi concreti e materiali della salvaguardia di tutti i posti di lavoro, garantiti da un piano serio e responsabile di rilancio industriale.

E non va taciuto nemmeno il modo di gestione dell’attuale vertenza, che si accontenta della massima incertezza delle intenzioni della Saint Gobain e delle sue promesse dichiarate ma non garantite.
Anzi, quanto alle promesse, c’è da dire che la multinazionale una l’ha mantenuta, quella di chiudere il Float!!!

Anche in Saint Gobain, come nell’indotto, non è più rinviabile il fatto che i lavoratori, in particolare quelli sindacalmente più attivi, si organizzino dal basso per prendersi direttamente il diritto di parola e di decisione, con la costituzione di un Comitato per la gestione della vertenza, che permetta loro di affiancare RSU e Cgil, Cisl e Uil nelle decisioni di mobilitazione e di lotta e al tavolo delle trattative.

Federico Giusti

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «Lavoratori di troppo»

Ultime notizie dell'autore «Confederazione Cobas»

7312