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Sanaa, ammazzata due volte

Pordenone: la destra specula su una drammatico fatto di cronaca per alimentare l'odio razziale.

(18 Settembre 2009)

Il sanguinoso attentato ai danni dei militari italiani a Kabul, dove hanno perso la vita 6 soldati e 4 sono rimasti feriti, sul quale per brevità non posso soffermarmi, - anche se accaduto riporta all'ordine del giorno il senso stesso di una missione militare internazionale che non ha mai avuto alcuna giustificazione -, mette, per forza di cose in ombra l'omicidio avvenuto ieri a Pordenone, nel quale uomo d'origine marocchina, El Ketaoui Dafani, ha ucciso, sgozzandola, la propria figlia di 18 anni Sanaa, rea di voler convivere con un ragazzo italiano e, quindi, di offendere e non rispettare i precetti famigliari.

Fino qui l'efferato atto omicida, sarebbe d'annotare tra i tanti gesti di violenza privata e di prepotenza patriarcale che si sviluppano ai danni di un membro della famiglia stessa. Questo genere di crimini, purtroppo, soprattutto ai danni delle donne e dei bambini, se ne compiono tutti i giorni in Italia e accomunano i maschi delle diverse etnie e strati sociali, con la netta prevalenza, per la verità, di quelli italiani, come certificato dal Ministero degli Interni.

Attorno a questo figlicidio pordenonese, però, è montata una speculazione che non esito a definire vergognosa e becera.

All'accaduto Il Messaggero Veneto d'oggi ha doverosamente dato molto spazio, non solo in cronaca, ma anche riportando le diverse reazioni e gli innumerevoli commenti, compresi quelli della ministro Carfagna. Di seguito riporto alcuni titoli esemplificativi:

- Carfagna: rispettino le nostre regole. Il ministro: ha ragione la Lega, gli immigrati si adeguino alle leggi italiane.

- Governo, Fvg e Provincia saranno parte civile «Non c'è spazio per la violenza integralista».

- Il vicepresidente Luca Ciriani chiede una condanna durissima per il padre accusato di omicidio: Sanaa voleva fuggire da logiche barbare e medievali «L'integrazione tra cristiani e musulmani è impossibile».

- L'assessore Seganti: per noi la vita è un valore, per altri no e su questo non ci sono compromessi .

- La Lega all'attacco: no alla cittadinanza E ora c'è chi invoca norme più dure.

- La Lega ora vuole il censimento dei salatiti.

Pur dando per scontato che il padre della povera Sanaa, sia il suo omicida, le indagini degli inquirenti a riguardo stanno ancora verificando i fatti, c'è un dato che non può sfuggire ed è la corale e per questo sospetta condanna preventiva che gli esponenti politici sopra citati, elementi dello stesso schieramento di destra, si sono affrettati a fare, secondo un assioma terribile: padre marocchino, quindi musulmano, ergo, barbaro assassino senza cuore. La responsabilità individuale dell'omicida, ancorché marocchino, è qui generalizzata in una responsabilità collettiva di tutta la comunità islamica.

Lo scontro di civiltà e l'odio razziale è un espediente tristemente noto, soprattutto in tempi di crisi come questi, ha ben altre motivazioni di fondo, basti rammentare ciò che è accaduto in Europa dopo il crollo economico del 1929 e il conseguente avvento dei totalitarismi.

La ministro Mara Carfagna, infatti ha dichiarato: "...con l'omicidio di Sanaa non ci troviamo di fronte solo a un orribile fatto di sangue, ma dinanzi alla folle e disumana affermazione di un principio culturale che non possiamo accettare: far pagare con la vita una scelta che non si condivide".

L'assessore regionale Federica Seganti, da par suo, arriva a supporre che la vita umana per i mussulmani non è un valore. La Lega Nord chiede il censimento su base religiosa, cosa che in Italia si fece solo durante il fascismo; ognuna ed ognuno pretende leggi più dure, tolleranza zero, come se nel nostro codice penale vigessero principi che, appunto, ammettessero e giustificassero in qualche modo la violenza omicida.

L'uso strumentale e irresponsabile di questa tragica famigliare, deve interessare tutte e tutti i cittadini democratici amanti della libertà, poiché è un sintomo di pericoloso sbandamento autoritario delle classi dirigenti al potere, le quali non si fermano davanti a nulla ed ormai non hanno neppure il pudore di rispettare il lutto per una giovane vita spezzata in nome di un ingiustificato primato patriarcale, del quale, peraltro, anche noi italiani non ci siamo mai del tutto liberati.

Dal Blog Eatonite Uniti si Vince!

Alessandro Perrone

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