">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Mercenari di Berlusconi

Mercenari di Berlusconi

(28 Febbraio 2011) Enzo Apicella
Silvio Berlusconi difende la scuola cattolica contro quella pubblica che subirebbe l'influenza deleteria di ideologie che non rispettano la verità

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(La controriforma dell'istruzione pubblica)

In merito allo sciopero generale della CGIL dell'11 dicembre e dell'adesione dell'Onda

(4 Dicembre 2009)

L’adesione sostanziale che il movimento dei ricercatori e degli studenti universitari ha dato, nell’assemblea romana di venerdì 20 Novembre senza tra l’altro una vera discussione in merito, allo sciopero indetto per l’ undici Dicembre dalla Cgil rappresenta l’ennesima dimostrazione di quello che riteniamo essere il limite più grave di larghi settori del movimento dei lavoratori della conoscenza, degli studenti e degli universitari e che può essere riassunto nella mancanza di una progettualità politica indipendente rispetto ai sindacati concertativi (di cui la Cgil è il più degno rappresentante) e in ultima analisi dal PD.

Dopo la mancata ripresa della conflittualità nel primo semestre dell’anno accademico, conflittualità che del resto non poteva di certo partire dalla demagogica e incomprensibile (per la gran parte degli studenti sicuramente) piattaforma rivendicativa fatta votare a tavolino nella due giorni romana del Novembre 2008 e sulla quale i collettivi facenti parte dell’onda ancora sostanzialmente si basano, il movimento tenta di ripartire dallo sciopero generale indetto da un sindacato che non solo insiste nel tornare alla vecchia politica della concertazione che ha disarmato i lavoratori e i precari di fronte ad una crisi come quella che stiamo attraversando e di cui non si vede ancora la fine ma che addirittura sta svolgendo un ruolo di pompiere ai conflitti che cominciano a prendere piede nella società. In merito, vale la pena di ricordare la campagna di raccolte firme che la Cgil ha lanciato a livello nazionale contro gli occupanti di case ma anche la
criminalizzazione che ha fatto delle giornate di Torino e che continuamente applica contro le realtà di lavoratori che, organizzandosi indipendentemente dal sindacalismo concertativo, tentano di difendersi dall’attacco che confindustria e governo hanno lanciato contro tutti i diritti conquistati con le lotte negli anni passati.

Questa adesione, perché di adesione si tratta quando si indice una manifestazione nello stesso giorno di uno sciopero nazionale anche se si proclama di volergli essere alternativi, e tanto più inspiegabile alla luce di ciò che è successo allo sciopero del 12 Dicembre 2008 giornata in cui l’ Onda ha cominciato il suo declino e in cui il sindacato di Epifani ha chiuso tutte le piazze agli studenti del movimento che pensavano di poterlo attraversare e di rafforzarsi attraverso il contatto fisico con i lavoratori. Oggi dovremmo essere politicamente più maturi nel comprendere che non ci possiamo unificare alle lotte dei lavoratori partecipando assieme alla tradizionale sfilata d’autunno ma che per creare tale unita bisogna essere al loro fianco quotidianamente e condividere con loro non delle date imposte dalle burocrazie sindacali ma un progetto di conflittualità diverso che sappia imporre all’ordine del giorno della politica italiana i bisogni
e le richieste dei lavoratori. Probabilmente una certa comprensione di questo c’è stata tanto che non si propone nemmeno più l’attraversamento della manifestazione ma al posto di ridiscutere il ruolo del movimento che si batte per un’istruzione e una ricerca diversa si fa un enorme passo indietro richiudendosi nel proprio particolare, scelta che dimostra tutta l’autoreferenzialità intrinseca nei gruppi che di questa scelta sono stati i fautori. Questo è tanto più evidente di fronte all’indifferenza, e a volente all’ostilità, che molti gruppi che pretendono di rappresentare il movimento degli studenti hanno nei confronti di quel sindacalismo di base che negli ultimi anni si è cresciuto sviluppando conflitto proprio in quei settori sociali che la Cgil, per la sua natura, non riesce ad organizzare e difendere.

È una falsa e presuntuosa l’ipotesi di pensare che la nostra diversa modalità di adesione alla giornata dell’11 Dicembre ci farà apparire come qualcosa di diverso dalle politiche della Cgil e ancora di più è il credere di essere in grado di spostare degli equilibri interni all’organizzazione (in questo non riescono nemmeno le assemblee degli autoconvocati della Cgil). Non è rincorrendo le organizzazioni che hanno detto e dimostrato chiaramente di voler tornare ad un sistema che è oggettivamente finito ( non vi sono più profitti da ridistribuire nel momento peggiore per l’industria manifatturiera occidentale) oltre che dannoso, che si costruisce l’ alternativa o si diviene riconoscibili.

Nessuno può negare inoltre che, continuando a partecipare alle mobilitazioni indette dalla Cgil equivalga a rinnegare la natura stessa del movimento che della necessità di indipendenza dalle politiche confederali ed istituzionali è nato e si è, negli anni, sviluppato. Non dimentichiamo che la nostra azione parte proprio dalla volontà di costruire l’alternativa possibile alla politica riformista e inconcludente propria di quelle organizzazioni da cui invece si è ancora totalmente dipendenti se non addirittura parte integrante.

In questo momento, di totale sfiducia dei lavoratori e dei precari, nei confronti della politica di palazzo e della concertazione sindacale e in cui si vede la ripresa di una volontà di lotta all’interno di ampi settori di cittadini e lavoratori, la presenza del movimento delle università non farà altro che portare un’ondata d’ acqua al mulino arrugginito della Cgil. Il fatto stesso che la manifestazione ( stando alle ultime dichiarazioni di Epifani probabilmente sarà solo regionale se non addirittura locale) sia indetta a Bologna dovrebbe farci riflettere di come in realtà questa mobilitazione non sia altro che un gioco di potere interno alla Cgil e alle istituzioni. Da un lato infatti la segreteria nazionale del sindacato cerca di ricomporre le sue fila attraverso una dimostrazione di forza contro quelle categorie che hanno in Emilia la loro roccaforte e che in vista del congresso cominciano a creare problemi alla leadership della
confederazione, e soprattutto alla sua volontà di ricucire gli strappi che negli ultimi mesi ci sono stati con Cisl e Uil, e dall’altro si tenta di far sentire il proprio peso ad un’amministrazione comunale che ha privilegiato, nei suoi primi mesi di mandato, i rapporti con la Cisl. Tutto ciò logicamente sulle spalle dei lavoratori, dei disoccupati degli sfrattati e di tutti quelli che la crisi la stanno pagando davvero.

Dobbiamo avere il coraggio di ripartire da capo, ridiscutere il nostro ruolo a partire da un’anali del reale più organica e non cercare scorciatoie che altro che non fanno che intrappolarci nella rete del codismo.

studenti universitari Politecnico09-Bologna
http://www.politecnico09.splinder.com/

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «La controriforma dell'istruzione pubblica»

6374