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25 Aprile

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(23 Aprile 2009) Enzo Apicella
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Il solito scempio veronese

(2 Febbraio 2010)

I fatti sono noti, ma serve ricordarli. Un’associazione che si fregia del nome rassicurante “Progetto Abruzzo”, chiede e ottiene dall’università di Verona finanziamenti, patrocinio e aula per far conoscere gli esiti dei suoi interventi umanitari nei paesi colpiti dal terremoto dello scorso aprile. Appuntamento per il 2 febbraio, nientemeno che nell’aula 1.1 del Polo Zanotto. Esce il volantino che pubblicizza la conferenza: bene in vista, accanto al logo dell’università, anche le insegne e i nomi dei reali promotori: Blocco studentesco e casa Pound. Alcuni studenti dell’università di Verona insorgono, e chiedono al rettore e ai docenti di impedire che siano date ospitalità e credibilità culturale a queste, che sono associazioni ben note per la loro vicinanza alla destra estrema.
Il rettore (19 gennaio) invia agli organizzatori la diffida dal fare uso del logo, e, subito dopo (20 gennaio), non avendo ricevuto riscontri, comunica che non sarà concessa l’aula, perché la manifestazione «è caratterizzata da un chiaro e preciso indirizzo politico, non esplicitato al momento della richiesta».
Che cosa fanno allora gl’imbroglioncelli del terzo millennio? Cacciati dalla porta, e non senza vituperio, rientrano dalla finestra spalancatagli dall’Andrea Miglioranzi, capogruppo di Lista Tosi in Consiglio comunale. A mo’ di compensazione, ottengono la sala Farinati di Biblioteca Civica, un luogo che è riservato alle sole manifestazioni culturali, in base a un preciso e ben noto regolamento.

E la città cosa fa, sta a guardare, non si accorge o non gli frega nulla che questi camerati, tutti, escano prima dall'università e che poi ottengano una sala del Comune. Ci siamo dimenticati dei vari solstizi d'estate d'inverno e di primavera, quando Mariotti dava soldi e al fu Teatro tenda si organizzavano concerti nazi rock che però diventavano dei raduni nazi con persone che provenivano da tutta Europa? Sì, la città se lo è dimenticato se accetta che questi fascisti entrino dalla porta principale con le solite operazioni "comunali".
Un fascista rimane tale anche se si cambia il vestito, ma siccome non girano più con le spranghe, si limitano a imbrattare la città di scritte, ora sono dei bravi "butei" e non fanno più male a nessuno, li si accetta tanto anche loro hanno dei diritti. Ci siamo dimenticati pure di Nicola Tommasoli.
La cosa preoccupante è che ora agiscono sul piano culturale, ammantati di buone intenzioni. L'operazione è semplice: non usano più la svastica o la croce celtica ma qualcosa che gli si avvicina, così non spaventano più nessuno e magari non ci si accorge che sono loro. In Università gli è andata male, ma non è servito a nulla, dato che poi sono stati legittimati dal Comune a fare la loro conferenza.

Non siamo più disposti ad accettare questa presenza violenta che gira tranquilla per Verona e che organizza cose dal "vago" sapore fascista.
Diamoci appuntamento martedì 2 febbraio 2010 davanti alla Biblioteca Civica in Via Cappello, non solo contro il Comune che ha permesso questo ennesimo scempio culturale ma anche contro questa continua indifferenza che rende tutto normale e possibile in questa città.

Cittadine/Cittadini Antifasciste/Antifasciste veronesi

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