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(1 Settembre 2011) Enzo Apicella

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(L'unico straniero è il capitalismo)

1 Marzo di lotta

Lavorano qui, vivono qui, restano qui!

(21 Febbraio 2010)

La rivolta di Rosarno ha mostrato a tutti le condizioni disumane in cui sono costretti a lavorare i migranti, le discriminazioni, i ricatti e la violenza che subiscono quotidianamente. Ma ha anche mostrato che contro queste condizioni è giusto ribellarsi. Perciò, ancora una volta, dobbiamo ringraziare i lavoratori immigrati che col loro grido di libertà hanno rotto il muro di ipocrisia e di silenzio esistente.

Si è spesso detto che si tratta di un esercito di “schiavi”. No, non sono schiavi, sono operai salariati, parte integrante del proletariato.

Molti immigrati sono operai della fabbriche italiane del Nord, i primi ad essere licenziati a causa della crisi. Altri sono braccianti nel settore agricolo, specie nel meridione, sottoposti ad un durissimo regime di sfruttamento da parte di quei soggetti che si spartiscono il plusvalore da loro creato: agrari, grossisti, criminalità organizzata e politica.

Entrambi, siano essi regolari o meno, hanno la funzione di ”variabile d’aggiustamento” delle imprese capitaliste che non possono delocalizzare la loro produzione.

E' importante capire ciò perchè secondo noi la questione più importante è l'unità del proletariato italiano con il proletariato immigrato nella lotta contro la borghesia. Questa è la strada da percorrere – e non un generico umanitarismo - per garantire il successo nelle rivendicazioni immediate, così come per i nostri obiettivi storici.

Un elemento fondamentale per mantenere la divisione fra lavoratori italiani e migranti è il razzismo e le discriminazioni che ne derivano. E' una questione che riguarda la forza-lavoro in generale, ma che viene applicata al massimo grado sulla forza lavoro immigrata.

Il ricatto sugli immigrati è funzionale al ricatto e alla divisione fra tutti i lavoratori.

Gli strumenti di questa politica si chiamano clandestinità, CIE, permesso di soggiorno, assenza di diritti, che servono a far piegare la testa e subire in silenzio. Si chiamano “pacchetto sicurezza” e “direttiva della vergogna” approvata dall'U.E. Tutti questi strumenti razzisti e xenofobi sono volti contro l'insieme dei lavoratori e la loro abolizione è oggi un tema centrale per tutti coloro che vogliono difendere gli interessi di classe.

Perciò dobbiamo unirci per porre fine a questa politica criminale e discriminatoria, che è oggi portata avanti dal governo reazionario di Berlusconi, in modo sostanzialmente non diverso dagli altri governi dei paesi imperialisti.

E' dunque necessario proseguire, coordinare e ampliare la mobilitazione, con il più ampio coinvolgimento dei lavoratori migranti e nativi, contro le leggi razziste e xenofobe, contro l’Europa fortezza. Queste battaglie creano seri ostacoli ai piani reazionari e rafforzano l'intero fronte di lotta della classe operaia contro il capitale, per far pagare la crisi a chi l'ha causata.

Guardiamo alla lotta esemplare dei lavoratori “sans-papiers” in Francia, che sono entrati in sciopero con il sostegno dei loro compagni francesi, per strappare la regolarizzazione. Essa è stata un potente antidoto alla campagna di divisione sviluppata dalla borghesia.

La parola d’ordine che i lavoratori francesi hanno lanciato assieme ai loro fratelli immigrati, deve quindi risuonare con forza anche nel nostro paese, poichè è una parola d’ordine di solidarietà, di fraternità, di rivolta contro le strategie di sfruttamento del capitalismo.

Perciò diciamo anche noi: «Lavorano qui, vivono qui, restano qui!».

- Regolarizzazione per tutti e diritto di cittadinanza
- Abolizione del “pacchetto sicurezza”
- Chiusura dei CEI, libertà immediata per chi vi è rinchiuso
- Ritiro della “direttiva della vergogna“ della U.E.

Avanti per un 1 marzo di lotta in tutte le città, partecipando agli scioperi e alle manifestazioni!

Leghiamo lotta rivendicativa e lotta politica in un'unica lotta di classe del proletariato, sviluppando una prospettiva di rottura rivoluzionaria con questo sistema in crisi profonda, per il socialismo!

Piattaforma Comunista

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