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Terroristi

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(4 Gennaio 2011) Enzo Apicella
Dopo Pomigliano anche a Mirafiori il ricatto di Marchionne: o lavorare schiavi o non lavorare più

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Pomigliano: non un passo indietro!

Far saltare con la lotta l'accordo-capestro

(21 Giugno 2010)

Operai, lavoratori, la Fiat per ottenere il massimo profitto, vuole “derogare” su tutto: contratti, leggi, Statuto dei Lavoratori, Costituzione.

Con l'accordo-capestro firmato dai sindacati collaborazionisti a Pomigliano aumentano lo sfruttamento e la flessibilità, i turni e gli straordinari, si punisce chi sciopera, chi si ammala. Marchionne e soci approfittano della crisi capitalistica, di cui sono corresponsabili, per accanirsi contro i lavoratori alla fame.

A suon di ricatti occupazionali la famiglia Agnelli spiana la strada al governo Berlusconi che punta a un regime reazionario in cui sia assicurata la libertà assoluta al capitale monopolistico finanziario. Ci vogliono portare indietro di decenni per salvare i privilegi di un gruppo di sanguisughe e del loro marcio sistema.

E' giusta la posizione dei sindacati che hanno giudicato inaccettabile il referendum, perchè non si può votare contro le nostre conquiste, con la pistola puntata alla tempia.

I vertici della CGIL e il PD hanno invece invitato gli operai alla capitolazione, ma hanno fatto male i loro conti. Gli scioperi di Mirafiori e della Sevel lo dimostrano.

La classe operaia ha la forza e la tenacia per spezzare la morsa padroni-venduti. Nei prossimi mesi bisognerà rendere ingestibile l'accordo antioperaio in fabbrica, dando battaglia a Marchionne e ai suoi servi, organizzando comitati di sciopero per imporre misure a tutela dei lavoratori.

Ma ciò non basta. L'accordo-capestro non è solo un attacco agli operai di Pomigliano, è un attacco a tutta la classe operaia. Se verrà applicato i padroni pretenderanno di più, in Fiat come altrove, vorranno altre “zone speciali” sottoposte al loro pieno arbitrio. E' dunque necessaria la mobilitazione dell'intero proletariato.

Non dobbiamo fermarci allo sciopero del 25 giugno. Di fronte alla brutale offensiva padronale nessun freno alla lotta operaia!

L'unico linguaggio che capiscono i capitalisti è quello della lotta di classe, perciò bisogna inasprirla per mettere con le spalle al muro i responsabili della crisi e dei debiti: i padroni, i ricchi, i parassiti.

Chiediamo la convocazione immediata di una manifestazione di tutti gli operai Fiat e indotto, con delegazioni degli operai delle fabbriche all'estero che stanno protestando contro lo stesso padrone, come a Tychy in Polonia.

E' necessario sviluppare il fronte unico di lotta del proletariato, dando vita ad un’iniziativa ampia, decisa e prolungata, a suon di scioperi, per licenziare il governo Berlusconi nelle fabbriche e nelle piazze.

La classe operaia può riuscire a ribaltare la situazione a condizione di essere organizzata, unita nella lotta e di trasformarsi in una forza politica indipendente grazie alla direzione che solo un autentico partito comunista può assicurare.

Pensare di fare ciò con i vecchi partiti socialdemocratici vuol dire condannarsi alla sconfitta.

Perciò chiamiamo gli elementi più coscienti e combattivi del proletariato ad avvicinare la ricostruzione del partito di avanguardia della classe operaia, rompendo nettamente con gli opportunisti e unendosi ai marxisti-leninisti.

Il tempo delle illusioni è finito. I mali del capitalismo non sono curabili. L'alternativa è sempre più chiara: o schiavitù capitalistica o rivoluzione proletaria!

Piattaforma Comunista

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