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Pomigliano: 1673 volte no al piano Marchionne

(28 Giugno 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

Volantino distribuito a Monfalcone davanti ai cancelli di Fincantieri.

POMIGLIANO: 1673 VOLTE NO AL PIANO MARCHIONNE

FIAT, PADRONI, GOVERNO, PDL, PD, CISL, UIL, UGL, HANNO PERSO!

Il referendum truffa che si è svolto venerdì scorso a Pomigliano D’Arco presso lo stabilimento della FIAT, al di là del dato formale, che registra l’affermazione dei SI con il 63% dei votanti, a un accordo separato che intende ridurre alla schiavitù i lavoratori lì occupati, consegna un dato politicamente rilevante, il fatto che il 38% dei 4.642 votanti, cioè 1.673 dipendenti dello

stabilimento – 48% degli operai - contro tutto e tutti, ovvero: FIAT; Confindustria, Governo, PdL, PD, CISL, UIL, UGL, pezzi della stessa CGIL, hanno respinto il ricatto del Marchionne l’AD di FIAT, dando un segnale chiaro alla classe operaia italiana, confermando che solo con la lotta si difende il lavoro, la sua dignità, i diritti sindacali e costituzionali che l’accordo separato intende cancellare.

Va dato merito soprattutto la FIOM, ma anche il sindacalismo di base ed i partiti del frastagliato arcipelago comunista, di aver saputo resistere indicando la necessità di respingere l’accordo separato, ciò a fronte di un altro livello d’intimidazioni e ricatti minacce che FIAT attraverso i suoi scagnozzi, ha scatenato nello stabilimento di Pomigliano, in un clima di omertà delle forze del sindacalismo collaborazionista e di quelle politiche di centrodestra e centrosinistra, che hanno pensato bene di indicare nella FIOM il nemico della “prosperità” e della “modernità”, che guarda caso coincidono con i loro interessi privati e di classe.

Proprio in un contesto difficilissimo, l’effetto del voto di Pomigliano è un segnale assolutamente dirompente, di portata storica per la sua potenzialità d’invertire un ciclo lungo di ripiegamento difensivo della classe operaia italiana rispetto i diritti del lavoro.

Non a caso Marchionne, la sua cricca e l’intera borghesia italiana sono preoccupati del dato scaturito dal referendum, avendo chiesto un plebiscito che non c’è stato, infatti, ora non s’attardano, come invece fanno i collaborazionisti di CISL, UIL e UGL ed i fiancheggiatori del PdL e del PD, sul fatto che i 2/3 dei votanti si sono espressi favorevolmente, ma più pragmaticamente invocano l’intervento del Governo, di Berlusconi in persona e chiedono al PD, sapendo di essere ascoltati, di correre in loro soccorso. Ciò perché i padroni sanno bene che ora con quasi il 40% dei lavoratori contrari non possono fare i loro comodi.

Il tentativo d’isolare la FIOM, di marginalizzare le posizioni più combattive, dunque, è già in atto; la lezione di resistenza, insubordinazione e ribellione degli operai di Pomigliano ha bisogno di un sostegno forte in tutta Italia.

CI VUOLE UN FRONTE DI RESISTENZA ALLA CRISI DI TUTTI I LAVORATORI.

CI VUOLE UN´ALTERNATIVA DI SISTEMA E NON SOLO DI GOVERNO.

RILANCIAMO LA LOTTA DI CLASSE CONTRO LA BARBARIE DEL CAPITALE, RICOSTRUIAMO IL PARTITO COMUNISTA, UNICO STRUMENTO POLITICO E SOCIALE DI DIFESA E RAPPRESENTANZA DELLA CLASSE OPERAIA.

DA POMIGLIANO A OGNI LUOGO DI LAVOROLA RESISTENZA DEVE CONTINUARE.

COORDINAMENTO OPERAI aderenti a COMUNISTI UNITI - MONFALCONE

ciclostilinprop. - giugno 2010 – via caboto - monfalcone

www.comunistiuniti.it

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