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Il ricatto

Il ricatto

(20 Giugno 2010) Enzo Apicella
A Pomigliano la Fiat convoca, con scarso successo, una manifestazione a favore dell'accordo

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Fiat antisindacale

Rese pubbliche le motivazioni della condanna

(11 Agosto 2003)

Dopo la vittoria milanese, la Fiom incassa un altro risultato importante a Torino, dove il giudice del tribunale del lavoro Vincenzo Ciocchetti ha reso pubbliche le ragioni che l'hanno indotto a condannare la multinazionale torinese.

Il giudice torinese, motivati in maniera ancora più puntigliosa tutti i comportamenti antisindacali della Fiat, conclude però senza sanzionarli, ritenendo troppo complicato entrare nel merito tecnico di un'organizzazione del lavoro che nel frattempo è stata ampiamente modificata.

Ma la Fiat deve "porre rimedio al dolo", cioè rivedere le azioni messe in atto con comportamenti antisindacali. Il giudice torinese ha dato ragione alla Fiom - e nei prossimi giorni dovrebbero essere depositate le motivazioni di una sentenza dello stesso tenore, in relazione a un ricorso analogo avanzato dal SinCobas - per le seguenti ragioni:

1) in seguito all'accordo del dicembre scorso a Palazzo Chigi tra Fiat e governo, contrarie tutte le organizzazioni sindacali, l'azienda ha proceduto a formulare le liste con cui 8.100 lavoratori sono stati espulsi dalle fabbriche in tutt'Italia. Ma i criteri con cui sono state selezionate le vittime sacrificali da mettere in cassa integrazione a zero ore, contesta la Fiom torinese e conferma il giudice, non sono stati oggetto di informazione e confronto con il sindacato più rappresentativo, la Fiom appunto.

2) La Fiat non ha comunicato le ragioni per cui non è stato scelto il criterio della cassa integrazione a rotazione che avrebbe evitato le espulsioni.

3) L'accordo separato firmato il 18 marzo dalla Fiat con Fim, Uilm e Fismic non ha valore sindacale, in quanto non è stata seguita la prassi che prevede il diritto delle Rsu di fabbrica di riunirsi e votare l'ipotesi di accordo.

Centro di documentazione e lotta - Roma

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