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(23 Dicembre 2010) Enzo Apicella
Manifestazioni in tutte le città contro il decreto Gelmini

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Gelmini cerca di sfuggire alle contestazioni, ma non può sfuggire alle proprie responsabilità. Migliaia di precari bloccano lo Stretto di Messina

(13 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Grazia Orsati, Radio Città Aperta

13-09-2010/14:08 --- Oggi primo giorno di scuola nella maggior parte delle regioni italiane: inizia il nuovo anno scolastico all’insegna della cosiddetta riforma Gelmini; la situazione è grave dai nidi all’università, i tagli e le privatizzazioni colpiscono tutto il mondo della scuola, anche gli uffici scolastici provinciali: il provveditore di Bari il 2 settembre ha inviato una nota in cui si legge "Si rende noto che il continuo decremento del numero dei dipendenti di questo ufficio impone l'obbligo di rivedere l'impianto organizzativo. Tale condizione incide negativamente sulla garanzia del servizio di vigilanza e portineria". E senza un portiere fisso: "Sino a diverso avviso si comunica che a decorrere da domani, il personale scolastico potrà favorire presso i nostri uffici solo per urgenti ed indilazionabili motivi di servizio e, comunque, solo su preventivo appuntamento". Sono stati costretti ad interrompere il ricevimento del pubblico tra agosto e settembre molti uffici scolastici provinciali, da Siena a Perugia, Messina, Pisa, Belluno, Prato, Salerno solo per citarne alcuni. C’è poi la situazione economica dei singoli istituti ed ora siamo arrivati agli sponsor per banchi, sedie e cattedre.

In questa situazione la 'coraggiosissima' ministra Gelmini, per evitare fischi e contestazioni, ha deciso di disertare le scuole scegliendo una più comoda e tranquilla aula del Policlinico Gemelli di Roma. Ma anche qui la ministra è stata accolta dalla contestazione di decine di studenti delle superiori e dell’università. Gli effetti della sua cosiddetta riforma delle superiori sono sotto gli occhi di tutti e generano rabbia e proteste: migliaia di professori dovranno rinunciare a lavorare, anche a cinquant’anni e dopo decenni di precariato, perché nessuno li chiamerà. Sono migliaia le classi cancellate e accorpate. E non è affatto vero, come continua a ripetere l’esponente dell’esecutivo, che i precari saranno riassorbiti nei prossimi otto anni. Come si suol dire la matematica non è un’opinione: tra 4 anni, quando la riforma andrà a regime in modo integrale, le ore di insegnamento totali saranno molte meno delle attuali.

E mentre si affossa la scuola pubblica si stanziano cifre enormi per progetti faraonici come il ponte sullo stretto. Proprio sulle due sponde dello stretto hanno manifestato ieri migliaia di precari della scuola con la parola d’ordine: "Invadiamo lo Stretto: un ponte per la scuola". Lo stretto di Messina è rimasto bloccato alcune ore e solo nel tardo pomeriggio i manifestanti hanno abbandonato le banchine. Durante la manifestazione un migliaio di lavoratori aderenti che hanno risposto all’appello dell’USB hanno bloccato l’accesso ai traghetti sul versante calabrese. Anche dall’altra parte dello Stretto, a conclusione di un corteo di alcune migliaia di lavoratori, è stato bloccato l’imbarco dei traghetti. E’ questo non più un gesto di disperazione individuale, come erano stati i casi dei lavoratori entrati in sciopero della fame, ma il segno della forza e della determinazione dei lavoratori della scuola che intendono difendere i propri posti di lavoro e la scuola pubblica. Al termine della manifestazione 25 precari della scuola sono stati denunciati e altri manifestanti identificati. La mobilitazionein Sicilia è stata promossa dalla "Rete dei precari" di Agrigento e vi hanno aderito Flc-Cgil, Cobas, Coordinamento dei precari in lotta e Comitati provinciali, Pd, Idv e Sinistra Ecologia e Libertà, gli studenti medi, l'Udu, il Coordinamento genitori democratici ed una delegazione del Comitato genitori di bambini autistici di Palermo.

Il giorno precedente, sabato, duemila tra lavoratori della scuola, genitori e studenti avevano manifestato a Milano "contro la precarietà della scuola". C'erano anche delegazioni di precari di Monza, Varese, Lodi, Bergamo e Torino oltre a diverse sigle sindacali e alcuni partiti della sinistra. Nel corso della manifestazione sono state diffuse 10 domande alla Gelmini insieme agli sconcertanti dati OCSE sul degrado della scuola italiana.

Un 'flash mob' in tutta Italia per protestare contro chi ''considera la scuola un'azienda in dissesto, i saperi un capitolo di bilancio sul quale risparmiare, le nostre vite uno spreco di denaro''. Protestano oggi anche gli studenti aderenti alla ‘Rete degli studenti’ che, al suono delle prime campanelle, hanno manifestato davanti ad alcune scuole in tutta Italia ''indossando caschetti gialli da lavoro, per proteggerci la testa dalle macerie che la Gelmini e Tremonti hanno causato e daremo inizio alla nostra ricostruzione''. Oggi pomeriggio la protesta si sposterà davanti al Ministero dell’istruzione in Viale Trastevere.

Sempre questa mattina, ancora a Roma, a protestare contro i tagli della Gelmini e l’attacco alla scuola pubblica sono stati genitori e insegnanti del 49° circolo didattico che alle 8 hanno volantinato ed esposto striscioni all’ingresso della scuola Principe di Piemonte. Il comitato di lotta ha indetto per giovedì, dalle ore 17.00, una assemblea nei locali della scuola aperta ai genitori, agli insegnanti e al personale ATA per decidere le nuove mobilitazioni.

www.radiocittaperta.it

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