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Cronaca da castellamare, 23/ 09 /2010

(24 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

Castellammare 23/09/2010 Gli operai della Fincantieri sono in agitazione. Aspettano risposte. L’azienda dopo aver fatto sapere a mezzo stampa l’enorme ridimensionamento che ha in programma per delocalizzare in aree “più competitive”, ora tace.
Aspetta, insieme al governo, la reazione operaia. Lunedì, con la scusa di qualche botto per bambini fatto esplodere alla manifestazione alla Regione, il governo, nella persona di Caldoro, presidente della Regione, ha fatto caricare pesantemente gli operai dalla polizia rifiutando anche di incontrare una delegazione dei manifestanti.
Perché? Perché non sanno cosa dire agli operai. Il governo Berlusconi sta appoggiando dappertutto i padroni che utilizzano la linea dura con gli operai. Con una azienda pubblica deve fare la stessa cosa. Massima disponibilità con i padroni e gli evasori fiscali, le dure leggi della competitività con gli operai. Sprechi in ville e puttane per i politici e i manager pubblici servizievoli con il cavaliere, mano dura con gli operai che difendono un posto da milleduecento euro al mese. Questa è la loro posizione. Può essere sostenuta però, fino a quando gli operai non si muovono, fino a quando stanno zitti. Per ora è così. Gli operai Fincantieri si sono presi le percosse a Napoli. Per ora stanno fermi fuori ai cancelli dello stabilimento a Castellammare.
Gli operai, per ora aspettano anche loro. Si fanno intervistare da Santoro stasera.
Domani manifestano a Castellammare chiedendo solidarietà.

Sono circa novecento, la maggior parte giovani, solo dello stabilimento. Sono migliaia calcolando l’indotto. Accetteranno la disoccupazione in silenzio? Si faranno abbindolare dalle solite mediazioni sindacati-politici? Forse. Con Fincantieri la partita padronale è più difficile però. Non c’è qui da una parte il cattivo, il padrone privato, dall’altra il mediatore, cioè il governo e poi gli operai. E’ difficile fare il gioco delle tre carte in cui il padrone non vuole concedere niente e grazie all’intervento del governo gli operai riescono ad avere qualcosa, poco ma qualcosa.
Qui la partita è diretta. L’azionista di maggioranza è lo stato. E’ più complicato far digerire agli operai sacrifici così grandi, quando i soldi pubblici vengono regalati a piene mani a politici, faccendieri, padroni e banchieri.

www.operaicontro.it

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