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Il fumo uccide

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(18 Agosto 2012) Enzo Apicella

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(Il saccheggio del territorio)

Padova: a difesa del "Parco del Basso Isonzo"

(23 Ottobre 2003)

Il 24 settembre 2003 la giunta Destro ha definitivamente cancellato dalla pianta urbanistica di Padova l'area destinata a verde pubblico, che dal 1961 era chiamata "Parco del Basso Isonzo".

La destinazione di quest'area, che si inseriva in un piano di grande intelligenza urbanistica ed è stata per più di quarant’anni puntigliosamente ribadita, non poteva finire in mani migliori per completare "il sacco" del verde a Padova. L'area destinata a verde pubblico non era rimasta intatta, ma, pur ridimensionata, rappresentava ancora l'ultimo consistente cuneo verde che arrivava fino alle porte della città.

Che la giunta Destro sia ispirata a logiche gestionali il cui motore è l'interesse privato e per le quali la fruizione del bene comune è subordinata a questo, è coerente con la sua stessa scelta di campo. Ma è anche vero che essa ha rotto gli indugi su di una situazione che non aveva trovato per 40 anni vie d'uscita.

Non ci si può nascondere dietro i limiti del bilancio per giustificare l'inerzia delle amministrazioni che l'hanno preceduta, protratta per tanti anni. Si è trattato, nella migliore delle ipotesi, anche per queste, della incapacità di uscire dalla logica di uno sviluppo che ha massacrato il territorio e degradato la qualità della vita.

Nell'ultimo anno la "Associazione per il Parco Basso Isonzo", sostenuta fattivamente da Legambiente e dalle altre associazioni ambientaliste, ha cercato di opporsi in tutti i modi alla progettata variante, portando avanti anche alcune proposte intelligenti, che potevano contemperare gli opposti interessi (es: destinazione ad agricoltura biologica, permuta dei terreni siti nel "parco" con altri esterni ad esso), andando ripetutamente al confronto con i cittadini, compresi quelli interessati alla edificazione.

Ma il disegno liquidatorio, messo in atto dalla Giunta Destro, si è concretizzato non solo nel rigetto delle opposizioni presentate in difesa del "parco", e di quelle di piccoli proprietari che puntavano a modesti incrementi di edificabilità per la propria abitazione, ma soprattutto ha accolto quelle dei grandi proprietari, tese a spostare in proprio favore gli obbiettivi della variante stessa, con il risultato che, mentre originariamente la localizzazione degli insediamenti abitativi richiedeva un accordo dei proprietari che rappresentassero almeno il 50% (circa 280 mila mq.) dell'area parco, nella versione approvata dal Consiglio Comunale è sufficiente disporre di 40 mila mq.

Così la parcellizzazione dell'area in numerosi nuclei abitativi (per complessivi 250-280 appartamenti) finirà per trasformare, di fatto, l'attuale polmone di verde con destinazione pubblica in un verde frammentato e disarticolato a corredo delle costruende abitazioni e incrementerà il valore dei relativi terreni. La variante ora dovrà passare in Regione per una convalida, ma, dati i rapporti di forza, non sarà facile fermarne l'iter .

Lunedì 22.09 Legambiente aveva lanciato un appello per una mobilitazione di cittadini davanti al Consiglio Comunale che doveva adottare la variante in questione. Nonostante i tempi stretti ci siamo trovati in un centinaio a protestare.

Ma le forze politiche di opposizione che siedono in Consiglio Comunale - tenuto conto dell'importanza strategica da sempre ribadita del cuneo verde del Basso Isonzo - cosa hanno fatto per impedire lo scempio che verrà al territorio dalla variante ? Molto poco, oltre al formale dissenso nelle sedi istituzionali o a qualche dibattito sul progetto Castelnuovi, commissionato dalla precedente Giunta, cui non fu dato dalla stessa alcun seguito e che è stato, ovviamente, cestinato dall'attuale amministrazione. Tutto questo è grave.

A nostro modo di vedere fare politica non è solo votare contro, ma è fare di tutto perché certe operazioni non passino e farlo sentire ai cittadini - in particolare fare sentire anche ai meno informati l'importanza della posta in gioco.

Pertanto la campagna elettorale a cui ci avviamo dovrà farci capire, una buona volta, il tipo di impegno che le forze dell'attuale opposizione in Consiglio Comunale intendono assumere di fronte all'opinione pubblica - per il recupero dell'area in questione , sia in sede comunale che regionale, qualora dovessero riprendere il governo della città.

Daniela Antonello, Rodolfo Cibotto, Silvana Ciscato, Paolo Conconi, Emilio Di Ciaula, Lorenzo Ginestri, Giancarlo Ferrario, Anna Mioni, Leone Prandin, Diana Ragazzo, Giacomo Secco, Vincenza Tontini, Filippo Zaccaria, Maria Renata Zanchin

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