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Porto Tolle: condannati i vertici Enel per inquinamento. Ma Alfano e Violante puniscono i magistrati

(14 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Porto Tolle: condannati i vertici Enel per inquinamento. Ma Alfano e Violante puniscono i magistrati

foto: www.radiocittaperta.it

14-01-2011/12:39 --- Sono stati condannati dalla Terza sezione penale della Cassazione gli ex amministratori delegati di Enel Spa, Francesco Luigi Tatò e Paolo Scaroni. La Suprema Corte ha quindi ribaltato la sentenza della Corte d’Appello di Venezia, riconoscendo la responsabilità penale degli imputati per i danni provocati dalla centrale Enel Di Porto Tolle, un impianto che si trova all’interno del Parco Regionale Veneto del Delta del Po, un'area ad alto pregio naturalistico e patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. I reati imputati alla società erano di emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico.
La vittoria in sede penale è tuttavia solo di principio, in quanto come spesso accade i reati sono caduti in prescrizione, mentre va avanti la causa in sede civile. “Pur nell’attesa del deposito della motivazione della sentenza – hanno commentato i legali di parte civile Matteo Ceruti e Valerio Malaspina - si può già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria, la Suprema Corte ha riconosciuto una responsabilità del vertice della holding. Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte d’Appello civile di Venezia operare l’esatta quantificazione di tutti i danni patiti delle parti civili rimaste”. Una sentenza importante dunque, malgrado la prescrizione dei reati, che potrebbe pesare sul futuro della centrale dopo che il ministero dello Sviluppo economico ha dato il via libera alla riconversione di Porto Tolle in un impianto alimentato a carbone. È quello che gli ambientalisti e i comitati dei cittadini vorrebbero scongiurare e che invece il governo auspica e persegue a tutti i costi, anche sottoponendo a procedimento disciplinare i magistrati della procura di Rovigo con l’accusa di aver rallentato le autorizzazioni per la riconversione della centrale.
I due magistrati, che stavano indagando sui legami tra le emissioni della centrale e l’aumento dell’incidenza di malattie nei territori circostanti, avevano già ricevuto le visite degli ispettori del Ministro Alfano nel Gennaio scorso, su esortazione dell’on. Luciano Violante (esponente di punta del PD), perchè avviando un’indagine durante l’iter autorizzativo della riconversione a carbone, i giudici di Rovigo, avrebbero «intimidito» - secondo Violante - i membri della commissione, allungando così i tempi delle autorizzazioni. La vera intimidazione, secondo l’Associazione nazionale magistrati, è stata opera di Violante. Ed è anche facile capire il perché: l’on. Violante è ai vertici dell’associazione «Italia Decide», un think tank in cui si riuniscono esponenti politici e rappresentanti del mondo economico. Tra i soci fondatori del club, tra chi cioè ha permesso la nascita dell’associazione figura proprio l’Enel Spa.
Dunque in barba al protocollo di Kyoto e agli scenari realistici ipotizzati dalle associazioni ambientaliste, dalla Commissione europea e vari gruppi di imprese di un’Europa al 100% rinnovabile nel 2050, in Italia si spendono due miliardi e mezzo di euro per produrre dieci milioni di tonnellate di CO2, continuando ad investire in tecnologie pericolose e antieconomiche come carbone e nucleare.

Marina D’Ecclesiis, Radio Città Aperta

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