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Incontro dei PCO nei Balcani 2011 - Dichiarazione congiunta

(26 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in it.kke.gr


Incontro dei Partiti Comunisti e Operai nei Balcani 2011 - Dichiarazione congiunta Sviluppo nella regione dei Balcani e del Mediterraneo orientale e i compiti dei Comunisti

Salonicco, 22 gennaio 2011

Il 22 gennaio a Salonicco, su iniziativa del KKE, si è svolto un Incontro di 10 Partiti Comunisti e Operai provenienti da 8 paesi balcanici: Albania, Bulgaria, Grecia, Croazia, Repubblica di Macedonia, Romania, Serbia e Turchia.

Questo incontro ha contribuito allo scambio di opinioni sulla situazione che si è sviluppata nei Balcani e nel Mediterraneo orientale, nel quadro della crisi economica capitalistica internazionale, dell'intensificazione delle aggressioni imperialiste e delle contraddizioni interimperialiste.

I Partiti Comunisti e Operai dei Balcani ritengono che la causa reale della crisi si trova nell'acuirsi della contraddizione fondamentale del capitalismo: quella tra il carattere sociale della produzione e l'appropriazione privata dei suoi risultati. Anche i problemi sociali nel loro complesso si stanno aggravando: l'indigenza è cresciuta e l'impoverimento, assoluto e relativo, colpisce una larga percentuale della popolazione nei paesi balcanici.

La scoperta di nuove fonti energetiche nel Mediterraneo orientale e nei Balcani e l'intensità del loro sfruttamento da parte del capitale, non solo non porteranno pace e stabilità alla regione, come sostenuto dagli imperialisti e dai loro governi, ma, al contrario, favoriranno nuove più aspre rivalità. Allo stesso tempo, i popoli pagheranno molto di più l'elettricità, la benzina, il gas naturale, perché i ricchi giacimenti di energia della nostra regione non sono proprietà del popolo, ma sono depredati dai monopoli e dai gruppi affaristici nazionali ed esteri.

In queste condizioni i Partiti Comunisti e Operai dei Balcani plaudono alle lotte che sono state ingaggiate in Grecia, Romania e altrove, perché sia la plutocrazia e non il popolo a pagare per la crisi del capitalismo. Acclamano anche le lotte contro l'imperialismo, per la difesa della classe operaia e dei diritti e le conquiste popolari, contro il nazionalismo e il razzismo, per i diritti degli immigrati che hanno avuto di recente luogo della nostra regione. I Partiti Comunisti e Operai devono porsi in prima linea nell'organizzazione di tutte queste lotte.

I partecipanti a questo Incontro hanno anche dichiarato la loro disponibilità a confrontarsi e lottare contro la propaganda su vasta scala e alle intimidazioni della NATO e dell'UE volti alla piena adesione e completa integrazione dei paesi balcanici ai piani imperialisti, sulla base del cosiddetto "Nuovo Concetto Strategico della NATO" recentemente approvato a Lisbona.

L'illusoria propaganda per l'ingresso nella NATO e nell'Unione europea è svolta sia da queste organizzazioni che dalle classi borghesi dei paesi aspiranti all'adesione, dalle ONG e dalle forze opportuniste, come il cosiddetto Partito della Sinistra europea.

L'adesione dei paesi dei Balcani nell'UE e nella NATO, l'allargamento di queste due organizzazioni imperialiste ai Balcani, non solo non porterà benefici ai popoli, né pace o prosperità, ma l'esatto contrario. Inoltre, i popoli dei paesi dei Balcani e di altri paesi europei già membri hanno maturato sufficienti esperienze negative per testimoniare come l'integrazione nella NATO e nell'UE porta la classe operaia e il popolo all'impoverimento, garantendo nel contempo privilegi e una redditività ancora maggiore al grande capitale.

Il sogno dell'adesione alla UE e alla NATO, promosso dalle classi borghesi, non può cancellare il ricordo e la nostalgia dei popoli balcanici per il socialismo che conoscevano. In effetti hanno sperimentato la prova innegabile che nonostante le carenze, i problemi e i bisogni popolari possono essere risolti con un'altra forma di potere statale, senza lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, il socialismo.

Nell'Incontro è stato espresso il desiderio comune di rafforzare e moltiplicare le attività congiunte e il coordinamento dei nostri partiti e di promuovere una più ampia attività antimperialista, nella seguente direzione:

Solidarietà con la lotta di classe, sviluppo delle lotte per i diritti dei lavoratori, dei giovani e delle donne condotte nei Balcani;
Rafforzamento e ampliamento dei movimenti per la pace, anti-NATO e antimperialisti nei Balcani.

Rafforzamento della condanna popolare contro l'equiparazione del comunismo con il fascismo, promossa in spregio della verità storica dalla UE e dalle classi borghesi in funzione anticomunista.

Sviluppo della solidarietà con i popoli in lotta, come quello palestinese, per la liberazione dei 5 rivoluzionari cubani dalle carceri statunitensi e per l'abolizione del blocco economico di Cuba.
Perché la lotta popolare contro la presenza militare imperialista nei Balcani ne esca rafforzata, contro il cosiddetto scudo antimissile, contro le basi e gli eserciti stranieri, contro la partecipazione delle forze militari dei paesi dei Balcani in missioni UE e NATO in altri paesi. Perché i nostri paesi si liberino dai piani imperialisti e dalle loro organizzazioni.

Chiediamo:

Che i nostri paesi non siano coinvolti nelle nuove guerre imperialiste in Medio Oriente, in Africa, nel Caucaso e nelle minacce pronunciate contro i popoli che lottano mettendo in discussione "l'ordine mondiale imperialista".

Partiti partecipanti:

Communist Party of Albania
Communist Party of Bulgaria
Party of Bulgarian Communists
Communist Party of Greece
Socialist Workers’ Party of Croatia
Communist Party of Macedonia (FYROM)
Communist Party of Romania
New Communist Party of Yugoslavia
Communist Party of Turkey
Labour Party (EMEP), Turkey


Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Partito Comunista di Grecia (KKE)

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