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(24 Novembre 2011) Enzo Apicella

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Dottrina Marchionne: o a queste condizioni o tutti a casa !

(27 Gennaio 2011)

Dopo Pomigliano … Mirafiori: “accordi-gemelli” che hanno la faccia tosta di definire “accordi”! L’accordo è un’intesa a seguito di un contrasto e/o di una trattativa. Marchionne e sindacati firmaioli non hanno tenuto alcuna trattativa, tanto meno hanno avuto contrasti … Si tratta semplicemente del diktat di Marchionne, cioè di un ordine, di una condizione imposta. Sei mesi fa era stato detto (e scritto) che Pomigliano sarebbe stato unicum, cioè che quel modello contrattuale o, meglio, quel piano non sarebbe stato riproposto in altri stabilimenti. E difatti, a Mirafiori lo hanno riproposto ed ora si parla già di Cassino e di Melfi. A Pomigliano, Marchionne ed i sostenitori, dopo una vergognosa e ricattatoria campagna contro gli operai, hanno ottenuto il 62%; a Mirafiori, con una campagna altrettanto velenosa sono ‘riusciti’ ad andare al di sotto ottenendo il 54%. “Vittorie” risicate, considerando che il voto dei quadri, dei capi e degli impiegati è unanimemente per il Sì.

Il piano-Marchionne oltre a peggiorare le condizioni di lavoro e di vita degli operai, prevede che: - la Fiat non sia più associata a Confindustria; - il Contratto nazionale sia progressivamente cancellato; - il diritto di sciopero negato; - la contrattazione con delegati non più eletti dai lavoratori, bensì nominati; - i sindacati esistenti quelli che decide Marchionne, che si è persino inventato l’Associazione quadri. L’unico sindacato ammesso alle trattative è quello che accetta tutto. La Carta del lavoro del 1927 (sotto il fascismo) fondativa dell’ordinamento corporativo, prevedeva gli stessi princìpi. Può “rappresentare” i lavoratori chi dice sì al padrone. “Unanimità” per l’adesione: se anche chi non ha firmato andasse, con cappello in mano, dagli altri sindacati per firmare, basterebbe che solo uno dicesse di no per lasciarlo fuori. I sindacati firmaioli diventano, così, i cani da guardia del padrone.

Marchionne ha deciso il progetto, ha indetto il referendum e ha promosso le assemblee tenute dai capi reparto, bloccando persino la produzione (!). Il modernizzante diktat di Marchionne (“o così o si chiude”) è il suo ultimatum. Come possono Marchionne & company parlare di modernità, di moderne relazioni … loro che vorrebbero riportare gli operai indietro nella storia. Il piano Marchionne è reazionario (per il peggioramento delle condizioni di lavoro) e utopista (per l’obiettivo di abolire la lotta di classe). Ma la singolarità è che Marchionne ed i suoi leccapiedi propagandano l’abolizione della lotta di classe mentre loro vogliono continuare a praticarla …

Ricatti, propositi e aspirazioni che si ripetono ! Nel primo dopoguerra, il ragionier Valletta su sollecitazione e con i dollari dell’ambasciatrice americana Clare Booth Luce fondava un sindacato giallo (il Sida, sindacato italiano dell’automobile nato da una costola della Cisl, la cui eredità è stata presa oggi dal Fismic che fa il solito sporco gioco) e cacciava dalle fabbriche i militanti della Fiom e del Pci. L’ambasciatrice Luce sosteneva che il suo governo avrebbe negato le commesse se a prevalere nelle elezioni delle commissione interne fossero stati i comunisti. Il ricatto di Marchionne riporta la lancetta della storia indietro di 60 anni ai tempi golpisti e marcatamente più repressivi del padrone Fiat. Pochi anni fa, Lucchini, leader di Confindustria, sosteneva che i soldi impiegati meglio erano quelli spesi per far fallire gli scioperi. Marchionne ha raccolto il testimone alla grande: cancellare lo sciopero a costo zero, eliminare l’opposizione interna alla fabbrica, e dare ai sindacati complici l’onore di nominare i delegati (le vecchie Rsa in sostituzione delle Rsu), senza elezione da parte dei lavoratori.

Il top manager Paolo Fresco, già presidente del gruppo Fiat, ha dichiarato a “La Nazione” (12 gennaio 2011): “Marchionne non ha cancellato i diritti degli operai occidentali, ne ha ridotto i privilegi rispetto ai lavoratori indiani o cinesi”. Questo per dire come “ragionano” i padroni: i diritti e le conquiste strappate con le lotte, i sacrifici e il sangue … sono privilegi. Per non parlare della campagna contro l’assenteismo … solo l’uso del termine è disgustoso. Non esistono lavoratori che si ammalano (magari proprio a causa dei ritmi e delle condizioni di lavoro) ma esiste l’assenteismo ! Accordi, riforme, modernità, rappresentatività, assenteismo … parole, parole che un giorno, anch’esse, sapranno ribellarsi !

La “dottrina Marchionne” è fin troppo chiara: obbedire per competere … e agli operai ricatti, fatica, straordinari, malanni e licenziamenti. Con la minaccia di spostare la produzione verso nuovi “paradisi” dello sfruttamento, i padroni vogliono (e debbono) imporre il loro piano. L’operaio ideale dovrà rinunciare al diritto di sciopero, accettare turni di lavoro umanamente insostenibili e straordinari sotto il ricatto di punizioni e licenziamenti. In fabbrica dovrà regnare solo: paura e sfruttamento, che i padroni perseguono da sempre. La storia e l’esperienza insegnano che i capitalisti si dividono per il profitto … ma di fronte agli operai sono un blocco d’acciaio. Gli operai di Pomigliano e di Mirafiori sono stati trascinati nella lotta, e come potevano sottrarsi a questo scontro ? Sono stati costretti ad accettarlo e, nonostante l’esito elettorale, non ne sono usciti sconfitti come tanti, troppi, volevano e desideravano. E’ vero, gli operai di Pomigliano e di Mirafiori non sono stati lasciati soli perché attorno a loro vi è stata solidarietà e mobilitazione, ma è anche vero che oggi sono soli. Quando saranno “accompagnati”, sarà un’altra storia …

I padroni senza i lavoratori non possono fare niente. I lavoratori senza i padroni possono fare tutto e meglio ! A condizione di costruire l’organizzazione e la prospettiva politica !

Contro il potere dei padroni
Per l’indipendenza politica e sindacale del movimento operaio
Per l’unità nella lotta contro lo sfruttamento capitalista
Per il potere a chi lavora!


27-28 gennaio 2011

Lotta e Unità per l’organizzazione proletaria

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