">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Il seme

Il seme

(18 Dicembre 2011) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Ora e sempre Resistenza)

16 marzo 2003 – 16 marzo 2011, Dax vive nella lotta!

(16 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

16 marzo 2003 – 16 marzo 2011, Dax vive nella lotta!

foto: www.caunapoli.org

«Rassegnazione è paura e complicità! Contro la rassegnazione pensare l'impensabile! Contro la paura imparare il coraggio! Cospirare vuol dire respirare insieme.Viva Dax libero e ribelle Ucciso perché militante antifascista»
Era la notte del 16 marzo di otto anni fa, quando Davide Cesare morì.
Una birra e due chiacchiere in compagnia e infine una lama, così si concluse la giornata di Davide.
Dax, così veniva chiamato, era assieme a due compagni e usciva da un locale frequentato da simpatizzanti di sinistra, quando fu aggredito da due giovani fascisti accompagnati dal padre. I tre armati di lame inferirono più di una decina di coltellate sul corpo di Davide, che non riuscì ad arrivare vivo all’ospedale. Anche gli amici di Dax furono feriti ma riuscirono a salvarsi. Dopo poco giunsero sul posto numerose pattuglie delle forze dell’ordine, che impedirono l’immediato intervento dei soccorsi. Ma se per Davide la giornata si concluse tragicamente sull’asfalto di via Brioschi, per i suoi amici, un altro destino li attendeva alle porte dell’ospedale San Paolo.
I ragazzi, compresi quelli feriti, erano accorsi all’ospedale per avere notizie di Davide e per ricevere dopo poco il triste annuncio della sua morte. Le forze dell’ordine bloccarono gli ingressi del pronto soccorso per motivi di “ordine pubblico” e da quel momento diedero il via al massacro dell’Ospedale San Paolo. Cariche, pestaggi e violenze. La polizia inseguì i ragazzi per i corridoi del pronto soccorso picchiando chiunque si trovasse sul loro cammino. Segno indelebile dei soprusi erano le pozze di sangue cosparse sui pavimenti. Gli scontri furono brutali e cruenti, i giovani riportarono ferite gravi come nasi, zigomi, e denti rotti, teste aperte e mani e braccia fratturate.
Uno scenario che ricorda le violenze della polizia sui manifestanti che parteciparono alla contestazione del G8 a Genova due anni prima, le torture e i pestaggi nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto. Come se non bastasse, scandalose furono le menzogne raccontate dagli apparati dello Stato, sostenuti ovviamente dai media e dagli organi di stampa. La vicenda dell’omicidio fu infatti raccontata come la degenerazione di una “rissa tra punk”, mentre i pestaggi subiti dagli amici di Dax furono giustificati come reazione delle forze dell’ordine alle intemperanze dei giovani che sarebbero accorsi all’ospedale per portare via la salma del compagno morto. Davide, militante del centro sociale “Officina di Resistenza sociale”, fu ucciso perché antifascista!

Noi non dimentichiamo, Dax vive nelle nostre lotte!

“Ricordo che quella notte ho ricevuto la telefonata che mi diceva di andare all'ospedale... Nessuno aveva il coraggio di aggiungere "quella parola", mi dicevano solo "vieni, perché Dax..."... Già quando sono uscita dalla tangenziale ho trovato il primo cordone di polizia in assetto antisommossa, e non riuscivo a capire cosa fosse successo realmente, tanto che pensai ad una manifestazione. Quando sono arrivata al San Paolo ricordo due cose che mi hanno colpito; il sangue per terra, i ragazzi malmenati... e soprattutto che quella notte non arrivavano nuovi pazienti. In un primo momento ho pensato addirittura che fosse successo tutto lì, al San Paolo. Solo verso le quattro del mattino ho realizzato che Davide era stato accoltellato fuori. Il giorno dopo, quando ho cominciato a leggere le notizie sui giornali, le prime parole che mi sono venute in mente furono quelle che si sentirono dopo la morte di Carlo Giuliani: "l'hai ucciso tu, col tuo sasso!". Dalle notizie che arrivavano sembrava che tutto fosse successo per colpa dei suoi compagni... Ma io conoscevo bene mio figlio: "una rissa tra balordi", dicevano! Ma è possibile, io dico, che questi ragazzi debbano essere sempre schedati, bollati come balordi, senza famiglia, perditempo? Mio figlio lavorava duramente e aveva una famiglia che l'amava, altro che "balordo"! Dopo, piano piano, ho cominciato a realizzare la realtà: era un comunista, e per questo non poteva essere trattato diversamente. Tanto è vero che, sempre per screditare Davide ed i ragazzi, durante il processo i Morbi cercarono di sostenere che l'accoltellamento era avvenuto in risposta ad un'aggressione, ma fu lo stesso medico legale ad accertare con perizia che Mattia non aveva riportato alcuna lesione, quindi non si giustificava quel loro accanimento così brutale.”

(Rosa Piro, madre di Dax, 20 - 02 – 2004)

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «Ora e sempre Resistenza»

Ultime notizie dell'autore «Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli»

5962