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Caporalato?

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Bye Bye Torino

(26 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Sulla questione Usa-Italia Marchionne già aveva anticipato il suo pensiero, e alcune ore fa un lungo Report della Reuters lo riporta di nuovo all’ordine del giorno: la Fiat ha intenzione di spostare il quartier generale del Gruppo negli Usa...

Nei mesi scorsi la notizia era già circolata, ma lo stesso Marchionne e il presidente della Fiat, John Elkann, avevano smentito le voci. I primi giorni di febbraio era stato il Wall Street Journal a parlare di una direzione negli Usa, tutti rassicurarono governo e amministratori che così non sarebbe stato. Il 15 febbraio è ancora l'a.d. di Fiat a dire: «Se il cuore della Fiat resterà a Torino, la testa deve essere in più posti: a Torino per gestire le attività europee, a Detroit per quelle americane, ma anche in Brasile e, in futuro, una in Asia».

Ma poi la Reuters fa riferimenti precisi e puntuali su quella che sembra più di una vaga ipotesi: Marchionne penserebbe di mantenere a Torino il centro da cui gestire le operazioni europee e di creare uno hub in Asia, mentre per la sede legale del quartiere generale la scelta cadrebbe sugli Stati Uniti, paese dove il regime di tassazione è più conveniente.
La Fiat e Marchionne, dove possono, vanno e prendono il meglio: cassa integrazione a go go e governi amici in Italia, meno tasse e meno regole in Usa. Altro che italianità del marchio, altro che sacrifici e accordi di lacrime e sangue per i lavoratori con la scusa che tutto sarebbe rimasto in Italia, ma a convincere la Fiat non è bastato nemmeno il modello Pomigliano. Per trasferire tutto in Usa manca l’acquisizione del 51% in Chrysler, obiettivo su cui Marchionne si sta concentrando.
Per la Fiom, con il segretario Maurizio Landini, «queste indiscrezioni, se confermate o non smentite dall'ad Sergio Marchionne, rafforzano la nostra preoccupazione: è da un po’ di tempo che pensiamo che lo spin off del gruppo Fiat sia finalizzato a portare testa e controllo di Fiat Auto negli Stati Uniti». Per questo «riteniamo sempre più necessario un confronto vero sulle scelte di politica industriale del gruppo Fiat e consideriamo necessario superare le logiche che hanno portato alle imposizioni di Pomigliano e Mirafiori».

Alessandra Valentini DirittiDistorti

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