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Ciao Vik!

(21 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Ciao vik!

foto: www.dirittidistorti.it

Di Alessandra Valentini - Eravamo in tanti ieri sera a Fiumicino, di nazioni diverse ma di identico sentire, tanto l'affetto, la commozione, la partecipazione di amici veri, amici reali, amici di idee, amici tra di noi, anche con chi non avevi mai incontrato prima...

Lo scenario era un po' surreale: laggiù al Terminal Cargo, dove ci passavano accanto tir e camion che caricavano e scaricavano merci, come se nulla fosse, irrispettosi – inconsapevoli - del nostro dolore e del nostro silenzio. Un silenzio durato ore e che si è dileguato solo davanti ai fari dell’auto con la bara di Vittorio avvolta dalla bandiera palestinese, quando la tensione è esplosa nel grido “Vittorio, Vittorio” e poi in una “Bella ciao”, strozzata in gola dalle lacrime. Tanti applausi, tanti fiori, una pioggia di petali rossi lanciata dai ragazzi sull’auto, così si è svolto il discreto saluto degli amici di Roma a Vittorio, un eroe, un partigiano, un italiano che fa essere orgogliosi di essere italiani, un uomo che non aveva paura delle sue idee e di difenderle.
A questo uomo di 36 anni, morto mentre era impegnato per cercare di dare un futuro diverso al popolo palestinese, nessuno ha pensato di fare un’accoglienza degna della sua vita, dedicata a difendere chi sta peggio, chi è più debole, chi spesso non può parlare e parlava attraverso Vittorio. Per questo giovane eroe, testimone scomodo di un’ingiustizia quotidiana che tutti non vogliono vedere, niente volo di Stato, niente politici (destra o sinistra) ad accoglierlo, niente rappresentanti delle istituzioni italiane, quelli sempre pronti e zelanti a difendere il “loro ruolo istituzionale”, che oggi mi chiedo quale sia. L’unica rappresentanza istituzionale è stata una delegazione del Presidente palestinese Abu Mazen, oltre alle delegazione del Comune di Bulciago, paese di Vittorio. E gli altri dov'erano? Dove erano i giornali e i giornalisti importanti che ogni giorno dedicano fiumi di parole per difindere la sacrosanta libertà di informazione? E il diritto ad essere informati su Vittorio non conta?

Ma a rendere omaggio a Vittorio c’erano le persone “normali”, come egli avrebbe voluto, persone unite da un pensiero comune, unite da quel “Palestina libera”, urlato nel nulla del Terminal Cargo, urlato nel cuore da tutti gli amici di Vik. Quegli amici che accolgono quello che sembra il suo testamento, postato su You Tube in queste ore e girato dall'attivista nel cimitero militare di Gaza, dove sono sepolti i soldati morti durante la seconda guerra mondiale:

''Non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera, semmai voglio essere ricordato per i miei sogni. Dovessi morire, tra cento anni, vorrei che sulla mia lapide fosse scritto ciò che diceva Nelson Mandela: 'un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare'. Vittorio Arrigoni un vincitore''.

Le foto dell'arrivo del feretro di Vittorio Arrigoni a Fiumicino, accolto da fiori, kefieh, striscioni e dall'affetto di chi condivideva il suo imegno per la Palestina.

LE FOTO DELL'ARRIVO DI VITTORIO A FIUMICINO

21-4-11

DirittiDistorti

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