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(2 Marzo 2004)
Siamo di fronte allo smantellamento dello stato sociale, ad un attacco generalizzato alle condizioni di vita ed ai salari dei lavoratori; alla precarizzazione di fasce sempre larghe di popolazione: Sanità, trasporti, istruzione, energia, casa. Proprio a causa della vastità di questo attacco è necessario oggi unire quanto più possibile le forze di tutti coloro che desiderano un futuro dignitoso.
E' per questo che sentiamo l'esigenza di costruire una vertenza che a livello locale e nazionale rivendichi il diritto alla casa come diritto sociale, costituzionale, universale: questo significa che tutti, residenti e migranti, devono poter usufruire dell’abitazione in cui vivono: in proprietà o in affitto, ed il costo di mantenimento in ambedue i casi deve essere rigorosamente proporzionale al reddito ed in una proporzione limitata. LA CASA COSTITUISCE SALARIO INDIRETTO ED OGGI ASSISTIAMO AD UN'INTENSA SOTTRAZIONE DI SALARIO PER CHI È ESPOSTO AL LIBERO MERCATO,PER QUESTO NECESSITA UNA NUOVA POLITICA DI CANONI EQUI.
Le politiche imposte hanno causato sfratti, aumenti dei canoni, privatizzazione del patrimonio pubblico, obbligando molti lavoratori, studenti e lavoratori immigrati e disoccupati ,assegnatari delle case popolari ad opporsi agli sgomberi, a mobilitarsi per garantire il proprio imprescindibile diritto alla casa; occupando stabili sfitti come riappropriazione indiretta di reddito, per rispondere anche alla condizione di precarietà che sta coinvolgendo diverse fasce sociali (in particolare giovani nati nell'era dello smantellamento sociale).
Intanto a godere dei frutti della mercificazione di un bisogno primario come quello della casa sono le agenzie immobiliari che gestiscono totalmente il mercato degli affitti. Agenzie immobiliari che sotto la spinta di grosse privatizzazioni, come quella delle case popolari e degli Enti, diventano delle vere e proprie multinazionali.
Se a tutto questo aggiungiamo la scomparsa di ogni e qualsiasi finanziamento per l’edilizia sociale anche in prospettiva , il problema alloggiativo rimane fra quelli più gravi del nostro Paese rispetto ai paesi europei.
Su questa emergenza bisogna coinvolgere con una proposta di legge di iniziativa popolare le associazioni e il movimento richiamando così il Governo e le Regioni alle proprie responsabilità, per apportare soluzioni che diano risposte all’emergenza abitativa attraverso la proposta di legge di iniziativa popolare, articolata sui seguenti punti:
1) Secondo i dati Istat che fissano il reddito e le condizioni medie abitative delle famiglie, per vivere dignitosamente una famiglia media deve abitare in un appartamento di tipo civile di 70 mq Il canone di locazione di questo appartamento non deve superare il 20 % del reddito medio di un lavoratore dipendente. Rispetto a questi parametri verrà calcolato il costo a mq. di un alloggio di tipo “civile”
2) Per l’incentivazione degli affitti, prevedere esenzioni di imposte per gli alloggi dati in affitto e nell’utilizzo dell’alloggio di proprietà per uso abitativo personale; per gli alloggi tenuti sfitti raddoppio delle imposte dovute al comune, alla regione e allo stato.
3) Costituzione di un fondo per la promozione dell’edilizia popolare e l’assistenza alloggiativa finanziato dalla maggiorazione di imposta dovuta per gli appartamenti sfitti, di una quota/parte delle imposte ICI e dal ricavato dell’8 per mille versato allo stato.
Per contatti telefonare al numero 3335423068
Roma il 1/3/04
CONFEDERAZIONE COBAS
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