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Vittorio Arrigoni

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L'Orientale nega una targa per ricordare Vittorio Arrigoni

(24 Luglio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

L'Orientale nega una targa per ricordare Vittorio Arrigoni

foto: www.caunapoli.org

Sono passati poco più di tre mesi dall'orribile notte in cui Vittorio Arrigoni fu rapito ed ucciso. Sono state dette e scritte tante assurdità, per fortuna affossate dalle altrettanto numerose parole di tutti quelli che l’avevano conosciuto più o meno direttamente. La presenza di Vittorio è stata importante perché per dieci anni ha denunciato pubblicamente, senza mezzi termini o colpevoli mediazioni, i crimini dello Stato d’Israele; perché era una finestra, una voce amica e di un compagno da Gaza, tra le pochissime che ci permettono di essere informati sulla situazione che quotidianamente i palestinesi sono costretti ad affrontare, perché è stato l’unico italiano presente sul campo durante le crudeltà di Piombo Fuso, perché dava risonanza alla causa palestinese, con semplicità.

La sua morte ha effettivamente lasciato un vuoto e abbiamo sempre sostenuto, fin dal primo momento, che per noi non fosse tanto importante conoscere esecutori e mandanti dell’omicidio, ma essenziale sottolineare la diretta responsabiltà non solo dello stato di Israele, colpevole dei più di sessant'anni di occupazione e di tutte le bestialità che ne sono conseguite, ma del il silenzio e la complicità dei nostri governanti, dei finti pacifisti e della cosiddetta sinistra da copertina.
Siamo stati spesso in contattato con Vittorio, anche durante diverse iniziative sulla Palestina, alcune proprio sulla spedizione della prima Freedom Flotilla, nel maggio del 2010, che si è conclusa con l’uccisione di 9 attivisti ad opera dell'esercito israeliano in acque internazionali.

Come studenti di un’università che da sempre si occupa di studi del Medio Oriente e che ha ospitato più volte la voce di Vittorio, agli inizi di maggio abbiamo chiesto alla rettrice Viganoni e ai membri del Senato Accademico che fosse posto all'ordine del giorno la dedica, con l'apposizione di una targa per Vittorio, dell'aula Magna Matteo Ripa, luogo in cui tante volte abbiamo ascoltato, in silenzio, i suoi aggiornamenti, le sue riflessioni, in cui tante volte ci siamo salutati "a risentirci". Su loro richiesta abbiamo scritto un appello, firmato da tantissimi studenti, docenti e membri del personale non docente, ma dopo diversi incontri la proposta è stata rifiutata.
Questo diniego, inoltre, arriva in un momento particolare: Israele, con la complicità di diversi governi occidentali ha impedito la partenza delle 12 navi della Freedom Flotilla II che, ancora una volta, avrebbero dovuto consegnare aiuti umanitari e, cosa ancoir più importante, rompere simbolicamente l’assedio di Gaza, porre all'ordine del giorno la politca di apartheid perpretata ai danni dei palestinesi.
Vittorio si stabilì definitivamente nella Striscia arrivandoci nel 2008 proprio a bordo di una nave del Free Gaza Movement che riuscì a rompere per la prima volta l'assedio imposto sulla striscia dal 1967, e appoggiò la battaglia portata avanti da tutti gli attivisti impegnati nell'esperienza della Freedom Flotilla.

La morte di Vittorio Arrigoni ci ha lasciato un'eredità importante: “Restiamo Umani”. Restiamo umani significa prima di tutto mettersi in gioco. Non lasciar vincere l'indifferenza. Scegliere la vita anche oltre la propria, oltre l'interesse personale.
È per questo che chiedevamo ad un' università come l'Orientale che si fa portavoce del multiculturalismo, dell'importanza del dialogo tra i popoli, specialmente nel Mediterraneo, di non restare indifferente di fronte al vergognoso silenzio mediatico e istituzionale.

Rifiutare di ricordare Vittorio significa, per noi, scegliere ancora una volta di non dare voce ad un popolo isolato, imprigionato, oppresso, la cui voce è perennemente e sistematicamente smorzata.

«Vittorio Arrigoni (1975 - 2011), internazionalista. "Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi. Restiamo Umani"»

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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