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Taranto: i regali della Regione all’Ilva. Bloccata la vendita di cozze alla diossina

(29 Luglio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Taranto: i regali della Regione all’Ilva. Bloccata la vendita di cozze alla diossina

foto: www.radiocittaperta.it

29-07-2011/11:47 --- La Regione Puglia ha accolto 2 delle 13 controdeduzioni fatte dall’Ilva in materia di Autorizzazione integrata ambientale per la quale l’iter istruttorio si è concluso positivamente lo scorso 5 luglio. A denunciarlo è Alessandro Marescotti del movimento ambientalista Peacelink.

Marescotti afferma che «il primo regalo è sul campionamento in continuo della diossina, ossia su quel sistema che consentirebbe di controllare 24 ore su 24 e 365 giorni l'anno le emissioni di diossina dal camino E312 dell'Ilva. Cosa dice la Regione? Sul campionamento continuo dice all'unisono con Ilva che bisogna attendere le risultanze del tavolo tecnico romano. E che quindi “appare ragionevole” che il campionamento continuo non sia una prescrizione perentoria. Va notato che il tavolo tecnico sul campionamento continuo non si è ancora mai riunito. E va notato - sottolinea Peacelink - che una delle poche cose valide contenute del parere istruttorio conclusivo per l'Aia era proprio l'adozione del campionamento in continuo “senza se e senza ma”. Basta guardare i dati per capire che non si può piu’ aspettare la convocazione del tavolo tecnico: Per il periodo 1998-2002, l’Unità di Statistica ed Epidemiologia della ASL TA/1 registra “il permanere della condizione di rischio (con eccessi per il mesotelioma di 4 volte negli uomini e di 2 volte nelle donne) per tutte le patologie, tranne che per il tumore vescicale nelle donne, per cui l’aumento non è mai stato presente”. Nel quartiere Tamburi di Taranto poi, il tasso di incidenza per tumori è sistematicamente più elevato rispetto alla città di Taranto, ai comuni dell’area a rischio e dell’intera provincia jonica. Tamburi oltre a trovarsi a ridosso della zona industriale, ospita un grande numero di lavoratori che hanno operato e operano nella stessa area.

«Il secondo “regalo” della Regione all'Ilva – prosegue Marescotti - è sulle cokerie. Una delle pochissime prescrizioni “positive ” comparse nel parere istruttorio conclusivo dell'Aia era l'obbligo di dotare i camini della cokerie di sistemi di abbattimento degli inquinanti. L'Ilva si era opposta. Che fa la Regione? Invece di rigettare le obiezioni dell'azienda, ne accoglie le riserve e riconosce che l'aspetto “debba essere opportunamente approfondito”. In questo momento i camini delle cokerie non hanno alcun sistema di abbattimento degli inquinanti, nonostante tutti possono vedere a occhio nudo il fumo nero che fuoriesce». In quest’area della Puglia definita dal Consiglio dei Ministri e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “una zona ad alto rischio sanitario ed ambientale” la Regione prende tempo, e il Comune pure. Ieri infatti, l’assemblea cittadina ha detto no alla richiesta di Mario Laruccia (del gruppo consiliare “Riformisti”) di rivolgersi alla Regione Puglia «per finanziare immediatamente e nella sua interezza l’Asl ionica», con l’obiettivo di realizzare mappe epidemiologiche nei centri di Taranto, Statte e Massafra e il Registro tumori. L’ordine del giorno proposto chiedeva alla Regione di fare di più nel più breve tempo possibile, per capire il rapporto malattie e inquinamento e aggiornare il registro tumori ai giorni nostri (è fermo al 2006). E invece, centrodestra e centrosinistra hanno preferito anticipare all’ordine del giorno la discussione sull’apertura di un autolavaggio. Ebbene, nella città piu’ inquinata d’Europa, dove alcuni giorni fa L'Azienda sanitaria locale ha emesso un'ordinanza che blocca il prelievo e la vendita di cozze alla diossina, il Comune affronta temi di ordinaria amministrazione piuttosto che occuparsi della piu’ grande emergenza ambientale d’Europa. Chissà cosa ne pensa Nichi Vendola, che lo scorso Gennaio aveva prontamente smentito la notizia delle cozze avvelenate dalla diossina, parlando di “inutile allarmismo”. Ad oggi l’”inutile allarmismo” e i mancati interventi, hanno portato secondo quanto pubblicato nel registro tumori 2006, al numero di 3303 ammalati di cancro, nel periodo preso in considerazione.

Marina D’Ecclesiis, Radio Città Aperta

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