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Alle 17 assemblea popolare davanti al Senato, assediato dalle tende. Il Governo peggiora la manovra

(7 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Alle 17 assemblea popolare davanti al Senato, assediato dalle tende. Il Governo peggiora la manovra

foto: www.radiocittaperta.it

07-09-2011/14:15 --- L’Italia ieri si è fermata per lo sciopero generale indetto dai sindacati di base contro il governo e l’Unione Europea. Anche se oscurati dai media che hanno preferito mostrare le più tranquillizzanti immagini dei cortei della Cgil, lavoratori e attivisti dei movimenti sociali sono scesi nelle strade in circa 15 città: 15.000 manifestanti a Roma, 10.000 a Milano e Bologna: 5.000 a Napoli e Firenze, 2.000 a Torino, 1.000 a Lecce. A Roma la mobilitazione, che ha coinvolto anche i movimenti per il diritto all’abitare, precari, migranti, disoccupati e alcuni centri sociali, ha visto diversi momenti di forte protesta simbolica di fronte alle sedi territoriali della Banca d’Italia e dell’ABI, oltre che davanti ad una filiale della Deutsche Bank, con affissione di striscioni e lancio di uova e di vernice al grido di “Basta macelleria sociale. Basta diktat dell’Unione Europea”. A Torino si è protestato anche davanti alla sede dell’INPS. A Bologna invece il corteo ha raggiunto la sede di Confindustria e poi l’Ambasciata greca. A Lamezia Terme sono stati occupati i binari della stazione ferroviaria. Al termine del corteo milanese, circa 1.000 manifestanti sono tornati davanti alla sede della Borsa, già occupata e presidiata il giorno precedente.

Nel mirino dei sindacati di base non solo governo e istituzioni europee. Le manifestazioni del sindacalismo conflittuale si sono scagliate anche contro l’articolo 8 della manovra e contro l’accordo dello scorso 28 giugno, firmato con governo e confindustria anche dalla Cgil, che ha spianato la strada alla deroga introdotta nella finanziaria che permette il licenziamento senza giusta causa dei lavoratori con il consenso dei sindacati collaborazionisti.

E intanto proprio ieri, mentre milioni di lavoratori scioperavano e manifestavano contro i tagli e le nuove tasse imposte dal governo, l’esecutivo peggiorava ulteriormente la manovra che da oggi va in votazione alle Camere. Introdotto infatti un propagandistico contributo del 3% per i redditi annuali oltre i 300 mila euro – poche migliaia di contribuenti che porteranno nelle casse dello Stato meno di 100 milioni di euro - sono state però cancellate molte delle norme miranti a colpire – almeno teoricamente - l’evasione fiscale e l’aumento dell’età pensionabile per le donne a 65 anni è stato anticipato al 2014. Introdotto anche l’aumento dell’Iva al 21%, misura che costerà ad ogni famiglia tra i 200 e i 250 euro a famiglia a causa dell’aumento dei prezzi di tutti i prodotti e naturalmente un’ulteriore perdita del potere d’acquisto di salari e pensioni. Senza contare la raffica di aumenti decisi dagli enti pubblici per quanto riguarda i servizi locali tagliati dal governo: sanità e soprattutto trasporti.

A Roma è andata avanti tutta la notte la tendopoli allestita in Piazza Navona dopo il corteo dello sciopero generale di ieri. La decisione è stata presa dall’assemblea dei lavoratori, dei precari e degli attivisti dei movimenti sociali che si è tenuta nella storica piazza romana. Decine di attivisti hanno quindi passato la notte in una trentina di tende montate ieri pomeriggio a pochi passi dal Senato e sui lati di Piazza Navona non solo dall’USB e da Roma Bene Comune ma anche da altri collettivi politici e sociali che oggi fanno appello a partecipare ad una assemblea pubblica che inizierà alle 17 proprio in concomitanza con l’inizio delle votazioni al Senato sulla manovra-massacro. Ieri sera i vigili urbani sono intervenuti contestando agli organizzatori della protesta l’occupazione abusiva di suolo pubblico ma naturalmente i movimenti sociali e sindacati di base non si sono lasciati intimidire ed hanno mantenuto il presidio.

Fissati già i prossimi appuntamenti: il 10 settembre a Roma si terrà l’Assemblea Nazionale di tutto il movimento contro la crisi e contro l’Unione Europea, promossa dalla rete Roma Bene Comune, dove si discuterà di come proseguire la mobilitazione; il 15 ottobre è già prevista una manifestazione nazionale a Roma in contemporanea con l’appuntamento lanciato in tutta Europa dagli indignati di numerosi paesi.

Intanto dal Nord Italia arriva una notizia incoraggiante che vede per protagonisti circa 200 immigrati delle cooperative dei magazzini Esselunga di Biandrate (in provincia di Novara) che hanno deciso di non subire passivamente una condizione ormai inaccettabile di lavoro. Giovedì scorso hanno bloccato i magazzini per alcune ore contro le trattenute in busta paga di alcune centinaia di euro operate dalle cooperative con la complicità della Uil. Con lo sciopero improvviso gli immigrati, di origine asiatica e africana, hanno costretto le cooperative a restituire subito il denaro sottratto loro illegalmente, ottenendo un assegno di 600 euro. Contestualmente molti dei lavoratori ha riconsegnato la tessera ai sindacati confederali e si è iscritta allo Slai Cobas.

Marco Santopadre, Radio Città Aperta

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