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Fumo di regime negli occhi: il blocco degli sfratti è solo parziale

Il governo Monti replica passo passo termini e condizioni di proroga degli sfratti

(25 Dicembre 2011)

Esclusi dal provvedimento cittadini di piccoli comuni fuori dalle aree metropolitane. La stampa se ne dimentica

Nell'ottavo consiglio dei ministri del 23 dicembre, il governo Monti ha approvato il decreto legge (NELL'ARTICOLO SUL BLOG IL LINK al testo completo) che una volta si sarebbe chiamato "milleproroghe". Appellativo non piu' utilizzabile come sottolinea il consiglio medesimo, essendo il testo utile al solo fine di garantire "efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, nonché operatività di strutture deputate a funzioni essenziali".

Tra le proroghe, anche quella abitudinaria legata agli sfratti per "particolari categorie sociali disagiate" sino al 31 dicembre del 2012. Un provvedimento che la stampa riporta solo parzialmente e che non coinvolge l'intera cittadinanza. La relazione specifica esplicitamente che ad agevolarne saranno i "residenti nei comuni capoluoghi di provincia, nei comuni con essi confinanti con popolazione superiore a 10.000 abitanti e nei comuni ad alta tensione abitativa" (non era densità... lapsus...?).

In nome del distorto concetto di equità montiano, anche i padroni di casa saranno penalizzati dal momento che usufruiranno di benefici fiscali soltanto i "locatori residenti nei comuni capoluogo di aree metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Palermo, Messina, Catania, Cagliari e Trieste)", lasciando quindi intatto il decreto legge 158/2008 del governo Berlusconi. Nessuna precisazione riguardo a sgravi fiscali se il padrone risiede in una di queste città ma affitta in provincia.
Per queste circa 1300 persone il bonus fiscale ammonta complessivamente a 3 milioni e 380 mila euro, come già stabilito dal precedente esecutivo.

Un'ulteriore pezza messa dallo stato nei confronti di operai e lavoratori non piu' in grado di sostenere le spese di affitto; una mossa semplicemente dovuta e meccanica, se si considera l'azzeramento del fondo sociale per gli affitti a livello statale approvato da Berlusconi che rimane tale. Quel poco di aiuti che arrivavano dagli enti locali sono ulteriormente a rischio per via della grave diminuzione di trasferimento di fondi.

La morosità è in assoluto la principale causa dei provvedimenti di sfratto con l'85%, con ovvia tendenza all'aumento; gli immobili sfitti si contano a decine di migliaia in tutto il Paese, ripartiti tra patrimonio immobiliare pubblico e locazioni private sfitte, spesso terreno fertile per la tanto discussa e nominata "evasione fiscale". Una prima stima per il prossimo anno ormai alle porte calcola ulteriori 300.000 famiglie in difficoltà con il pagamento del canone e relative utenze domestiche, anch'esse destinate ad aumentare i costi.

Prorogare di anno in anno questa situazione è meno di un palliativo, con le liste di richiedenti di alloggi popolari in drastico aumento, cittadini esclusi dalla sospensione dello sfratto esecutivo perchè non rientranti nelle condizioni previste, le case del patrimonio pubblico ulteriormente abbandonate al degrado senza che nessuno metta mano (e se ce la mette il disoccupato, viene buttato fuori manu militari). Senza casa nè lavoro, chi pensa di strozzinare lo stato dei tecnocrati?

M.L.

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