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Mumia Abu Jamal sulle torture in Iraq

«i detenuti e condannati a morte americani sono solidali con il popolo iracheno»

(8 Maggio 2004)

Dal braccio della morte di Sci Green, Mumia Abu Jamal, interviene sulle torture inflitte ai prigionieri iracheni. La barbarie dimostrata dai militari Usa non lo ha sorpreso, soprattutto per quanto riguarda Charles Graner, uno dei torturatori, che Mumia già conosceva come agente carcerario in forza proprio nello stesso penitenziario dove il leader nero è detenuto perchè condannato a morte. Graner era noto come individuo violento sia nell'esercizio delle proprie funzioni che nella vita privata.

Secondo Mumia Abu Jamal, "quanto è accaduto ad Abu-Ghraib accade pressochè ogni giorno anche nelle prigioni Usa. Le foto hanno dimostrato al mondo un aspetto che non tutti conoscono, soprattutto negli altri paesi: quello di un America arrogante, che impone la propria forza attraverso la tortura e l'umiliazione".

"Non è credibile, dice ancora Mumia, che il governo non fosse a conoscenza delle torture ai prigionieri, così come è perfettamente al corrente di quanto accade nelle prigioni del paese. Le foto arrivate sui giornali e sulle televisioni di tutto il mondo mostrano chiaramente l'espressione trionfante sui volti dei militari intenti ad umiliare in ogni modo possibile sia il corpo che l'anima dei prigionieri".

Secondo Mumia, "svelano anche chiaramente che gli Stati Uniti, come tutte le altre forze armate presenti in Iraq, non hanno mai avuto nessuna intenzione di liberare il popolo da un regime dittatoriale".

Anche Emory Douglas, militante delle Pantere Nere, ha affermato di trovare "straordinarie similitudini tra i metodi usati dalla polizia americana durante le incursioni nei quartieri neri e quelli usati dalle truppe che hanno imposto ai prigionieri di denudarsi, aggiungendo un'ulteriore umiliazione a quelle già inflitte". Douglas conferma che "da tempi immemori la tortura è parte integrante del controllo sociale negli Stati Uniti".

Tra le forze armate di stanza in Iraq si sono arruolati molti agenti carcerarie che, come Graner, avevano avuto modo si sperimentare la violenza sui detenuti prima di esportarla in paesi lontani. Le parole di Mumia e di Douglas hanno trovato ulteriore conferma per voce del giornalista Seymour Hirsch e anche il giornale Usa Today aveva recentemente rivelato, tramite un sondaggio, che il 71% della popolazione irachena percepisce oggi la presenza americana e quella delle altre truppe come una vera e propria espugnazione al paese.

"Il peggio secondo Mumia non è ancora venuto e detenuti e condannati a morte americani sono solidali con il popolo iracheno, cui sono state imposte le sofferenze che l'America riserva in patria agli individui messi sull'ultimo gradino della scala sociale".

07 May 2004

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