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Grecia: approvato il piano di austerity imposto dall'UE. Ritorno al futuro... da un presente ad orologeria

(14 Febbraio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Grecia: approvato il piano di austerity imposto dall'UE. Ritorno al futuro... da un presente ad orologeria

foto: www.caunapoli.org

A guardare le immagini che imperversano nei TG delle ultime ore, si ha una strana sensazione. Piazza Syntagma ad Atene invasa da migliaia di manifestanti che protestano contro i tagli alle pensioni, i 15.000 licenziamenti nel settore pubblico oltre i 150.000 già attuati, la diminuzione del 20% dei salari, l’aumento del costo della vita, il commissariamento da parte della BCE degli apparati tramite il governo tecnico, l’incubo dello spread, ed addirittura l’ormai insopportabile retorica dei sacrifici da fare tutti insieme (dove per “tutti insieme” s’intende la sola classe lavoratrice, ovviamente) fanno della Grecia una specie di finestra che affaccia sul nostro futuro.

Questi ultimi mesi ci hanno restituito il quadro di una Grecia sull’orlo del collasso, martoriata dalle interminabili misure di contenimento del debito imposte da BCE ed FMI, e pedissequamente messe in pratica dal governo di Papademos, seguite puntualmente da mobilitazioni con forme, modalità e rivendicazioni molto radicali, ma la situazione degli ultimi giorni va oltre la definizione di conflitto sociale, ed assume i contorni di una vera e propria battaglia di classe.

Ieri, dopo i tre giorni di sciopero generale, lavoratori, studenti e la schiera sempre crescente di disoccupati si sono ritrovati nelle piazze di Atene, Salonicco, per bloccare l’ennesimo pacchetto di riforme che, tramite una radicale ristrutturazione del mercato del lavoro ed il passaggio al contributivo del sistema pensionistico, permetterebbe al paese di rientrare nei parametri per far partire il nuovo piano di salvataggio da 130 miliardi. E, mentre in parlamento si consumava l’insopportabile pantomima prima dell’approvazione, fuori più di 60.000 persone solo nella capitale premevano a suon di sassi e molotov per entrare a far parte del processo decisionale, per ribadire un secco no alla Troika, a Papademos, a Merkel, a Sarkozy, al massacro sociale del quale si fanno portavoce ed al ricatto del fondo salva stati.

Non ci troviamo semplicemente di fronte ad una lotta tra il popolo greco e la sua borghesia nazionale, tanto meno ad una vicenda che può essere affrontata esclusivamente sotto il profilo economico. La lotta ellenica è il paradigma e la misura dello scontro tra la classe lavoratrice dei vari stati e gli interessi targati UE, ma ancor di più, si configura come una battaglia ideologica tra un modo di produzione basato sui profitti dell'1%, frutto del ladrocinio a carico del 99%, e le legittime pretese di quest'ultimo.

Detto ciò, messi agli atti i cortei, le molotov, i sassi, gli scioperi ed anche il caldo intervento del deputato del KKE che ci spiega “quanto il sol dell'avvenire sia vicino”, l' ennesimo piano anticrisi made in Greece è passato, e le misure verranno attuate. Ciò pone sempre in maniera più veemente l'accento sulle forme organizzative da assumere per far fronte ad un attacco di tale portata.

Intanto anche a casa nostra ci si prepara a fronteggiare le prossime riforme, in primis quella riguardante il mercato del lavoro, imperniata sulla tanto discussa abolizione dell'art.18, sogno proibito di ministri e padroni. Facciamo che i loro sogni si trasformino in incubi!

PEOPLES OF EUROPE RISE UP
NIENTE DA PERDERE SE NON LE CATENE


Di seguito una breve rassegna stampa

Mentre i poteri forti dell’Unione Europea tirano un sospiro di sollievo, il popolo greco si vede approvare sulla propria pelle un criminale piano di austerità. A questo link una cronaca ragionata e commentata a cura di Contropiano sugli accadimenti delle ultime ore in Grecia.

Altri articoli di siti di controinformazione:
La resa dei conti. Ad Atene brucia la democrazia (da infoaut.org)

Atene è sola (da senzasoste.it)

Di seguito alcuni link tratti da media istituzionali, che continuano a bombardarci di notizie sull’ondata di freddo e sul naufragio della nave Concordia, forse per non far notare che le sorti del popolo greco potrebbero essere simili alle nostre qui in Italia. O per lo meno le misure di austerità approvate dal parlamento greco ci suonano minimamente familiari.
Davanti a fatti così chiari (la partecipazione di massa del popolo greco, che vede protestare in piazza dallo studente al lavoratore – ormai disoccupato –, al pensionato, alla signora che ci si aspetterebbe di vedere davanti alla TV indignata per le scene degli scontri), questa volta far passare la rabbia sociale per iniziativa di pochi anarchici, violenti, “black bloc” è un’operazione piuttosto difficile. Andatelo a dire ai 150.000 dipendenti pubblici appena licenziati, o ai pensionati che dovranno sopravvivere con una pensione da fame, o a tutti quelli che vedranno un peggioramento improvviso di tutti i servizi pubblici.
Articolo da La Repubblica - Video

da ilmattino.it: Mentre si costringono milioni di persone ad un futuro apocalittico, c’è qualcuno che si preoccupa dei “danni irreparabili” provocati dalle manifestazioni alla città di Atene. E un bilancio dei danni irreparabili che il piano di austerity produrrà non è previsto?

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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