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(31 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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(Il saccheggio del territorio)

Dai monti della Grecia: la miniera non si farà, vinceremo!

(7 Aprile 2012)

Compendio da articoli pubblicati su: Blog di Pro-e-vla (Iniziativa contro le nocività) di Megali Panagia; Antigold Greece; Respenza.

scontri megali

Il 26 Marzo – il giorno dopo la grande manifestazione in Calcidica, a Megali Panagia (uno dei paesi nell’area destinata alla riapertura di minere di oro e rame) – la forestale ordina l’immediata smobilitazione della ditta dalla montagna. Non avevano il permesso… ma la forestale è comunque arrivata due giorni dopo che cominciassero a tagliare alberi. Allora, via gli operai ma rimangono i macchinari e la security per difenderli.



La Ellinikos Xrisos ha in questo momento il sostegno del sindaco, dichiaratamente a favore delle miniere, nonché l’appoggio della polizia locale. La quale ha lasciato passare i dipendenti della ditta e aspiranti dipendenti armati di bastoni (inviati a “dare una lezione” agli abitanti del luogo che non vogliono vedere i vantaggi dell’estrazione dell’oro), ma ha impedito agli altri paesani di portare aiuto ai dimostranti. Per non dire della polizia nazionale che, proteggendo di fatto l‘appropriazione di un territorio da parte di un privato, ha lanciato lacrimogeni contro il grosso corteo che il 25 marzo voleva salire sulla montagna, ricordando il semplice dato che la montagna non è della ditta.



Il pomeriggio di venerdì 30 marzo a Ierissos, dove si trova la sede del comune di Aristotelio, si svolge una riunione della giunta comunale. Piano piano fuori dal comune si riunisce gente, prima 50 poi 100, poi 200, poi 1500, infine tutto il paese. Il sindaco chiama la polizia al telefono:”allontanate con ogni mezzo la gente fuori che ci tiene in ostaggio”. La polizia arriva, circonda il paese, la tensione diventa alta. Le macchine del sindaco e del vice vengono capovolte. All’interno del comune non arriva più corrente. La gente grida:”avete capito come si sono sentite le trenta persone in montagna quando hanno visto arrivare i 400 armati di bastoni?”. Il clima è nero, nero il fumo dei cassonetti, neri i vestiti della protesta e nere le vedove dei minatori morti, tutti gridano forte perchè gli arconti asserragliati nel palazzo sentano bene: la miniera non si farà, vinceremo!

Quello che è successo nella notte tra venerdì e sabato a Ierissos, era lo sfogo dell’ira accumulata nei confronti del sindaco del comune di Aristotelio Xristos Paxtas e del vicesindaco Bassilis Mosxopulos (presente durante l’attacco squadrista dei 400 emissari della ditta contro gli abitanti che difendevano la zona di Skuries sul momte Kakavos il 20 marzo). Costoro utilizzano il loro ruolo istituzionale per servire gli interessi della ditta Ellenicos Xrisos nella regione Calcidica.

Si è dovuti arrivare a questo livello di tensione, con l’intervento della celere ed il lancio di lacrimogeni contro i cittadini, per rendere noto a livello nazionale ciò che il sindaco, la ditta suo sponsor ed i media cercano disperatamente di nascondere: che la maggioranza dei cittadini del comune di Aristotelio sono contro l’attuazione dei piani della ditta ed in particolare contro l’immensa miniera di rame ed oro a Skuries sul monte Kakavos.

Il sig. Paxtas raccoglie la tempesta che ha seminato. Con una smaccata propaganda a favore delle miniere ed ignorando ostinatamente la contrarietà all’intervento della maggior parte dei suoi cittadini dichiara pubblicamente: Il comune Aristotelio attuerà il grande progetto che assicura lavoro e sviluppo nel territorio. Quest’uomo non ha imparato nulla dalla storia, dalla ventennale lotta degli abitanti contro le miniere, non ha compreso gli avvenimenti del 20 marzo, la grande manifestazione del 25 e non ha tratto suggerimenti neppure dalla piccola peripezia che venerdì notte ha coinvolto lui e tutti i suoi collaboratori. Con un‘interpretazione distorta del risultato elettorale come “voto a favore delle miniere”, deliberatamente dimentica che è stato eletto da quei comuni che hanno subito negli anni gli effetti nefasti del lavoro nelle miniere e dell’avvelenamento del territorio. Dimentica che, nel periodo preelettorale, i consiglieri che sono stati eletti nella sua lista avevano sostenuto nel loro programma di essere contrari alla riapertura delle miniere. Oggi il sig. Paxtas paga la sua distanza dagli elettori.

L’attacco da parte della ditta e dello stato rafforza la volontà dei cittadini e forgia nuove forme di solidarietà e di militanza.

La cosa promettente per il territorio è che, venerdì notte nella piazza del comune, ad urlare la loro rabbia c’erano tanti ragazzi giovani, non “portati da fuori” o “dimostranti di professione”, come si affanna a sostenere chi ancora si gioca la carta degli anarchici pronti a sfasciare tutto. Gente giovane pronta a battersi con energia, decisa a lottare per il proprio domani.

In un’appello pubblicato su “osservatorio sulle attività minerarie” si legge questo: …dov’è che hanno fatto vedere la nostra rabbia? Chi ha il coraggio di parlare in televisione e di dire la verità? Chi ci ha difeso? …

Sono esausta, stanca, il pensiero si è bloccato e la rabbia ha preso il posto della logica. Per questo motivo non riuscivo ad esprimermi sui fatti di venerdì. Mi sentivo come se le parole si fossero seccate. Come se da ora in poi solo le azioni potessero parlare, azioni che mai avevo sognato di mettere in atto.

Oggi avevo in mente questo: perchè venerdì la gente ha reagito così e dove può arrivare una persona per ciò in cui crede? Questo immediatamente mi ha fatto pensare un’altra cosa: c’è gente a cui interessa il futuro. Si, nel Paese della “svolta” e del “sistemarsi”, nel Paese dove si ha paura di parlare per non perdere il posto, c’è gente che osa. Gente che si è svegliata, che si interessa, che capisce!

Dobbiamo dare a tutti una lezione, a quanti hanno imparato a “cavarsela”, ad uscirne vincitori dando la colpa agli altri, a quanti pensano che i loschi affari rimangano impuniti. Hanno detto che hanno visto chi c’era venerdì e che partiranno le denunce. Ma le cose sono sfuggite al controllo. Le minacce e i licenziamenti per chi ha manifestato contro le miniere non fanno più paura. Il popolo è furioso e nessuno farà più un passo indietro. Più ci provocano e più faremo pressione. Siamo diventati tantissimi e rabbiosi perchè hanno superato ogni limite e non abbiamo più resistenze. E se di nuovo cambieranno le carte in tavola, anche se smetteranno di provocarci, nonostante questo non smetteremo. Perchè stiamo parlando del futuro nostro e dei nostri figli. Semplicemente, se smetteranno di darci la caccia allora cesserà la violenza. La rabbia sarà unpo’ di meno, assumerà la sua dimensione reale, non sarà mirata a qualcosa o qualcuno. Comunque lo ribadisco: Non facciamo un passo indietro!

LA NOSTRA VOCE E’ LA NOSTRA FORZA. PER FAVORE AIUTATECI.



Il silenzio non è oro!

6/04/2012

A cura di Rossella Moretti

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