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Una domanda

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(15 Marzo 2012) Enzo Apicella
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Sulla sentenza della corte internazionale di giustizia contro il muro di Sharon

(10 Luglio 2004)

Il problema del carattere vincolante o meno dei pareri della Corte internazionale di giustizia, come quello recentemente adottato sulla questione del muro israeliano in Cisgiordania, viene solitamente mal posto da parte della stampa e dei media.
L'art. 96 della Carta delle Nazioni Unite, infatti, si limita a stabilire che l'Assemblea generale, il Consiglio di sicurezza o altri organi delle Nazioni Unite possano chiedere alla Corte di dare opinioni consultive su questioni giuridiche.
La Corte, quindi, stabilisce qual'è il diritto in materia.
Ad esempio, nel caso del muro, essa ha stabilito che il muro è illegittimo e va abbattuto, che Israele, in quanto potenza occupante è tenuta a rispettare la IV Convenzione di Ginevra e che sono applicabili gli strumenti internazionali relativi ai diritti umani.
Questo è lo stato del diritto internazionale nella questione.
E tutti, sia organizzazioni internazionali che Stati, sono tenuti ad applicare il diritto internazionale.
Specialmente tale obbligo incombe sugli organi delle Nazioni Unite, ivi compreso il Consiglio di sicurezza.
Ciò vale in particolare per l'Unione europea, a norma dell'art. 1, para. 3, del Trattato costituzionale, infatti, essa deve contribuire "alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto internazionale".
Si pone pertanto in modo ineludibile il nodo delle sanzioni da adottare nei confronti di Israele se il governo di quest'ultimo non applicherà immediatamente quanto stabilito dalla Corte.
La prima di tali sanzioni è costituita dalla sospensione a tempo indeterminato dell'Accordo di associazione fra Israele ed Unione europea.

Fabio Marcelli – Giuristi Democratici

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